Michel Foucault, La société punitive. Cours au collège de France 1972-1973

Posted: Febbraio 24th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, bio, epistemes & società, Foucault, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Michel Foucault, La société punitive. Cours au collège de France 1972-1973

di SANDRO MEZZADRA*

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1. La pubblicazione dei corsi tenuti da Michel Foucault al Collège de France tra il 1970 e il 1984 ha ormai sedimentato un secondo corpus di opere del filosofo francese, accanto a quelle da lui pubblicate. E non si può che rimanere affascinati, anche semplicemente scorrendo i volumi, dall’inquietudine e dal rigore con cui egli apriva continuamente nuovi cantieri di ricerca, da quello sul neoliberalismo (a cui è dedicato il corso del 1979) a quelli greci e tardo-antichi degli ultimi anni. Temi e concetti associati al lavoro di Foucault, ad esempio quelli di “governamentalità” e “biopolitica”, trovano nei corsi della seconda metà degli anni Settanta sviluppi di straordinaria e talvolta imprevista ricchezza. E d’altro canto, ascoltando “la parola pubblicamente proferita da Foucault” (a cui i curatori si attengono con scrupoloso rigore), ne abbiamo imparato a conoscere lo stile di insegnante, l’eleganza ma anche la capacità di affascinare e coinvolgere chi lo ascoltava.

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Governare e punire. Interiorizzazione della colpa e governamentalità autoritaria

Posted: Febbraio 20th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Governare e punire. Interiorizzazione della colpa e governamentalità autoritaria

di Emanuele Leonardi

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Parte I

Parte II


Imparare una nuova lingua

Posted: Febbraio 19th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Imparare una nuova lingua

di commonware

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“Thiers, questo nano mostruoso, ha affascinato la borghesia francese per quasi mezzo secolo, perché è l’espressione intellettuale più perfetta della sua corruzione di classe”. A parlare non è qualche rancoroso attivista del Movimento 5 stelle, ma Karl Marx; in ballo c’era una guerra civile, per nulla simulata, quella che portò alla Comune di Parigi e poi alla sua repressione.

Insomma, di fronte alla puzza sotto il naso con cui si guarda ad alcune categorie vorremmo provare a tranquillizzare tutti: nella nostra patristica rivoluzionaria non mancano autorevoli esempi di insulti popolari e di utilizzo di ambigue parole come “corruzione”.

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Riflessioni sul Manifesto per una Politica Accelerazionista

Posted: Febbraio 11th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, digital conflict, epistemes & società, Global, postcapitalismo cognitivo, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Riflessioni sul Manifesto per una Politica Accelerazionista

di TONI NEGRI

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Il Manifesto per una Politica Accelerazionista (MPA) comincia con un’ampia constatazione della drammaticità della crisi attuale – cataclisma … ma anche negazione del futuro, imminente apocalisse. Non spaventatevi, qui non c’è davvero nulla di teologico-politico. Chiunque ne sia attratto non si metta a questa lettura. E non c’è neppure un altro dei scibolet attuali – meglio, è solo accennato: il collasso del sistema climatico del pianeta: importante, sì, ma del tutto subordinato alle politiche industriali e affrontabile solo sulla base della critica di queste.

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Generation M

Posted: Febbraio 10th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | 7 Comments »

by Dimitris Papadopoulos

Matter, Makers, Microbiomes::Compost for Gaia

FUCK!

1. Language, information and the virtual space were distinctive features of the previous generation. Craft, matter and the fusion of the digital and the material are defining generation M, the first generation of the 21st century.

2. Generation M makes stuff. Not through mass production but by tweaking and expanding the capabilities of existing things and processes. The maker’s craft: tinkering, stretching, knitting, inventing, weaving, recombining.

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Giocare il gioco dell’Italian Theory?

