Startup, classe creativa e capitalismo delle “relazioni”

Posted: Luglio 4th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, comune, comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Startup, classe creativa e capitalismo delle “relazioni”

Note per una discussione

a cura di KAINOS

livello 57

Le riflessioni che seguono sono relative alla lettura di due libri sulle nuove “forme del lavoro” e sul “capitalismo digitale”. Il primo di questi libri, il più importante, serio e stimolante, è quello di Carlo Formenti, intitolato Felici e sfruttati. Il capitalismo digitale e l’eclissi del lavoro1. Il secondo, molto meno stimolante, ma a suo modo utile come “oggetto” teorico su cui riflettere, è il libro a più (troppe) mani, curato da Gianni Vattimo, Pasquale Davide de Palma e Giuseppe Iannantuono, dal titolo Il lavoro perduto e ritrovato2.

La discussione di tali libri mi ha dato l’opportunità di rileggere l’importante saggio di Jean-Luc Nancy, La création du monde ou la mondialisation3, pubblicato in Francia nel 2002. Tale rilettura mi ha portato a porre in questione l’ideologia della creatività che è il presupposto (in parte non ancora indagato) sia delle teorie neo-liberiste relative alla “classe creativa” (Florida4) sia delle teorie che (apparentemente) si oppongono alle attuali forme del capitalismo tecno-globalizzato.

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Wang Hui

Posted: Luglio 4th, 2013 | Author: | Filed under: comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, Impero di Mezzo | Commenti disabilitati su Wang Hui

Ripartire dalla Costituzione. Intervista a Wang Hui di Simone Pieranni

Il concetto di euguaglianza alla luce delle diversità, le conseguenze cinesi del caso Snowden, il modello economico, l’urbanizzazione, il problema delle terre e delle imprese di stato. Una conversazione sull’attualità con Wang Hui, professore di lettere e rispettato intellettuale. Un punto di riferimento della Nuova Sinistra.

Mao1

Wang Hui, professore alla Tsinghua University di Pechino, è uno tra gli intellettuali più originali in Cina e sicuramente è tra i più conosciuti in Italia. Alcune delle sue opere sono state tradotte in italiano dalla Manifestolibri (Il nuovo ordine cinese, 2006, La questione tibetana tra est e ovest, 2011), alcuni suoi articoli sono comparsi sulle pagine de il manifesto o quelle di Alias. La conoscenza di Wang Hui e della sua opera in Italia deve molto ad Angela Pascucci che proprio su il manifesto ha spesso ospitato e ripreso le riflessioni dell’intellettuale cinese, contribuendo e non poco al dibattito politico sulla Cina anche in Italia, partendo da posizioni originali, complesse e non stereotipate (al contrario di come spesso la Cina viene invece trattata dai media).

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(Si veda inoltre: POTERE E SOCIETA’ IN CINA di Angela Pascucci)


Foucault: illegalismo, capitalismo e sistema penitenziario

Posted: Giugno 30th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, bio, epistemes & società, psichè, Révolution, vita quotidiana | 51 Comments »

di Michel Foucault

Foucault

(cfr. l’introduzione di Gianvito Brindisi)

Ho cercato di mostrare l’ascesa di un sistema coercitivo eterogeneo, nella sua natura e nel suo funzionamento, rispetto al sistema penale del XVIII secolo, e che si vede all’opera nelle società di moralizzazione e nel gioco delle lettres de cachet1. Questo sistema coercitivo2, che si è spostato a poco a poco nei suoi punti di applicazione e nei suoi strumenti, e che alla fine del XVIII secolo è stato preso in carico dall’apparato di stato, […] si è innestato nel sistema penale così da trasformarlo, per la prima volta, in un sistema penitenziario. Insomma, abbiamo a che fare con un qualcosa che definisco società punitiva, vale a dire con una società nella quale l’apparato di stato giudiziario viene sempre più ad assumere funzioni correttive e penitenziarie […].

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Il caso Strauss-Kahn e la discussione femminista francese

Posted: Giugno 25th, 2013 | Author: | Filed under: donnewomenfemmes, epistemes & società, Révolution, vita quotidiana | 562 Comments »

Intervista a SYLVIA DUVERGER di RICCARDO ANTONIUCCI

nudo

Lo scandalo sessuale che ha investito Dominique Strauss-Kahn ha acceso un importante dibattito sulla questione della sessualità nella società contemporanea e sulle sfide attuali del femminismo. Anche per questa corrente, infatti, il rischio che idee progressive passino al servizio della reazione è dietro l’angolo: incarnato da Marcela Iacub.

