La contromossa del desiderio. Quarant’anni dopo L’anti-Edipo

Posted: Luglio 27th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia | Commenti disabilitati su La contromossa del desiderio. Quarant’anni dopo L’anti-Edipo

di Fabio Treppiedi

Ci sono due modi di richiamarsi alle distruzioni necessarie: quella del poeta, che parla in nome di una potenza creatrice, atta a rovesciare tutti gli ordini e tutte le rappresentazioni per affermare la differenza nello stato di rivoluzione permanente dell’eterno ritorno; e quella del politico, che si preoccupa innanzitutto di negare ciò che differisce, per conservare, prolungare un ordine costituito nella storia, o per istituire un ordine storico che sollecita già nel mondo le forme della propria rappresentazione. E’ possibile che entrambi i modi coincidano, in un momento particolarmente turbato, ma essi non sono mai lo stesso.

Gilles Deleuze, Differenza e ripetizione

La vita troverà una via di scampo, anche da questa critica.

Martin Heidegger, Natorp-Bericht

antiedipo

1. ATTUALITÀ DELL’ANTI-EDIPO

L’Anti-Edipo nasce in un contesto politico culturale, immediatamente successivo al Sessantotto, in cui la posizione dei suoi due autori ha prodotto giudizi contrastanti. Considerato il manifesto azzardato, e a tratti incomprensibile, del desiderio anarchico, l’Anti-Edipo pone tuttora delle domande che mettono in luce, forse più di prima, l’ambizione kantiana e l’ispirazione spinoziana di Deleuze: il progetto a quattro mani con Guattari è infatti «una specie di Critica della ragion pura al livello dell’inconscio»1e, nello stesso tempo, uno «spinozismo dell’inconscio»2. Appaiono ancora rilanciabili tre domande dell’Anti-Edipo: I. Quali le traiettorie della psicanalisi dopo la scoperta freudiana di un principio di produzione inconscia? II. Perché il disagio psichico è vissuto con un certo imbarazzo nell’ambito di diversi saperi e di diverse istituzioni? III. In che modo l’inconscio incide sulle contraddizioni del presente, dunque, sui conflitti tra realtà differenti e sempre più estese quali società, gruppi, schieramenti etc.? Il noto attacco dell’Anti-Edipo alla psicoanalisi non si separa dal tentativo, sviluppato nel corso dell’intero libro, di fondare una politica del desiderio. Tentativo, questo, che Deleuze e Guattari articolano sui due piani strettamente connessi di una critica alle letture «edipizzanti» del sociale e di un’analisi dei modi di riproduzione del capitalismo. Ponendo le questioni nel segno di questa duplice tensione, Deleuze e Guattari concepiscono la «schizoanalisi» come una pratica mediante cui rilevare criticamente, nel loro contesto, i limiti di psicoanalisi e marxismo nelle loro stesse capacità di lettura e trasformazione della realtà e della storia.

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Spezzare il linguaggio e raggiungere la vita

Posted: Luglio 13th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, Révolution | 51 Comments »

La straordinaria battaglia contro il linguaggio che Artaud sperimentò sul proprio corpo ci può dire qualcosa solo se siamo interessati al superamento dell’arte come dimensione separata, se vogliamo pensare e praticare un livello dell’espressione che lavori dentro i processi di produzione del senso, individuali e sociali, se vogliamo vivere gli squilibri indotti dalla tecnologia contemporanea come occasione di liberazione dei corpi e non di asservimento.

di Antonio Caronia

Antonin

Uno dei passaggi più densi e significativi della seconda metà del secolo XX potrebbe essere contenuto in una trasmissione radiofonica che non ebbe mai luogo, che non fu mai trasmessa cioè, ma fu accuratamente preparata, eseguita, registrata: emessa, insomma, ma non trasmessa.