Posted: Febbraio 8th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, BCE, comunismo, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Giocare il gioco dell’Italian Theory?

di MARCO ASSENNATO

occupy Roma

Giocare il gioco dell’Italian Theory? Note sullo stato della filosofia italiana – 4

A fine gennaio si è tenuto a Parigi un convegno sull’Italian Theory, organizzato dall’Université Paris-Ouest Nanterre e dalla Sorbona1. L’asse del convegno, coordinato da Silvia Contarini, Davide Luglio e Federico Luisetti, era dubitativo: L’Italian Theory existe-t-elle? La domanda potrebbe essere ripensata così: esiste un capitolo specifico della storia del pensiero europeo, geograficamente e cronologicamente circoscritto e relativamente omogeneo dal punto di vista tematico, capace tuttavia di offrire una proposta teorica sulla quale incardinare un dibattito utile a sciogliere alcune questioni urgenti per la filosofia contemporanea? attorno a tale questione si è prodotto un fitto confronto tra Roberto Esposito, Toni Negri, Sandro Mezzadra e gli altri partecipanti all’incontro. Com’è facile intuire, la questione è sbilanciata su molteplici incognite, senza sciogliere le quali, tuttavia, nessuna “unità storiografica” può reggere alla verifica teorica.

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Il lavoro dell’astrazione. Sette tesi provvisorie su marxismo e accelerazionismo

Posted: Febbraio 2nd, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Il lavoro dell’astrazione. Sette tesi provvisorie su marxismo e accelerazionismo

di Matteo Pasquinelli

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1. Il capitalismo è un oggetto di elevata astrazione, il comune è una forza di ancor più grande astrazione.

La nozione di lavoro astratto di Marx identificò per la prima volta il motore centrale del capitalismo, ovvero la trasformazione del lavoro in equivalente generale. In seguito, Sonh-Rethel (1970) individuò la stretta relazione che passa storicamente tra astrazione del linguaggio, astrazione della merce e astrazione del denaro. Nella cosiddetta ‘introduzione’ ai Grundrisse (scritta nel 1857) Marx chiarisce l’astrazione come metodologia di analisi che emergerà solo dieci anni più tardi nella pagine del Capitale (1867). Come ricordano in molti (Ilyenkov 1960), in Marx il concreto è un risultato, è un prodotto del processo di astrazione: la realtà capitalistica, così come quella rivoluzionaria, è una invenzione. “Il concreto è concreto perché è sintesi di molte determinazioni, quindi unità del molteplice. Per questo nel pensiero esso si presenta come processo di sintesi, come risultato e non come punto di partenza, sebbene esso sia il punto di partenza effettivo e perciò anche il punto di partenza dell’intuizione e della rappresentazione” (Marx 1857: 101). L’astrazione è sia la tendenza del capitale, sia il metodo del Marxismo. L’operaismo viene quindi a strappare l’astrazione dal doppiopetto del capitale per ricucirla addosso alla tuta del proletario: astrazione è sia il movimento del capitale, sia il movimento della resistenza ad esso.

Negri (1979: 66) muove l’astrazione al centro del metodo della tendenza antagonista come processo di conoscenza collettiva: “il processo dell’astrazione determinata è tutto dentro l’illuminazione collettiva, proletaria, è quindi un elemento di critica e una forma di lotta”. In qualche modo, l’idea del comune nasce come progetto epistemico.

Marx, Karl (1857). Grundrisse der Kritik der politischen Ökonomie. Moscow: Verlag für fremdsprachige Literatur, 1939. Traduzione: Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica. Torino: Einaudi, 1976.

Ilyenkov, E. Vassilievich (1960). La dialettica dell’astratto e del concreto nel Capitale di Marx. Milano : Feltrinelli, 1961.

Sohn-Rethel, Alfred (1970). Geistige und körperliche Arbeit. Frankfurt (Main): Suhrkamp. Traduzione: Lavoro intellettuale e lavoro manuale. Milano, Feltrinelli, 1977.

Negri, Antonio (1979). Marx oltre Marx: Quaderno di lavoro sui Grundrisse. Milano: Feltrinelli.

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Antonio Caronia

Posted: Febbraio 1st, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, posthumanism, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Antonio Caronia

di Giuseppe Allegri

Non trovo le parole per salutare Antonio Caronia e questo sarà un pessimo post, ma non so fare altrimenti.

