Posted: Settembre 2nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Deadly Algorithms
by Susan Schuppli
Algorithms have long adjudicated over vital processes that help to ensure our well-being and survival, from pacemakers that maintain the natural rhythms of the heart, and genetic algorithms that optimise emergency response times by cross-referencing ambulance locations with demographic data, to early warning systems that track approaching storms, detect seismic activity, and even seek to prevent genocide by monitoring ethnic conflict with orbiting satellites. [1] However, algorithms are also increasingly being tasked with instructions to kill: executing coding sequences that quite literally execute.
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Posted: Agosto 30th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, hacking, Marx oltre Marx, posthumanism | 7 Comments »
An Interview with Ben Campbell
C. Derick Varn: Marxian notions of science are characterized in two incompatible ways: I have heard Marxists and Marx being accused of proto-postmodern relativism and absolute social constructivism, and conversely as positivistic and crudely deterministic. Do both of these characterizations misunderstand something fundamental about Marx and Marxist-influenced epistemology?
Ben Campbell: In discussing Marxism’s relation to science, it is important to note that there is no one “Marxism.” Rather, it must be understood that Marxism frayed into several strands, particularly after Marx and Engels’ death, and especially after the political failures of the early twentieth century. One of the many areas in which this great divergence of Marxisms can be seen is in their relation to science.
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Posted: Luglio 27th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia | Commenti disabilitati su La contromossa del desiderio. Quarant’anni dopo L’anti-Edipo
di Fabio Treppiedi
Ci sono due modi di richiamarsi alle distruzioni necessarie: quella del poeta, che parla in nome di una potenza creatrice, atta a rovesciare tutti gli ordini e tutte le rappresentazioni per affermare la differenza nello stato di rivoluzione permanente dell’eterno ritorno; e quella del politico, che si preoccupa innanzitutto di negare ciò che differisce, per conservare, prolungare un ordine costituito nella storia, o per istituire un ordine storico che sollecita già nel mondo le forme della propria rappresentazione. E’ possibile che entrambi i modi coincidano, in un momento particolarmente turbato, ma essi non sono mai lo stesso.
Gilles Deleuze, Differenza e ripetizione
La vita troverà una via di scampo, anche da questa critica.
Martin Heidegger, Natorp-Bericht
1. ATTUALITÀ DELL’ANTI-EDIPO
L’Anti-Edipo nasce in un contesto politico culturale, immediatamente successivo al Sessantotto, in cui la posizione dei suoi due autori ha prodotto giudizi contrastanti. Considerato il manifesto azzardato, e a tratti incomprensibile, del desiderio anarchico, l’Anti-Edipo pone tuttora delle domande che mettono in luce, forse più di prima, l’ambizione kantiana e l’ispirazione spinoziana di Deleuze: il progetto a quattro mani con Guattari è infatti «una specie di Critica della ragion pura al livello dell’inconscio»1e, nello stesso tempo, uno «spinozismo dell’inconscio»2. Appaiono ancora rilanciabili tre domande dell’Anti-Edipo: I. Quali le traiettorie della psicanalisi dopo la scoperta freudiana di un principio di produzione inconscia? II. Perché il disagio psichico è vissuto con un certo imbarazzo nell’ambito di diversi saperi e di diverse istituzioni? III. In che modo l’inconscio incide sulle contraddizioni del presente, dunque, sui conflitti tra realtà differenti e sempre più estese quali società, gruppi, schieramenti etc.? Il noto attacco dell’Anti-Edipo alla psicoanalisi non si separa dal tentativo, sviluppato nel corso dell’intero libro, di fondare una politica del desiderio. Tentativo, questo, che Deleuze e Guattari articolano sui due piani strettamente connessi di una critica alle letture «edipizzanti» del sociale e di un’analisi dei modi di riproduzione del capitalismo. Ponendo le questioni nel segno di questa duplice tensione, Deleuze e Guattari concepiscono la «schizoanalisi» come una pratica mediante cui rilevare criticamente, nel loro contesto, i limiti di psicoanalisi e marxismo nelle loro stesse capacità di lettura e trasformazione della realtà e della storia.
