Posted: Maggio 1st, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, comune, Deleuze, epistemes & società, hacking, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, psichè, Révolution | 65 Comments »
by Matteo Pasquinelli
Abstract
The political economy of the information machine is discussed within the Marxist tradition of Italian operaismo by posing the hypothesis of an informational turn alreadyat work in the age of the industrial revolution. The idea of valorizing information introduced by Alquati (1963) in a pioneering Marxist approach to cybernetics issued to examine the paradigms of mass intellectuality, immaterial labour and cognitive capitalism developed by Lazzarato, Marazzi, Negri, Vercellone and Virno since the 1990s. The concept of machinic by Deleuze and Guattari (1972, 1980) is then adopted to extend Marx’s analysis of the industrial machine to the algorithms of digital machines. If the industrial machine can be described as a bifurcation of the domains of energy and information, this essay proposes to conceive the information machine itself as a further bifurcation between information and metadata. In conclusion, the hypothesis of the society of metadata is outlined as the current evolution of that society of control
pictured by Deleuze (1990) in relation to the power embodied in databases.
Keywords
algorithm, cognitive capitalism, information machine, immaterial labour, metadata, operaismo
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Posted: Aprile 27th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, crisi sistemica, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Dall’ecografia alla farmacologia: Bernard Stiegler e Ars Industrialis
di Paolo Vignola
Quando Derrida e Stiegler pubblicarono Ecografie della televisione era la metà degli anni Novanta, periodo in cui molti filosofi decisero di dedicare le proprie riflessioni al tubo catodico, e in quel libro i due autori, in linea con l’orientamento generale, ragionavano sulle trasformazioni sociali e politiche prodotte dal progresso «teletecnologico». I cambiamenti conseguenti a questa inedita esplosione mediatica, che comprendeva anche la prima dimensione autenticamente pubblica di Internet, riguardavano innanzitutto il processo di democratizzazione su scala globale[1] nonché, parallelamente ad esso, il fenomeno di omogeneizzazione culturale causato in primo luogo dall’egemonia del mercato nello sviluppo della globalizzazione.
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Posted: Aprile 19th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia | Commenti disabilitati su Bernard Stiegler e il populismo industriale
di Paolo Vignola
Di fronte alla questione relativa al compito della filosofia, Gilles Deleuze ha dato una risposta che potremmo definire “fuori dal tempo” per la sua validità, e “fuori dalla filosofia contemporanea” per via della sua semplicità espressiva. Eppure, affermare, sulla scia di Nietzsche, che l’attività della filosofia «è la critica della stupidità e della bassezza»1 significa indicare un assioma fondamentale per la filosofia di questo nuovo secolo e, al tempo stesso, suggerire uno dei compiti politici più urgenti per il nostro presente. La critica della stupidità ha infatti acquisito la sua efficacia più puntuale nel momento in cui «l’informatica, il marketing, il design, la pubblicità, tutte le discipline della comunicazione si impadronivano della parola stessa “concetto”»2 e sembravano così sottrarre alla filosofia il suo lavoro di creazione dei concetti. Ecco allora che Deleuze, mostrando come queste discipline rientrano nel concetto di «controllo», ha voluto prendersi la rivincita del filosofo.
