Posted: Giugno 12th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, Révolution | Commenti disabilitati su Raul Vaneigem
“Quando la pigrizia non nutrirà altro che il desiderio di soddisfarsi, entreremo in una civiltà in cui l’uomo non sarà più il prodotto di un lavoro che produce il disumano”. Propongo qui un lungo estratto da “Elogio della pigrizia affinata” di Raoul Vaneigem (Nautilus, Torino, 1998). Un prezioso antidoto alla mistica del lavoro, il vero oppio dei popoli, soprattutto oggi. Perché tra i tanti effetti collaterali devastanti della crisi c’è anche quello, assolutamente non secondario, di costringerci a invocare per disperazione la schiavitù del lavoro fino a farci dimenticare l’utopia necessaria della sua abolizione.
L’ epoca in cui le bestie parlavano, gli alberi prodigavano consigli di saggezza, gli oggetti stessi si animavano, resta al centro del reale nel bambino. Il pigro ne scopre la meraviglia nel vuoto di un’indolenza che gli evoca confusamente l’esistenza prenatale, quando l’universo originario, il ventre della madre, dispensa amore, nutrimento e tenerezza. “Quali funeste condizioni, si domanda, ci impediscono di restituire alla natura la sua vocazione di madre nutrice?”
Per quanto la razionalità lucrativa del lavoro voglia considerare la questione come inesistente, il pigro sa che, nella felice disposizione che lo separa dal mondo affarista ed indaffarato, la sua fantasticheria non è sprovvista di senso e di potenza. Tra lui e l’ambiente circostante la spensieratezza contemplativa basta a tessere la rete di sottili affinità: percepisce mille presenze in mezzo all’erba, tra le foglie, in una nuvola, in un profumo, su un muro, un mobile, una pietra. Improvviso lo coglie il sentimento di essere collegato alla terra attraverso le intime nervature della vita.
Si trova nell’unità con il vivente, nella religio, di cui la religione è l’inversione, lei che incatena la terra al cielo ed il corpo alle spiegazioni dello spirito divino. Al contrario del mistico, esule dai suoi sensi per disprezzo di sé, l’ozioso restituisce la materialità della vita – la sola che ci sia – all’universo da cui essa si crea: l’aria, il fuoco, l’acqua, la terra, il minerale, il vegetale, l’animale e l’umano, che da tutti ha ereditato la sua specificità creatrice. Sotto l’apparente languore del sogno si sveglia una coscienza che il martellamento quotidiano del lavoro esclude dalla sua realtà redditizia. Essa non ha nulla di un animismo, ampollosità religiosa dove lo spirito tenta di appropriarsi degli elementi della terra come se non bastassero a se stessi. Essa emana semplicemente dalla vitalità di cui il corpo in riposo si riappropria.
Perché la pigrizia abbia accesso alla sua specificità non basta che essa si rifiuti alla volontà onnipresente del lavoro, bisogna che essa esista per se stessa e per mezzo di sé. Bisogna che il corpo, di cui costituisce uno dei privilegi, si riconquisti come territorio dei desideri, allo stesso modo in cui lo percepiscono gli amanti nel momento dell’amore. Luogo e momento dei desideri, tale si rivendica questa pigrizia conforme al cuore assolutamente opposta alla pigrizia del cuore, alla quale traffica per ridurla l’ordinario commercio sociale. La dolcezza del prato, la serenità del letto si popolano di una folla di desideri nati per la felicità e che gli obblighi rimuovevano, storpiavano, decimavano, travestivano di significati mortiferi.
Il paese di Cuccagna si erige in progetto nella proposizione: tutto arriva alla portata di coloro che imparano a desiderare senza fine. “Fai ciò che vuoi” è una pianta etica che non domanda altro che di crescere ed imbellirsi. La crudeltà di condizioni insopportabili, e che ciononostante noi tolleriamo, ci ingiunge di trascurarla come se, dall’urgenza di non essere noi stessi, ci fosse richiesto di non appartenerci mai.