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Inutile ricordare quanto gli dobbiamo. Personalmente quasi tutta la distopia infinita: Gibson, Dick, Ballard. E poi le visioni sui postumani. In mezzo “i supereroi con superproblemi”, Frank Miller del Batman, The Dark Night e Alan Moore di Watchmen. Nel passaggio dei primissimi anni ’90, io pivellino universitario provinciale a Roma, a leggerlo in fanzine fichissime, rivistone teoriche e a smanettare per improbabili BBS, da analfabeta cibernetico quale ero e sono.

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Qui per ascoltare le sue lezioni a Brera.


lavoro cognitivo

Posted: Gennaio 25th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | Commenti disabilitati su lavoro cognitivo

di Enzo Rullani

ops!

1. Se dovesse individuare delle qualità fondamentali per definire la trama del lavoro cognitivo oggi emergente, cosa indicherebbe?

Per identificare le qualità rilevanti del lavoro cognitivo, bisogna innanzitutto capire che cosa è e dove lo troviamo, nei processi produttivi di oggi. Bisogna innanzitutto distinguere il lavoro cognitivo con cui abbiamo a che fare ai nostri giorni (nel contesto della modernità) dal lavoro energetico-muscolare del passato (riferito ai modelli provenienti dall’epoca pre-moderna). In linea generale, possiamo chiamare lavoro cognitivo ogni forma di lavoro che – come output utile – produce conoscenza, usando questa conoscenza sia per generare significati o legami dotati di valore (per gli interlocutori a cui sono rivolti), sia, in altri casi, per governare e avviare trasformazioni materiali realizzate da macchine e da energia artificiale.

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Qui di seguito un intervento di Emiliana Armano sul lavoro cognitivo


Biorank: Algoritmi e trasformazioni del bios nel capitalismo cognitivo

Posted: Gennaio 23rd, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, posthumanism, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Biorank: Algoritmi e trasformazioni del bios nel capitalismo cognitivo

di Giorgio Griziotti

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Il processo di messa a valore della vita procede in modo sempre più veloce. Oltre alla cattura e all’espropriazione quotidiana del general intellect, elementi sempre più sofisticati della cooperazione sociale costituiscono ambiti di sfruttamento e di accumulazione biocapitalistica. In particolar modo, i social network con i nuovi algoritmi recentemente inseriti, sono in grado di personalizzare le nostre relazioni sociali, creando enormi riserve di “big data” funzionali alla creazione di banche dati per la diffusione di nuove forme di bio-marketing e di potenti strumenti di sussunzione della vita. Ma tali algoritmi possono essere utilizzati anche per fini alternativi. Nel workshop “Algorithm and Capital”, che si è tenuto al Goldsmith College di Londra, lo scorso 21 gennaio, si è discusso anche di moneta digitale, delle sue potenzialità e limiti. Qui presentiamo l’intervento di Giorgio Griziotti.

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Non si tratta più di decidere se bisogna arrivare o meno, alle pratiche dell’ingegneria biologica, ma di cosa fare con queste tecniche. La lotta è ormai portata sulle alternative paradigmatiche del bios e la moltitudine è chiamata a scontrarsi sull’idea e la realtà, modello, linguaggio di corpo che vuol destinare al General Intellect.

Toni Negri “Desiderio del mostro: dal circo al laboratorio alla politica” 2001[1]

L’uso delle tecnologie è l’asse portante della metamorfosi indotta dalla fusione di vita e lavoro caratteristica del capitalismo cognitivo. Una metamorfosi che investe la coppia innato/acquisito, dove quest’ultimo nel darwinista nature vs nurture[2] è il “nutrimento” dell’ambiente, dalla terra madre alla parola.

Per più di un secolo il dibattito speculativo sul binomio alimenta filosofia, psicologia, ricerca medica e scienze umane e fonda l’organizzazione disciplinare della società compresa quella del regime nazista che ne fa il perno della sua ontologia distruttrice.

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