Tra i principali eventi registrati nella cronaca francese degli ultimi tempi, e tra quelli che maggiormente hanno avuto un riflesso nel dibattito intellettuale, c’è senz’altro lo scandalo che ha investito Dominique Strauss-Kahn. Dal momento dello scandalo, nella primavera del 2011, le voci che sono intervenute sono state moltissime. Una delle più interessanti, tanto per la sua posizione di spicco nel contesto intellettuale francese che per il carattere estremamente provocatorio delle sue tesi, è quella di Marcela Iacub.

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Race, classe et genre : l’intersectionalité, entre réalité sociale et limites politiques

Posted: Giugno 25th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, donnewomenfemmes, epistemes & società, psichè, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Race, classe et genre : l’intersectionalité, entre réalité sociale et limites politiques

par Houria Bouteldja, membre du PIR

mutante

Cette intervention dans son intégralité a été présentée pour la première fois à l’université de Berkeley le 17 avril 2013, au département d’études ethniques, une seconde fois, le 8 juin 2013 au sein du Réseau de Travail 24 de l’Association Française de Sociologie (AFS) “Genre, classe, race. Rapports sociaux et construction de l’altérité” et une troisième fois dans le cadre de l’école d’été de Grenade consacrée à la pensée critique islamique et aux luttes décoloniales, le 21 juin 2013. Une précision cependant : une partie de cette communication a été présentée au 6ème congrès international de recherches féministes à Lausanne en août 2012.

la rédaction

Je voudrais remercier l’université de Berkeley et en particulier le département d’études ethniques pour cette invitation qui me fait honneur.

Avant d’aborder cette notion d’intersectionalité, je voudrais clarifier un point. Je ne parle pas ici à partir d’un point de vue culturaliste, religieux ou identitaire. Je parle d’un point de vue matérialiste et décolonial. J’insiste sur ce point, car en France, exprimer un point de vue critique de l’universalisme blanc est immédiatement interprété comme culturaliste, particulariste. Pour illustrer ce propos, voici un exemple qu’on m’a rapporté récemment : Eric Fassin, sociologue engagé qui travaille sur la politisation des questions sexuelles et raciales (et que certains connaissent ici à Berkeley), a déclaré lors d’une journée d’étude « Au-delà du mariage » consacrée à l’égalité des droits et à la critique des normes que mon intervention dans le débat [1] (consacrée entre autres à l’intersectionalité) me classait de facto dans la catégorie des « culturalistes » au même titre que les homonationalistes. Cette classification qui est à la fois une accusation et une condamnation me fait sourire du fait de sa superficialité et son indigence car le caractère matérialiste de nos interventions sur ce sujet est très clair pour qui veut prendre la peine de nous lire attentivement. En effet, notre propos est d’élaborer un projet politique à partir de la condition concrète et matérielle des indigènes pas à partir d’une quelconque idéologie. Aussi, je ne peux pas m’empêcher de penser que les accusations péremptoires de Fassin et de tant d’autres sont une expression manifeste de la résistance blanche et ou de cette incapacité à se dé-eurocentrer. Je ne saurais trop leur conseiller de (re)découvrir leur propre littérature politique et notamment Foucault qui le premier a fait la distinction entre « identité (homo)sexuelle » et « pratiques (homo)sexuelles ». Mais mieux que Foucault, il y a les penseurs, militants décoloniaux des suds qui non seulement « peuvent parler », penser…mais aussi instruire.

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Schumpeter

Posted: Giugno 22nd, 2013 | Author: | Filed under: crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su Schumpeter

di Toni Negri

schum

La figura e l’opera dell’economista austriaco sono ripercorse in un denso saggio di Adelino Zanini. L’immagine dell’imprenditore e il nodo da sciogliere del Politico nella prospettiva della crisi e del fragile e fluttuante rapporto tra capitalismo e democrazia.

Sono cinque capitoli diversi, meglio, sembrano diversi ma rinviano ad un unico filo, un filo spezzato, nel senso che l’un capitolo rinvia ad un altro come su una scala sghemba. Il grande Joseph Schumpeter percorre un labirinto, a zig-zag, sperimentando, provando e facendo, di questo suo cercare, la teoria. Ma dove va? Questa la questione posta da Adelino Zanini nel volume Principi e forme delle scienze sociali. Cinque studi su Schumpeter (Il Mulino, pp. 205, euro 16).