La pigrizia è godimento di sé oppure non esiste. Non abbiate alcuna speranza che vi sia accordata dai vostri signori o dai loro dei. Ci si arriva come il bambino, per una naturale inclinazione a cercare il piacere e a mettere da parte ciò che lo contraria. È una semplicità che l’età adulta eccelle nel complicare. La si finisca dunque con la confusione che lega alla pigrizia del corpo il rammollimento mentale chiamato pigrizia dello spirito, come se lo spirito non fosse la forma alienata della coscienza del corpo. L’intelligenza di sé che esige la pigrizia non è altro che l’intelligenza dei desideri di cui il microcosmo corporeo ha bisogno per affrancarsi dal lavoro che lo impedisce da secoli.
Perché nella folla di propositi ed auguri che invadono il pigro finalmente risoluto a non esistere che per se stesso, andate a sapere quel che si intrufola! È tale la forza dei desideri quando si ritrovano per cosi dire allo stato libero che sono vinti dall’illusione di poter cambiare il mondo in loro favore sul momento. La vecchia magia ossessiona più di quanto si creda le pieghe della coscienza.
“È un’antichissima credenza – scrive Campbel Bonner – che una persona istruita dei modi di procedere possa mettere in moto forze misteriose capaci di influenzare la volontà altrui e di sottomettere le sue emozioni ai desideri dell’operatore. Queste forze possono essere attivate con delle parole, delle cerimonie compiute seguendo delle regole, degli oggetti investiti di una potenza decretata magica.” E Jacob Bòhme, più sottilmente: “La magia è la madre dell’essere di tutti gli esseri poiché essa si fa da sola e consiste nel desiderio. La vera magia non è un essere, è il desiderio, lo spirito dell’ essere.” (Erklàrung von sechs Punkten)
Il XIII secolo ha conservato traccia di questa “pigrizia che fa girare i mulini” come l’evoca Georges Schéhadé. Una setta vi sostiene in effetti: “Non bisogna mai lavorare con le proprie mani, ma pregare senza posa; e se gli uomini pregano in tal guisa, la terra porterà senza essere coltivata più frutti che se lo fosse.” (H. Grundmann Religiose Bewegungen in Mittelalter, Hildesheim, 1961).
Se l’operazione non ha lasciato nella storia una prova tangibile della sua efficacia, conviene meno incriminare l’incompetenza del Dio al quale gli oranti si rivolgevano o qualche maniera viziosa di procedere che il ricorso alla preghiera, perché porsi alla dipendenza di altri per accedere ad un’indipendenza ardentemente desiderata, vuol dire andare contro la propria volontà e fare poca attenzione alle proprie aspirazioni.
L’universo del desiderio formicola di trappole di questo tipo. Ci si mescolano troppe sottomissioni, divieti, rimozioni, automatismi per poter fare a meno della massima vigilanza.
È noto l’apologo indiano: un uomo si era coricato all’ombra di un albero reputato per il suo potere magico. Sembrandogli il suolo poco soffice, desiderò sdraiarsi in maniera più voluttuosa ed un letto sontuoso apparve.
Gli venne in seguito la voglia di un pasto copioso ed una tavola apparve, guarnita dei piatti più prelibati. “La mia felicità sarebbe completa, pensava, se avessi al mio fianco una giovinetta graziosa e pronta a soddisfare i miei desideri”. La ragazza arrivò immediatamente rispondendo al suo amore. Poco abituato tuttavia ad una tale costanza nella felicità, non seppe trattenersi dall’aver un timore irragionevole e temendo di perdere in un istante una fortuna così perfetta, si immaginò che una tigre uscisse dal bosco. La tigre uscì e gli spezzò il collo. Un desiderio può nasconderne un altro di segno contrario.
Alla pigrizia il compito di imparare che non deve temere nulla, soprattutto da se stessa. Quanti sforzi per appartenersi senza riserve. Non è che ci vogliano giri tortuosi, ma il più semplice non si consegna agevolmente agli spiriti tormentati. L’infanzia dell’arte non si raggiunge che attraverso l’arte di ridiventare bambini. Lo snaturamento ha fatto grandi progressi, affermava un pigro godendosi “La lucertola”, la canzone di Bruant, con il suo immortale “non posso lavorare, non ho mai imparato”.