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Posted: Luglio 17th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, bio, crisi sistemica, digital conflict, epistemes & società, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Sindacalizzazione, lavoro digitale e economia della condivisione negli Stati Uniti
Intervista a TREBOR SCHOLZ (a cura di TIZIANA TERRANOVA)
Tiziana Terranova: Trebor, in Italia come altrove immagino, stiamo discutendo cosa sta succedendo a forme tradizionali di organizzazione del lavoro come i sindacati e di nuove forme di sperimentazione che potremmo definire di ‘sindacalismo sociale’. Ci interessa la relazione tra nuove forme di sindacalizzazione e la loro relazione con lotte più ampie e meno definite. Pensiamo per esempio alle lotte ambientali, a lotte informali nella città attorno al precariato ecc, che confondono la relazione tra vita e lavoro. Tu d’altro canto stai seguendo da vicino le trasformazioni del sindacalismo negli Stati Uniti, ma anche l’impatto globale della riorganizzazione del lavoro indotto dall’uso di Internet come infrastruttura lavorativa. Hai notato un ritorno di sindacalismo in luoghi di lavoro in cui è stato tradizionalmente molto difficile organizzarsi come l’industria del fast food o grandi magazzini come Walmart. Ma quello che sembra preoccuparti di più, però, è la sfida di organizzare quello che chiami lavoro digitale e in particolare il crowdsourcing che hai ribattezzato crowdmilking (la mungitura delle folle). Qui ‘lavoratori anonimi’ incontrano ‘datori di lavoro’ anonimi. Ci puoi parlare un po’ di questo nuovo modo di organizzare la produzione e la sfida che pone alla sindacalizzazione?
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Posted: Luglio 13th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, Révolution | 51 Comments »
La straordinaria battaglia contro il linguaggio che Artaud sperimentò sul proprio corpo ci può dire qualcosa solo se siamo interessati al superamento dell’arte come dimensione separata, se vogliamo pensare e praticare un livello dell’espressione che lavori dentro i processi di produzione del senso, individuali e sociali, se vogliamo vivere gli squilibri indotti dalla tecnologia contemporanea come occasione di liberazione dei corpi e non di asservimento.
di Antonio Caronia
Uno dei passaggi più densi e significativi della seconda metà del secolo XX potrebbe essere contenuto in una trasmissione radiofonica che non ebbe mai luogo, che non fu mai trasmessa cioè, ma fu accuratamente preparata, eseguita, registrata: emessa, insomma, ma non trasmessa.
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Posted: Luglio 7th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, psichè, Révolution | Commenti disabilitati su Valutazione? Trasvalutazione!
di FRANCESCA COIN
“Lasciatevi rovesciare!”
Zarathustra
Qualche mese dopo l’occupazione di Gezi Park Stephen Snyder[1] scriveva un articolo per Roar Magazine nel quale descriveva le proteste turche come un processo di trasvalutazione. É un processo di trasvalutazione quello che ha infiammato Istanbul, scrive Snyder, un intreccio di danza e arti, intensità estetiche e performance creative nel quale la singolarità si era strappata di dosso la vecchia pelle del lavoro astratto ed era esondata nelle strade celebrando nuovi valori. È la stessa scena, infondo, quella che perturba le piazze mondiali, quella di una soggettività che si strappa di dosso il lavoro e lo dismette insieme alla sua morale, insieme alla sua interpretazione di vero e falso, giusto e sbagliato, di buona o cattiva condotta, insieme a quell’attualità “falsa crudele contraddittoria corruttrice e senza senso” che Nietzsche descrive nella Volontà di Potenza. È un processo di trasvalutazione, quello che dissolve la vecchia epoca neo-liberale e afferma “il movimento ascendente della vita, la buona riuscita, la potenza, la bellezza, l’affermazione di sé sulla terra”[2] in una socialità che interrompe l’eterno ritorno del medesimo, quel processo continuo che dall’accumulazione primitiva si ripete ogni giorno tessendo uno stretto legame tra morale, produzione capitalistica e stato per lasciarlo dietro sé. In questo contesto quello strano incontro per cui il “libero proprietario della propria capacità di lavoro, della propria persona” si incontra sul mercato con il possessore di denaro “e i due entrano in rapporto reciproco come possessori di merci, di pari diritti, distinti solo per essere l’uno compratore, l’altro venditore, persone dunque giuridicamente eguali”[3] si fa esotico. L’incontro tra il possessore di denaro e il possessore di forza lavoro è qui sospeso, umiliato dall’altera indifferenza di una delle due parti. Esiste un duplice processo, in questa esondazione. Per cessare di essere agite e di agire come lavoro astratto, le forze reattive devono non solo rifiutare lo scambio e il suo valore, sottrarsi all’infinita negoziazione di “giusti” tempi e orari di lavoro. Non si tratta solo di rifiutare le condizioni dello scambio o di ribellarsi al primato dei forti sui deboli e dei signori sugli schiavi. Si tratta di trasformarne i valori.
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Posted: Luglio 4th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società | Commenti disabilitati su Ospitare la follia. Intervista a Pier Aldo Rovatti
Di Redazione LC 4 luglio 2014
Pubblichiamo un’intervista a Pier Aldo Rovatti comparsa su “QLibri”, maggio-giugno 2014 a cura di Barbara Scapolo, uscita in occasione della pubblicazione di “Restituire la Soggettività. Lezioni sul pensiero di Franco Basaglia“ (Alpha beta Verlag, 2013).