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Paolo Virno

Posted: Giugno 20th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, epistemes & società, philosophia, post-filosofia, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Paolo Virno

Saussure

http://www.letteratura.rai.it/articoli/paolo-virno-lattualit%C3%A0-di-ferdinand-de-saussure/22220/default.aspx


Derive del lavoro

Posted: Giugno 9th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, philosophia, post-filosofia, postoperaismo | Commenti disabilitati su Derive del lavoro

Ovvero il capitalismo della scommessa

su kainòs

art19

A partire dagli anni Novanta dello scorso secolo, le forme del lavoro si sono profondamente trasformate, non solo in virtù del crollo dell’economia pianificata del blocco sovietico – evento che ha portato il mercato ad una fase di definitiva mondializzazione e di potenziale saturazione –, ma anche e soprattutto in ragione dell’impetuoso sviluppo dell’informatica che lo stesso mercato aveva favorito (si pensi al fenomeno della Sylicon Valley in California): per usare i termini di Marx, i vecchi rapporti di produzione sono stati polverizzati da un accelerato processo di innovazione tecnologica, che, insieme al ricorso alla robotizzazione, ha enormemente ridotto la necessità di manodopera. Un intero modello di organizzazione sociale, che aveva il suo centro propulsore nella fabbrica fordista, è entrato in crisi irreversibile, mentre il mercato ha cominciato a presentare una nuova divaricazione, quella che intercorre tra le grandi fabbriche ormai de-localizzate (dunque ormai incapaci di creare legami sociali sul territorio: si pensi al declino delle città minerarie degli Usa o al fenomeno dell’‘archeologia industriale’) da un lato e, dall’altro, alla disgregazione atomistica e alla semi-privatizzazione del lavoro cognitivo-progettuale, che nell’ultimo decennio del secolo appariva ancora piuttosto concentrato in Europa, negli USA e in Giappone. È in quegli anni che iniziano ad imporsi e a proliferare nuove forme di lavoro sempre più “precarizzate” e semi-private, innescate dai suaccennati processi economici e tecnologici ma, fin dagli anni ottanta, “facilitate” dall’adozione di nuove “politiche del lavoro” liberiste.

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Spinoza

Posted: Giugno 8th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, comune, comunismo, epistemes & società, philosophia, post-filosofia | Commenti disabilitati su Spinoza

Spinoza e le «scienze sociali». Il difficile se non impossibile incontro tra la filosofia critica e una visione neutrale del sociale Un percorso di lettura a partire dal volume collettivo «Ordo e connexio» pubblicato da Mimesis.

di Toni Negri

Animal Spirits

Da tempo ormai la questione (meglio, il problema – perché tutt’altro che diretta e lineare ne è la risposta) dell’utilità dello spinozismo per le scienze sociali è aperta. Pochi anni fa mi capitò di partecipare ad un seminario parigino sul medesimo tema. Annotavo allora come, nel procedere su questo terreno, la difficoltà stesse nel configurare non tanto l’importanza del pensiero di Spinoza per la ricerca sociale quanto il dubbio se ci fosse una sociologia capace di cogliere la portata della critica. «La sociologia si propone come una scienza Wertfrei, cioè come scienza avalutativa che riguarda un oggetto specifico (il sociale); oppure si propone come una disciplina positiva che ha per oggetto l’istituzione. Essa si presenta allo stesso tempo come una rottura con le teorie naturaliste del sociale,a fortiori con il giusnaturalismo, e come rottura con le teorie normative o performative di quel conatus del sociale che il politico rappresenta». E aggiungevo che in Spinoza quelle due rotture erano impensabili: se infatti lì si fosse arrivati a definire qualcosa che assomigliasse ad una sociologia, questo qualcosa sarebbe stato insieme naturalista e/o giusnaturalista (cioè ontologicamente fondato) e performativo e/o normativo (cioè eticamente fondato). Insomma avrebbe significato stabilire un nuovo statuto epistemologico della sociologia.

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les langages des *banlieus*

Posted: Giugno 3rd, 2013 | Author: | Filed under: 99%, au-delà, comune, crisi sistemica, epistemes & società, Révolution, riots | Commenti disabilitati su les langages des *banlieus*

par Birgit Mennel / Stefan Nowotny

Traduit par Maximilian Raguet & Clément et Jérome Segal

il-rituale-del-serpente

93

91, 92, 93, 94. – Ces nombres désignaient, avant la création d’un État algérien indépendant, les départements français d’Alger, d’Oran, de Constantine et des Territoires du Sud, qui furent progressivement colonisés à partir de 1830 et qui, contrairement aux autres colonies, étaient considérés comme faisant partie intégrante du territoire français. En 1968, une réforme administrative distribua ces numéros, « libres » depuis 1962, à différents départements de la région parisienne : le numéro 91 désigne depuis le département de l’Essonne situé plutôt dans le sud de l’agglomération parisienne et faisant partie de la « grande couronne » parisienne qui forme une ceinture de communes définissant les limites de l’espace métropolitain. Les numéros 92, 93 et 94 devinrent eux la « petite couronne » qui est le cercle de « banlieues » accolé à la ville. Les numéros 92, 93 et 94 sont aujourd’hui les Hauts-de-Seine (92), qui s’étendent du nord au sud de l’ouest de la capitale, la Seine-Saint-Denis (93) au nord et au Nord-est, ainsi que le Val-de-Marne (94) au Sud et au Sud-est.

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