Aggiungeva: “Ci hanno talmente messo nella disposizione di lavorare che non far niente esige oggi un addestramento.”
All’ora della disoccupazione crescente, insegnare la pigrizia avrebbe di che sedurre se non fosse compito di ciascuno coltivare senza l’aiuto degli altri una scienza così delicata, particolare e personale. Nessun altro può assicurare la propria felicità (e con più facilità la propria sventura) se non lo stesso soggetto in questione. Vale per i desideri ciò che vale per la materia prima da cui l’alchimista cerca di ricavare la pietra filosofale. Costituiscono un loro proprio fondo e non se ne può estrarre che ciò che vi si trova. In contropartita tutto sta nell’affinamento. La pigrizia allo stato bruto è come una noce mangiata senza prima romperla. Anche se la si sceglie libera dalle ordinarie corruzioni del lavoro, dal senso di colpa, dallo sfogo e dalla servitù, bisogna ancora degustarla per trarne più grande piacere. Renderla al movimento naturale che la farà diventare ciò che essa è: un momento del godimento di sé, una creazione, insomma.
L’assuefazione alle felicità laboriose, messe in ombra più che sottolineate dall’effimero e rubate in fretta e furia, ci ha spogliato dell’esperienza dello sforzo e della grazia. I piaceri, in ciò che hanno di autentico, non sono né il frutto di un capriccio del caso o degli dei, né la ricompensa di un lavoro di cui non sarebbero allora che il respiro trafelato. Si danno tali e quali noi li prendiamo. La gioia di cui ci riempiono è quella con cui noi li avviciniamo. Potrebbe essere questa la grande opera di cui l’alchimista ricominciava ogni giorno la ricerca paziente ed appassionata: un’ostinazione del desiderio a spogliarsi di ciò che lo corrompe, ad affinarsi senza posa fino ad una grazia che trasmuta in oro vivificante il piombo della miseria, della morte e della noia.
Quando la pigrizia non nutrirà altro che il desiderio di soddisfarsi, entreremo in una civiltà in cui l’uomo non sarà più il prodotto di un lavoro che produce il disumano.
Raoul Vaneigem
Posted: Giugno 8th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: BCE, crisi sistemica, Révolution | Commenti disabilitati su Zizek: LA GRECIA CI SALVERA’
La Grecia ci salverà
Slavoj Zizek
08.06.2012
Al termine della sua vita Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, fece la famosa domanda «che cosa vuole una donna?», ammettendo la perplessità di fronte all’enigma della sessualità femminile. Una simile perplessità sorge oggi: «Che cosa vuole l’Europa?» Questa è la domanda che voi, il popolo greco, state rivolgendo all’Europa. Ma l’Europa non sa quello che vuole. Il modo in cui gli stati europei e i media riportano ciò che sta accadendo oggi in Grecia è, credo, il miglior indicatore di che tipo di Europa vogliono. È l’Europa neoliberale, è l’Europa degli stati isolazionisti. I critici accusano Syriza di essere una minaccia per l’euro, ma Syriza è, al contrario, l’unica possibilità che ha l’Europa. Ma quale minaccia. Voi state dando all’Europa la possibilità di uscire dalla sua inerzia e di trovare una nuova via.
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Posted: Giugno 6th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: critica dell'economia politica, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Riflessioni amichevoli nella crisi attuale
di ANTONIO NEGRI
1. Gli uomini per i quali sento una certa simpatia, si sono battuti, in Europa, nel secolo XX, attorno a tre obiettivi: per il socialismo contro il fascismo; per una Europa unita contro lo stato-nazione; per la pace contro la guerra. I primi due di questi obiettivi, nella crisi attuale, sembrano essersi fortemente appannati, e le lotte che ora si sviluppano attorno ad essi appaiono di risultato incerto – ed i risultati di quelle già sviluppatesi o dimenticati o in solida crisi. Quanto alla pace essa c’è ancora, ma quanto malsicura!