Barbara Scapolo: Con la sua opera e il suo insegnamento, Rovatti ha soprattutto cercato di approfondire la questione della soggettività nel pensiero contemporaneo mediante un approccio spiccatamente critico e con un preciso riferimento alle dinamiche di potere. Inoltre, egli si è occupato in modo continuativo dei rapporti tra filosofia e psichiatria e, da protagonista, dell’esperienza di Franco Basaglia, che proprio a Gorizia e Trieste ha fatto la sua rivoluzione. Per iniziare, potremmo citare il titolo di uno dei suoi lavori, “La follia, in poche parole” (ediz. Bompiani, 20083), e chiederle di indicarci se davvero la follia s’intrecci strettamente, indissolubilmente, alla nostra essenza…
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Posted: Giugno 26th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, Deleuze, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | Commenti disabilitati su La differenza italiana
Genealogie dell’impersonale, della passività radicale e della debolezza tra Esposito, Agamben e Vattimo
di Andrea Sartori*
In un articolo pubblicato nel 1976 sulla rivista L’erba voglio fondata dallo psicoanalista Elvio Fachinelli (1928-1989), Mario Perniola individuava nell’eterno ritorno dell’uguale il tratto fondamentale (e paradossale) della differenza italiana. Secondo quella diagnosi, il Paese era bloccato – fin nel suo genoma culturale – nell’impossibilità di evadere dall’apparenza del cambiamento. Perniola dilatava pertanto l’amara constatazione di Tomasi di Lampedusa (1896-1957) – secondo la quale tutto deve cambiare perché tutto rimanga così com’è – a cifra interpretativa non solo dell’Italia unificata, ma delle sue radici culturali pre-risorgimentali, addirittura cinquecento-secentesche. Il barocco italiano, ad esempio, con la sua enfasi sulla mutevolezza delle forme e delle immagini – l’Adone di Giovan Battista Marino (1569-1625) venne pubblicato nel 1623 a Parigi – già preludeva nell’analisi di Perniola alla levità, alla leggerezza senza peso specifico d’una società che ben conosciamo. Un società, in altri termini, il cui immaginario doveva essere fagocitato a breve da un nuovo soggetto economico-politico, incentrato sul possesso e l’utilizzo dei mass-media (della televisione, in particolare). Non molti anni dopo il 1976 in cui uscì l’articolo di Perniola, il governo socialista presieduto da Bettino Craxi cedette di fatto, tra il 1984 e il 1985, il monopolio della televisione commerciale a Silvio Berlusconi – ponendo così le basi di un successo che l’imprenditore, a partire dal 1994, avrebbe sfruttato anche sul piano politico.
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Posted: Giugno 23rd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, bio, comune, comunismo, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Virtuosismo anonimo, uscita negata
Recensione in estremo ritardo a “Grammatica della moltitudine” di Paolo Virno
di Marco Ambra
“Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma voi darete lo stesso numero di mattoni”
(Esodo 5,18)
Riprendere in mano la pletora di tesi e intuizioni che Paolo Virno snocciolò pochi mesi prima del G8 di Genova – quindi a ormai dodici anni dalla loro prima pubblicazione nel 2002 e a ben tredici dal seminario tenutosi all’Università della Calabria in cui furono trascritti – in Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee (DeriveApprodi, IV edizione, 2014) potrebbe sembrare un esercizio sterile, quasi un attardato tentativo di leggere la sua capacità analitica e predittiva con un rassegnato senno del poi. Eppure questo testo anfibio, un po’ trascrizione di un seminario universitario che molto conserva del ritmo del parlato e un po’ lapidaria enunciazione di tesi sulla moltitudine postfordista tanto ha ancora da dire sulla cangiante relazione fra Lavoro, Politica e Intelletto di questo secondo decennio del XXI secolo.
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Posted: Giugno 21st, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, crisi sistemica, digital conflict, epistemes & società, Global, postcapitalismo cognitivo | 108 Comments »
Önder Özengi & Pelin Tan (LaborinArt): You wanted to speak about the European crisis, especially its effect on the Mediterranean, the Near East, and the Middle East. What does the collapse of social welfare mean for these territories and countries?
Franco “Bifo” Berardi (FBB): After May 25, we must be able to say that the “European experiment” is over. The impressive result that the National Front will have in the French elections is going to add the word “end” to this expression. The European Union was based on the alliance between France and Germany, after two centuries of war. Now the alliance is over. After incredible suffering and bloodshed, the French won WWI and WWII against the Germans. Why should they accept German domination now? This horrible result has been imposed by financial capitalism, and its politics is the prevailing sentiment of the French people. The majority of the French do not feel Europe to be their home. This is a geopolitical catastrophe and, more importantly, a social catastrophe.
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