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Posted: Febbraio 5th, 2012 | Author: | Filed under: epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su aut aut

Inseriamo qui l’introduzione di Pier Aldo Rovatti al volume-antologia “Il coraggio della verità”, in cui ripercorre i sessant’anni della rivista: dalla fondazione (1951), a opera di Enzo Paci, si passa agli anni della fenomenologia (1960-69), al decennio dei bisogni (1970-79), all’intersezione con il pensiero debole (1980-89), ai nuovi autori ospitati nella rivista negli anni novanta (Foucault, Derrida…), fino ad arrivare alla “filosofia messa in gioco” (2000-2010).

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Bourdieu: violenza simbolica e subalternità culturale

Posted: Gennaio 23rd, 2012 | Author: | Filed under: epistemes & società, post-filosofia | 6 Comments »

Pierre Bourdieu con Sergio Benvenuto

Professor Bourdieu, nell’ambito del suo pensiero, lei ha elaborato il concetto di “violenza simbolica”. Che cosa intende con questa nozione?

La nozione di violenza simbolica mi è parsa necessaria per designare una forma di violenza che possiamo chiamare “dolce” e quasi invisibile, una violenza che svolge un ruolo importante in molte situazioni e relazioni umane. Per esempio, nelle rappresentazioni ordinarie, la relazione pedagogica è vista come un’azione di elevazione dove il mittente si mette, in qualche modo, alla portata del ricevente per portarlo a elevarsi fino al sapere, di cui il mittente è il portatore. Una visione non falsa, ma che maschera l’aspetto di violenza.

La relazione pedagogica, per quanto possa essere attenta alle attese del ricevente, implica un’imposizione arbitraria di un arbitrio culturale. Per fare un esempio, basta paragonare – come si sta iniziando a fare – gli insegnamenti della filosofia negli Stati Uniti, in Italia, in Germania, in Francia, ecc.: si vede, allora, che il Pantheon dei filosofi che ognuno di questi tipi nazionali di insegnamento impone ai discenti è estremamente diverso e una parte dei malintesi nella comunicazione tra i filosofi dei diversi paesi consistono nel fatto che essi sono stati esposti, all’epoca della loro prima iniziazione, a una certa arbitrarietà culturale. E a questo proposito che ho elaborato la nozione di “violenza simbolica”.

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“Lo storicismo è finito”

Posted: Dicembre 29th, 2011 | Author: | Filed under: epistemes & società, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su “Lo storicismo è finito”

Intervista con Slavoj Zizek

Un personaggio scomodo, di quelli che fanno sempre parlare di sé…Slavoj Zizek, intellettuale di Lubjana che quando apre la bocca riesce sempre a scatenare un polverone; come quando nega il concetto di tolleranza, o quando esalta, come unica tradizione europea, quella dell’ateismo, o, ancora, quando decostruisce il concetto di “diritti umani”.

Studioso fondatore della scuola Lacaniana slovena, di lui è stato detto che se Socrate fosse stato in cura da Lacan il risultato sarebbe stato Zizek.
Di seguito presento questa intervista, pubblicata originariamente sul Manifesto, uscita in concomitanza con l’ultima sua fatica: “In difesa delle cause perse”.

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“NeoRealismi” a confronto. Rigurgiti postmoderni e rivalse scientiste?

Posted: Dicembre 21st, 2011 | Author: | Filed under: epistemes & società, post-filosofia | 7 Comments »

di Francesca Fistetti

L’estate 2011 ha stupito noi lettori distratti da continue iniezioni televisive di iperrealtà con l’ennesima versione, forse anch’essa postmoderna, di una delle più dibattute polemiche filosofiche dell’ultimo decennio, quella tra ‘(neo-)realismo’ e ‘postmoderno’. Procediamo però con cautela, tentando di chiarire al meglio i termini della complessa questione.

Tutto ha inizio dal provocatorio manifesto di un presunto ritorno alla realtà, lanciato dalle colonne de “La Repubblica” da Maurizio Ferraris, noto filosofo formatosi alla scuola del ‘pensiero debole’ di Gianni Vattimo, oggi, vicino al trascendentalismo scientista di derivazione searliana. Il battesimo di questo esorcismo collettivo, che dovrebbe ricondurre finalmente quel che resta di un pensiero razionale e critico a riacciuffare le redini della Storia, riabilitando tre parole-chiave “Ontologia, Critica e Illuminismo”, dopo le superbe rodomontate postmoderne che hanno invece generato solo scioperataggine speculativa, sarà officiato in un importante convegno, a Bonn, nella prossima primavera, a cui parteciperanno nomi illustri del calibro di Umberto Eco e John Searle. Inoltre, il certificato di morte del postmoderno è ormai redatto e validato da una mostra londinese – ci informa Edward Docx, sempre dalle pagine culturali de “La Repubblica”[1] – al Victoria and Albert Museum, dal titolo emblematico, Postmoderno – Stile e sovversione 1970-1990.

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intellettuali

Posted: Dicembre 21st, 2011 | Author: | Filed under: epistemes & società, post-filosofia | 8 Comments »

Schiudere spazi di libertà

Pubblichiamo qui la versione integrale della conversazione con Ida Dominijanni a cura di Enrico Donaggio e Daniela Steila

Anche a te chiediamo, come ai nostri precedenti interlocutori, se, a tuo avviso, in una situazione di grande emergenza civile come quella italiana, esiste un compito dell’intellettuale.