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Posted: Giugno 2nd, 2012 | Author: agaragar | Filed under: post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | 33 Comments »
di Pierre Macherey
Il pensiero utopico aiuta a interpretare i periodi di transizione, quando il vecchio non è ancora morto e il futuro si manifesta con difficoltà. Nella crisi attuale può infatti fornire strumenti per elaborare realistiche strategie di resistenza al neoliberismo.
A differenza di quanto avveniva appena un secolo fa, oggi non si scrivono più grandi favole utopiche: le ultime, senza dubbio, sono state quelle di H. G. Welles le quali, però, si presentavano più come racconti d’anticipazione che come utopie in senso stretto.
Perché questo declino? Molto probabilmente perché si è consumata l’aspirazione che dava la forza di credere alla virtù delle utopie, quelle che si situavano all’incrocio dell’immaginario e del reale, in questo punto d’incertezza, ma anche di speranza, in cui sembra si prolunghino l’una nell’altra. È come se questa divisione tra immaginario e reale fosse divenuta insormontabile.
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Posted: Maggio 31st, 2012 | Author: agaragar | Filed under: arts, au-delà, Révolution, vita quotidiana | 8 Comments »
INDY
venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 giugno saremo a Indy – Fiera dei Gusti Non omologati al Brancaleone di Roma.
Sabato alle ore 17 Franco Berardi Bifo e Carlo Formenti presentano la collana Sollevazioni
con i titoli La sollevazione di Bifo, La rivoluzione che viene di David Graeber e Come si fa. Tecniche e prospettive di rivoluzione a cura di Bifo e Valerio Monteventi
ROMA – 1,2,3 giugno
CS Brancaleone – via Levanna 13
www.indyarea.org
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INDY – FIERA DEI GUSTI NON OMOLOGATI
ROMA – 1,2,3 giugno
CS Brancaleone – via Levanna 13
Editori, etichette musicali, produttori cinematografici, vignaioli e birrai: quando gli indipendenti fanno la differenza
Libri, cinema, musica, vini e birre. Indy è una fiera del gusto non omologato che raccoglie produttori indipendenti: editori, produzioni cinematografiche e musicali, vignaioli e birrai. Tre giorni per mettere a confronto le esperienze di settori diversi eppure accomunati dallo stesso problema: la pressione dei monopoli e della grande distribuzione, che cancella le differenze e impone la stessa uniformità di gusto.
Indy è una fiera che rifiuta queste regole e questa standardizzazione: rivendica il diritto alla differenza. Una differenza che traduce in un libro, in un vino, in una birra, in un film o in un brano musicale la cultura e la sapienza di chi li produce.
Per approfondire: vai al manifesto politico-culturale di INDY
Articolata su 3 giorni, da venerdì pomeriggio a domenica sera (1, 2, 3 giugno), Indy prevede la presenza diretta dei produttori – ai quali sarà destinato uno spazio espositivo dedicato –, che potranno mostrare, raccontare e vendere i loro prodotti. Entrando al festival, vi verrà consegnato un bicchiere in vetro per degustare i prodotti di vignaioli e birrifici artigianali. A ciascun produttore è consentita la vendita al dettaglio.
Durante i 3 giorni sono previsti dibattiti, reading, presentazioni, assaggi e degustazioni, concerti, proiezioni, performance, installazioni, che coinvolgeranno tutti gli ambiti dei produttori invitati.
Orari di apertura al pubblico:
venerdì: 18:00-23:00
sabato: 16:00-23:00
domenica: 12:00-20:00
Ingresso comprensivo di bicchiere per assaggi e concerti: 8 € fino alle 22.00
Dopo le 22.00 ingresso per i concerti: 10 €
Con:
ASCANIO CELESTINI, ROY PACI, JAZZSTEPPA, NANNI BALESTRINI, THE EX, PAOLO MORELLI, FRANCO BERARDI “BIFO”, CARLO FORMENTI, GIAMPAOLO GRAVINA, FRANCESCO RAPARELLI, AUGUSTO ILLUMINATI, MARCO CASSINI…e tanti altri
www.indyarea.org
Indy su Facebook
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PROGRAMMA DEL FESTIVAL
VENERDI 01 GIUGNO
-ore 18:00 apertura stand (editori- vignaioli-birrai-gastronomia)
-ore 19:00 Inaugurazione mostra d’arte A piedi scalzi.