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Posted: Aprile 19th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, bio, Deleuze, epistemes & società, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Linguaggio e immanenza. Kierkegaard e Deleuze sul “divenir-animale”
di FELICE CIMATTI
[dal n. 363/2014 di “aut aut”]
Quanto grande dev’essere la violenza da fare al pensiero per diventare capaci di pensare, la violenza di un movimento infinito che ci priva al tempo stesso del potere di dire Io?[1]
G. Deleuze – F. Guattari
1. “La nostra impresa più difficile”
Immanenza. È una nozione difficile da articolare, perché se per spiegare un concetto si ricorre a un altro concetto, al suo contrario o a uno simile, questo non si può fare per l’immanenza, che è un concetto limite, che assorbe in sé tutti gli altri, e li annulla. L’immanenza non è propriamente il contrario della trascendenza. È questa che ha bisogno dell’immanenza, come suo contrario, per precisare se stessa, per definirsi come l’ambito di ciò che non è immanente, non è mondano, non è terreno. L’immanenza è lo spazio che si apre quando tutti i dualismi sono stati superati, e non rimane che un unico ambito, quello appunto dell’immanenza. Uno spazio che proprio per questa ragione è impensabile e indicibile: “Il piano di immanenza non è un concetto, né pensato né pensabile”.[2] Non si può pensare, ché per pensarlo occorrerebbe essere al suo esterno, ossia nella trascendenza; per la stessa ragione non può dirsi, perché il linguaggio incarna l’essenza stessa di ogni dualismo, della cosa e del segno, del significato e del significante, del contenuto e dell’espressione. È difficile quindi pensare l’immanenza.
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Posted: Marzo 29th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: arts, Deleuze, epistemes & società | Commenti disabilitati su Gli spettri del capitale
di Mario Pezzella
Questo numero prosegue la riflessione sul rapporto tra cinema e pensiero critico, iniziata nel 2008 con Il cinema non è il cinema[1]. I film –si diceva allora- non possono essere ridotti a esempi di sistemi filosofici (come se esistessero film heideggeriani, aristotelici e -perchè no- vattimiani o cacciariani). Il cinema è oggetto e soggetto di pensiero nella misura in cui contribuisce ad articolare lo spazio e il tempo della modernità, la partizione del sensibile, nella quale si cristallizzano le sue forme percettive. L’ordine simbolico in cui viviamo non è affatto neutro: è quello del capitale e del suo dominio. E’ un orizzonte di senso che nulla sembra trascendere; e pure è percorso da crepe e brecce che ne incrinano lo spazio.
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Posted: Dicembre 29th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, bio, Deleuze, epistemes & società, Foucault | Commenti disabilitati su Deleuze-Foucault, così vicini così lontani
di Roberto Ciccarelli
Gilles Deleuze. Pubblicato il primo volume che raccoglie i corsi del filosofo francese dedicati a Michel Foucault. Un’immersione nel labirinto rappresentato dal rapporto tra sapere e potere.
Gilles Deleuze e Michel Foucault hanno intrattenuto un’amicizia profonda e distante. Misterioso rapporto, l’ha definita Deleuze nell’intervista a Claire Parnet sull’Abecedaire. Poi subentrò il rammarico quando il filosofo delle Parole e le cose o di Sorvegliare e punire morì nel 1984. I rapporti si erano raffreddati dopo una serie di dissidi teorici e politici. Nel 1976 Foucault criticò la nozione di desiderio di Deleuze-Guattari nell’Antiedipo. Poi si allontanarono sul caso dell’avvocato della Raf Klaus Croissant, estradato dalla Francia in Germania nel 1977. Emersero divergenze anche sulla questione palestinese.
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Posted: Novembre 29th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, bio, crisi sistemica, Deleuze, digital conflict, epistemes & società, hacking, kunst, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | 8 Comments »
by TIZIANA TERRANOVA
This essay is the outcome of a research process which involves a series of Italian institutions of autoformazione of post-autonomist inspiration (‘free’ universities engaged in grassroots organization of public seminars, conferences, workshops etc) and anglophone social networks of scholars and researchers engaging with digital media theory and practice officially affiliated with universities, journals and research centres, but also artists, activists, precarious knowledge workers and such likes. It refers to a workshop which took place in London in January 2014, hosted by the Digital Culture Unit at the Centre for Cultural Studies (Goldsmiths’ College, University of London). The workshop was the outcome of a process of reflection and organization that started with the Italian free university collective Uninomade 2.0 in early 2013 and continued across mailing lists and websites such as Euronomade, Effimera, Commonware, I quaderni di San Precario, and others. More than a traditional essay, then, it aims to be a synthetic but hopefully also inventive document which plunges into a distributed ‘social research network’ articulating a series of problems, theses and concerns at the crossing between political theory and research into science, technology and capitalism.