Il compito dell’intellettuale è sempre lo stesso: interpretare il presente, demistificare il potere, aprire spazi di libertà praticando, e non solo predicando, libertà. Michel Foucault ne ha dato una raffigurazione perfetta nei suoi commenti al testo kantiano Che cos’è l’Illuminismo? Naturalmente è lo stesso Foucault ad averci messo in guardia una volta per tutte da una certa concezione idealistica dell’intellettuale che lo vorrebbe estraneo al potere, ricordandoci che se il potere è sempre armato di sapere, il sapere a sua volta ha sempre a che fare con il potere: perché lo esercita e perché non c’è intellettuale, fosse pure il più critico, che non sia situato all’interno dello stesso regime di verità e dello stesso ordine del discorso della sua epoca che il potere garantisce e presiede. Mi sembra un punto rilevante per la situazione italiana di oggi.

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Bernard Stiegler

Posted: Ottobre 26th, 2011 | Author: | Filed under: anthropos, epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su Bernard Stiegler

‘‘Proletarizzati di tutto il mondo unitevi… contro la bêtise!’’

Intervista a Bernard Stiegler

Bernard Stiegler, professore al Goldsmiths College di Londra, all’Université de Technologie di Compiègne e visiting professor alla Cambridge University, nonché Direttore dell’Institut de Recherche et d’Innovation du Centre Georges Pompidou di Parigi, è sicuramente uno dei filosofi più attenti alle trasformazioni della società contemporanea, come dimostrano i suoi numerosi libri pubblicati negli ultimi anni. A dispetto di alcuni titoli ”apocalittici” delle sue pubblicazioni – come La misère symbolique o Mécréance et miscrédit – e delle analisi fortemente critiche per le quali è conosciuto anche in Italia (sebbene ancora poco tradotto), Stiegler si distingue sicuramente per la serena volontà di trasformazione sociale, economica, politica e culturale dello stato attuale delle cose, prendendo come bersaglio critico l’ignoranza in quanto fenomeno socialmente prodotto dall’ideologia e dalle tecnologie del consumo. Da questa volontà, condivisa con altri pensatori e studiosi, nasce il progetto di Ars Industrialis, l’associazione di cui Stiegler è presidente e uno dei fondatori. In particolare, l’ambizione di Ars Industrialis, è quella di essere “un’associazione internazionale per l’ecologia industriale dello spirito”, che sappia coniugare critica teorica e proposta programmatica su tutti i piani del sapere, a incominciare dalle scienze umane.

Stiegler ha inoltre pubblicato, qualche anno fa, un libro intitolato La télécratie contre la démocratie, offrendoci così un buon movente per accogliere le sue parole, attraverso un’intervista, in questo numero di Kainos.

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L’ape e l’architetto

Posted: Settembre 7th, 2011 | Author: | Filed under: epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su L’ape e l’architetto

L’APE E L’ARCHITETTO

di Marco d’Eramo

Quando la sinistra non fu più scientista

A distanza di 35 anni, esce la nuova edizione di un volume che segnò un’epoca. Per la prima volta un gruppo di scienziati discuteva di filosofia e di neutralità della scienza. Un testo miliare da rileggere anche per capire quanto da allora è cambiato

Che baratro bastano a scavare solo 35 anni! Dà quasi una vertigine dell’abisso prendere in mano la nuova edizione de L’ape e l’architetto (ed. Bicocca – Franco Angeli, pp. 300, euro 33). Quando apparve nel 1976, questo volume segnò un’epoca. Era la prima volta in Italia che a discutere di filosofia e di neutralità della scienza erano scienziati professionisti. Infatti gli autori – Giovanni Ciccotti, Marcello Cini, Michelangelo De Maria, Giovanni Jona-Lasinio – erano tutti fisici teorici dell’istituto Enrico Fermi dell’Università La Sapienza di Roma. (Jona-Lasinio era stato uno dei due relatori della mia tesi di laurea ed era nel gruppo di Cini che avevo vinto una borsa di studio di ricercatore).

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SCAFFALE
Nuovi contributi per un classico degli anni ’70

Apparso per la prima volta sugli scaffali delle librerie italiane nel 1976 per le edizioni Feltrinelli, «L’Ape e l’Architetto» viene oggi ripubblicato da Franco Angeli (pp. 304, euro 33) in una nuova edizione che comprende anche una serie di nuovi saggi, che ne rielaborano e attualizzano gli spunti. In particolare, Giovanni Jona-Lasinio affronta i «Mutamenti della prassi scientifica nella società tecnologica», Giovanni Ciccotti e Michelangelo de Maria analizzano «Ciò che è vivo e ciò che è morto de “L’Ape e l’Architetto”», mentre Marcello Cini rilegge «L’Ape e l’Architetto: trentacinque anni dopo» e ancora Giovanni Jona-Lasinio ritrova «L’Ape e l’Architetto in retrospettiva». Al gruppo degli autori «storici», si aggiungono adesso Arianna Borrelli («Il rapporto fra scienza e società nella storiografia della scienza e ne “L’Ape e l’Architetto”»), Marco Lippi («L’Ape e l’Architetto tra scientisti e irrazionalisti degli anni ’70»), Dario Narducci («Gli spettri della scienza e i fantasmi dell’irrazionalismo») e Giorgio Parisi («La lotta contro l’ortodossia»).

Giorgio Parisi: Il lessico dimenticato di una critica ancora attuale