Progetto e cura: Roberto e Valentina Gramiccia.
::DIBATTITI e PRESENTAZIONI
-ore 19:00 dibattito Radio Popolare
-ore 20:30 Slam letterario Parentele Fantastiche (serata del pensiero letterario indipendente). A cura di Paolo Morelli
-ore 20:00 presentazione di Slot Art Machine. Il grande businness dell’arte contemporanea, di Roberto Gramiccia.
Presenta: Paolo Aita. Simona Marchini leggerà alcuni brani del libro.
::CINEMA
-ore 19:30 Brew it.La birra artigianale in Italia regia Vincenzo Monaco e Valerio Graglia.
-ore 21:00 Isole regia Stefano Chiantini
cast: Asia Argento, Ivan Franek, Giorgio Colangeli, Anna Ferruzzo
-ore 23:00
sonorizzazione: Progetto Hang si esibirà dal vivo sulle immagini di:
“Mille giorni di Vito” regia Elisabetta Pandimiglio
“Lettere dal deserto” regia Michela Occhipinti
::MUSICA
-ore 22:30 live JAZZSTEPPA
Live Brass Band Tour (UK)
(link)
a seguire:
BASSOLOGY DJ SET
Andypop (Soundgate)
Kultur M (Amsterdam Rockers)
Bass Music, Future Garage, Uk Funky, Dubstep
SABATO 2 GIUGNO
-ore 16:00 apertura area (mostra, stand editori, stand gastronomici)
::DIBATTITI e PRESENTAZIONI
-ore 17:00-18:00
presentazione della collana Sollevazioni edita da Manni e curata da Franco Berardi (Bifo) e Carlo Formenti.
-ore 17:00-19:00
Tavola rotonda e dibattito su Cultura materiale e critica del gusto.
Interventi di Alberto Capatti,Giampaolo Gravina, Francesco Annibali, Pino Tripodi
-ore 18:00-19:00
presentazione Alfalibro, speciale di «Alfabeta2» sull’editoria. Interventi di Andrea Cortellessa, Maria Teresa Carbone, Vincenzo Ostuni.
-ore 19:00-20:00
Presentazione di La rivolta dei migranti. Il movimento globale contro la discriminazione e lo sfruttamento. Europa, Medio Oriente, Stati Uniti”, di Vittorio Longhi
-ore 19:00 FOLKSTUDIO – Memorie di una Cantina (doc. inedito)
Proiezione, dibattito e live acustico
Saranno presenti: Ernesto Bassignano, Mimmo Locasciulli, Adriano Mazzoletti, Gianni Togni, Vincenzo Incenzo, Nina Monti, Roberto Angelini, Fabrizio Emigli e numerosi testimonial a sorpresa..
::CINEMA
-ore 19:30 proiezione Ultracorpo regia Michele Pastrello
-ore 20:00 proiezione di Pene d’amore regia di Alfredo Fiorillo
-ore 21:00 proiezione Et in terra pax regia Matteo Botrugno, Daniele Coluccini
-ore 23:00 Sonorizzazione: Nohaybandatrio su 9 cortometraggi del circuito “Distribuzione Indipendente”
::MUSICA
ore 23:00 Bass Culture: 20 anni di Turntablism al Brancaleone. Feat:
Martux
Cool Runnings
One Love
Evilsound
Borghetta Stile
(link)
DOMENICA 03 GIUGNO
ore 12:00 apertura area (mostra, stand editori, stand gastronomici)
::DIBATTITI e PRESENTAZIONI
-ore 16:00-17:00
presentazione di Vini Naturali d’Italia. Manuale del bere sano, di Giovanni Bietti, Edizioni Estemporanee.
-ore 17:00-18:00:
presentazione di Pixel. La realtà oltre lo schermo dei media, di Luigi Ananìa e Silverio Novelli, DeriveApprodi
-ore 18:00-19:00:
Presentazione di Il debito del vivente. Ascesi e capitalismo, di Elettra Stimilli, Quodlibet. Presentano: Augusto Illuminati e Francesco Raparelli.