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[traduzione in italiano qui]
Posted: Novembre 24th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, Deleuze, epistemes & società, Foucault, philosophia, post-filosofia | Commenti disabilitati su Giorgio Agamben, un vita libera finalmente
di Roberto Ciccarelli 24 novembre 2014
Tra diritto pubblico e biopolitica, l’immanenza. Una lettura di “L’uso dei corpi” di Giorgio Agamben (Neri Pozza, 2014).
In pochi libri oggi c’è un’aria di scoperta. Può accadere leggendo L’uso dei corpi, ultima tappa del ciclo ventennale che Giorgio Agamben ha dedicato alla riflessione sull’Homo Sacer. Insieme a pochi altri, questo libro spiega perché oggi ciò che è da pensare è l’immanenza. Sulle tracce del filosofo francese Gilles Deleuze, che ne ha fornito un’originale ricostruzione, Agamben torna oggi su questi sentieri dove non mancano chiaroscuri e incroci problematici. In più Agamben arriva a spiegare il senso della sua indagine sul diritto pubblico (lo “Stato di eccezione”), sulla biopolitica (da lui declinata come potere “tanatopolitico” della razionalità occidentale).
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Posted: Novembre 22nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: comune, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Soggettivazioni
di FEDERICO CHICCHI
Intervento sulla “produzione di soggettività” nell’incontro di autoformazione “Cartografia delle lotte”
Il soggetto come estimità del capitale
Non è per nulla facile costruire una riflessione sistematica sul soggetto. La soggettività è un concetto teorico a dir poco scivoloso, che scappa da tutte le parti quando provi a includerla in paradigma interpretativo.
Il soggetto (come la sua etimologia mostra chiaramente) è al contempo il risultato della presa dell’ordine simbolico sul bios, dell’azione del potere sull’individuo, e al contempo quell’elemento che rende strutturalmente insaturo quello stesso ordine e che bucandolo lo costringe ad un processo dinamico di continua trasformazione. Il capitalismo non è un cristallo.
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Posted: Novembre 3rd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia | Commenti disabilitati su Tra politica ed etica: la questione della soggettivazione
di JUDITH REVEL
Versione italiana della conferenza presentata a Yale il 17 giugno nell’ambito del convegno internazionale “Michel Foucault: after 1984″ – Yale University, Whitney Center for Humanities, 17-18 ottobre 2014″
Prendendo alla lettera l’intitolato di questo convegno, ho provato a riflettere su cosa avesse cambiato nella mia ricezione di Foucault negli ultimi anni – o per dirlo più direttamente, sulla differenza tra l’approccio al pensiero foucaultiano che esisteva quando ho cominciato ad avvicinarmi a Foucault, alla fine degli anni 1980, e il modo in cui mi sembra si possa – o si debba – lavorare oggi. È una banalità, probabilmente, ma lo sottolineo : la pubblicazione dei Dits et écrits, e successivamente l’impresa di edizione, ormai quasi compiuta, dei corsi al Collège de France, hanno radicalmente spostato, completato e a volte corretto molti degli assi di lettura di cui disponevamo. Ora uno degli assi di lettura, o se volete di problematizzazione, più importanti che è stato modificato in quel modo, mi sembra quello che articola insieme l’analitica dei poteri che segna la ricerca di Foucault negli anni 1970, e la dimensione etica che emerge nel suo pensiero nei primi anni 1980. È al modo in cui ciò avviene che vorrei tornare oggi, cercando di evidenziare quanto la nozione di soggettivazione sia stata fondamentale nel costruire il passaggio tra politica ed etica, fino ad evidenziare – sarà la mia ipotesi – la dimensione politica dell’etica, vale a dire anche l’etica intesa come prolungamento della politica e non come “ripiegamento” dalla politica.
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