-ore 17:00-19:00:
Tavola rotonda e dibattito: Come salvare l’editoria indipendente.
Relazioni di: Ilaria Bussoni (DeriveApprodi), Marco Cassini (minimumfax), Luigi Iacobelli (Iacobelli editore), Davide Vender (Libreria Odradek).
-ore 19:00-20:00:
presentazione di Conversazione su matti, comici, precari, anarchici e altre pecore nere, di Ascanio Celestini e Alessio Lega (Elèuthera).
Introduce Andrea Staid.
::CINEMA
-ore 19:00 proiezione Più come un’artista di Elisabetta Pandimiglio
-ore 21:00 proiezione Pietro regia Daniele Gaglianone
-ore 23:00 presentazione primo video clip dei Dog Byron “SummerAfternoonLullaby”. Segue sonorizzazione dei Dog Byron su
Tarda estate regia Marco De Angelis e Antonio Di Trapani
::MUSICA
ore 21:00 THE EX & BRASS UNBOUND
feat.ROY PACI
Il leggendario gruppo olandese dal vivo con Roy Paci, Ken Vandermark, Mats Gustavson e Wolter Wierbos. The Ex si uniscono alla sezione fiati più impressionante di sempre e sono subito scintille!
(link)
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INDY – Fiera dei Gusti non Omologati è un evento promosso da:
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ELENCO DEI PRODUTTORI:
VIGNAIOLI
Cà Neuva: Abbona Celso (Piemonte)
Aetnella (Sicilia)
Tenuta San Francesco: Alziati Annibale (Lombardia)
Arajani (Campania)
Aurora (Marche)
Casina di Cornia (Toscana)
I Botri di Ghiaccioforte (Toscana)
La Marca di San Michele (Marche)
La Torre (Toscana)
La Viranda (Piemonte)
Pantun (Puglia)
Pernigotti Adele (Piemonte)
Pietralta (Marche)
Podere Veneri Vecchio (Campania)
Calcabrina (Umbria)
Villa Chiarini Wulf (Lazio)
BIRRIFICI
Birrificio pontino (Lazio)
Brùton (Toscana)
Centokiodi (Emilia Romagna)
Free Lions (Toscana)
Grignè (Abruzzo)
L’artigiana (Lazio)
Masters (Abruzzo)
Rudeboy (Campania)
Sannita (Molise)
Stavio (Lazio)
EDITORI
alfabeta2
Arcopinto
:duepunti
BeccoGiallo
bfs
DeriveApprodi
e/o
Edizioni Ambiente
Edizioni dell’Asino
Edizioni Estemporanee
Edizioni Fahrenheit
eléuthera
emons
Hellnation
Iacobelli
La Nuova Frontiera
Lantana
Manni
minimum fax
Mondo Bizzarro
Nutrimenti
Ponte Sisto
Quodlibet
struwwelpeter
Troglodita Tribe (Spaf)
Zafari Libreria
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Vai su www.indyarea.org per i dettagli del festival: eventi, produttori coinvolti e tutte le info
Ufficio stampa INDY: Urbandrum Communication:
olgasiciliani@rmnet.it -349/2727868
federico.fiume@gmail.com – 347/1210140
Posted: Maggio 30th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: crisi sistemica, post-filosofia, Révolution | Commenti disabilitati su Zizek: “Save us from saviours”
Slavoj Žižek on Europe and the Greeks
Imagine a scene from a dystopian movie that depicts our society in the near future. Uniformed guards patrol half-empty downtown streets at night, on the prowl for immigrants, criminals and vagrants. Those they find are brutalised. What seems like a fanciful Hollywood image is a reality in today’s Greece. At night, black-shirted vigilantes from the Holocaust-denying ne0-fascist Golden Dawn movement – which won 7 per cent of the vote in the last round of elections, and had the support, it’s said, of 50 per cent of the Athenian police – have been patrolling the street and beating up all the immigrants they can find: Afghans, Pakistanis, Algerians. So this is how Europe is defended in the spring of 2012.
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traduzione in italiano
Posted: Maggio 27th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: arts, Révolution | Commenti disabilitati su MACAO
Oltre il giardino – L’esperienza di Macao e il lavoro creativo
di CRISTINA MORINI
Una settimana vicino al cielo, sulla torre Galfa liberata da Ligresti e poi qualche giorno nel giardino di Palazzo Citterio, confinante con l’Orto botanico, meraviglia segreta di Milano. Questa, per il momento, la parabola di Macao che per due volte è apparso in città, due volte si è insediato tra le strade e nella pioggia e due volte è stato sgomberato.
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Posted: Maggio 24th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: BCE, crisi sistemica, Révolution | Commenti disabilitati su L’avenir de l’Europe se joue en Grèce
« Le nouveau gouvernement français, qui se cantonne dans un silence prudent, devrait affirmer haut et fort, qu’il respectera les décisions du peuple grec, et rejettera toute proposition d’exclure la Grèce de l’Europe ou de la zone euro. » Par Etienne Balibar, philosophe, Michaël Löwy, philosophe et sociologue et Eleni Varikas, professeure de science politique.
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Posted: Maggio 21st, 2012 | Author: agaragar | Filed under: arts, Révolution | Commenti disabilitati su 13 confusioni
13 CONFUSIONI
di Amos Vogel
Dopo vent’anni di oscurità, povertà, rifiuto ignorante e ostinata perseveranza, l’avanguardia cinematografica americana soffre oggi, per la prima volta nella sua storia, di un nuovo, inquietante disturbo: troppa attenzione senza comprensione, troppa approvazione senza discriminazione. Crimine dei crimini: è diventata di moda. I suoi guru e artisti corrono il rischio di diventare essi stessi il “sistema” dell’avanguardia; la sua fama crescente nasconde solo in modo imperfetto una debolezza interna. Le osservazioni che seguono, rivolte a rimuovere dei malintesi, rappresentano una critica dall’interno, pienamente consapevole dei numerosi risultati ottenuti dal movimento. Questi frutti si trovano non soltanto nei molti talenti e lavori che il movimento ha scoperto e difeso, ma nella sua continua “profanazione” creativa del mezzo che non lascia nulla di indisturbato e non dà niente per scontato.
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Posted: Maggio 21st, 2012 | Author: agaragar | Filed under: arts, Révolution | Commenti disabilitati su Intervista a Amos Vogel
L’AVANGUARDIA NON PUO’ ESSERE SCONFITTA: INTERVISTA A AMOS VOGEL
di Cott MaCdonald
MacDonald: Quando conducevi Cinema 16, il modello della “film society” era quello standard per far circolare il cinema alternativo; negli anni ’60 c’è stato un movimento underground o d’avanguardia, o almeno l’illusione che ce ne fosse uno; poi, nei ’70, si è arrivati al sostegno governativo diretto al supporto di sale dedicate al cinema alternativo. Come vedi la scena alternativa odierna?
Vogel: Prima di tutto bisogna considerare il contesto sociale, perché il cinema d’avanguardia può essere preso in considerazione solo all’interno di una visione più ampia. Ai tempi delle proiezioni del Cinema 16 le nostre attività coincidevano, grosso modo, con l’epoca dei Beat, che si è poi sviluppata nei movimenti degli anni ’60. Abbiamo cominciato prima dei Beat, nel 1947-1948, ma il fatto che Pull My Daisy sia stato proiettato per la prima volta all’interno dei programmi di Cinema 16 dimostra che avevamo alle spalle un’atmosfera benevola nei confronti delle forme di sperimentazione che ci interessavano. Quindi, se da una parte proiettando film come quello abbiamo preparato il campo per una situazione che non si è venuta a creare dal nulla, dall’altra c’era un contesto sociale più ampio che ci ha permesso di svilupparci con successo. Ritengo che questa riflessione non valga per l’oggi, o per gli anni recenti. Ci troviamo in un’epoca estremamente conservatrice e retrograda – politicamente, culturalmente, sotto ogni aspetto – con gravi conseguenze per il cinema, in particolare per quello sperimentale, che si caratterizza in maniera più conflittuale di qualunque altro tipo di cinema indipendente.
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