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Il sapere. Corso su Michel Foucault (1985-1986)

Posted: Giugno 15th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, Deleuze, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | Commenti disabilitati su Il sapere. Corso su Michel Foucault (1985-1986)

Gilles

Anticipiamo qui un estratto dal volume Il sapere in libreria nei prossimi giorni per corte ombre . Con questo volume inizia la pubblicazione del Corso che Gilles Deleuze dedicò all’opera dell’amico a un anno di distanza dalla scomparsa. Sotto il titolo Il sapere – seguendo il suggerimento che lo stesso Deleuze sembra indicare individuando tre assi di sviluppo nell’opera di Foucault: il sapere, il potere e il desiderio – si presentano le prime otto lezioni, tenute tra l’ottobre e il dicembre del 1985. Deleuze si propone di elaborare una ricostruzione sistematica del pensiero di Foucault, considerato come filosofo a tutti gli effetti. L’itinerario proposto parte da quello che viene colto come un primo asse, relativo al problema e al concetto di sapere. L’analisi sulle condizioni di possibilità dell’enunciabile e del visibile sfocia in una ricerca filosofica sull’essere del linguaggio e della luce, in opposizione allo strutturalismo, alla fenomenologia e alla linguistica. A emergere è una concezione complessa e originale dei legami tra le visibilità e gli enunciati, che si definisce mettendo Foucault in relazione con Kant e Blanchot, con il cinema di Syberberg, degli Straub o di Duras, oltre che con la scrittura di Raymond Roussel.

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Performance e performatività de “la-teoria-del-genere” tra Francia e Italia

Posted: Maggio 31st, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, donnewomenfemmes, epistemes & società, postgender, posthumanism, Révolution, vita quotidiana | 75 Comments »

di SARA GARBAGNOLI

felicità

Pubblichiamo in italiano una versione abbreviata dell’intervento di Sara Garbagnoli al convegno internazionale HABEMUS GENDER! Deconstruction Of A Religious Counter-Attack, che si è tenuto all’Université Libre di Bruxelles il 15 e 16 maggio 2014, riunendo più di trenta ricercatrici e ricercatori per analizzare forme e modalità della produzione di discorsi, retoriche, mobilitazione politica, sociale e culturale che – con un’accelerazione data dalle mobilitazioni francesi contro la legge nota come “Matrimonio pour tous” – sta dando vita a una controffensiva transnazionale di matrice reazionaria, animando movimenti sociali senza precedenti attorno a una restaurazione dei nessi fra genere e sessualità.

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bell hooks

Posted: Marzo 31st, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, arts, au-delà, Black Power, donnewomenfemmes, epistemes & società, postgender, posthumanism | Commenti disabilitati su bell hooks

<< Scritto da Stephanie Troutman per thefeministwire.com

bell

Nel 2011, la leggendaria Dott. bell hooks, femminista, studiosa, critica culturale e prolifica scrittrice di colore, ha cominciato ad accostarsi a social network e blog, spingendo il suo lavoro ancora più oltre le mura dell’accademia. Twitta (a tratti) e ha scritto su blog e su diversi siti web selezionati. Più recentemente ha scelto Twitter per lanciare la sua campagna “Be Bossy” (Sii autoritaria, NdT) in risposta al decreto di Sheryl Sandberg** “Ban Bossy” (Stop all’autoritarismo, NdT). Questa è la seconda volta che contesta la Sandberg (la prima è stata in Settembre quando ha acconsentito che il suo articolo “Scavare a fondo: Oltre Lean In” fosse pubblicato in esclusiva da The Feminist Wire.

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Che cos’è il contemporaneo?

Posted: Marzo 23rd, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, crisi sistemica, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | Commenti disabilitati su Che cos’è il contemporaneo?

di Giorgio Agamben

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Il testo della lezione inaugurale del corso di Filosofia Teoretica 2006-2007 presso la Facoltà di Arti e Design dello IUAV di Venezia, in G. Agamben, Che cos’è il contemporaneo e altri scritti, Roma, Nottetempo, collana I sassi, 2010, pp. 22-33.

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Einstein’s Nightmare – On Bernard Stiegler’s Techno-Dystopia

Posted: Marzo 23rd, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, post-filosofia, posthumanism | 66 Comments »

by Mark Featherstone

amour

I. Gadget Love

In the winter of 2013, I became aware of “Einstein’s Nightmare,” an Internet meme, a fragment of information, which reflects the horror of what I call in this article the “technological dystopia.” [1] The meme, titled “Einstein’s Worst Nightmare,” explains that “The Day That Albert Einstein Feared Has Arrived!” Below the caption, six images show people in various collective scenarios — “Having Coffee with Friends,” “A Day at the Beach,” “Cheering for your Team,” “On an Intimate Date,” “Enjoying the Sights,” “Having Dinner” — where a communal or social event is torn by technological mediation. The people in each image are distracted. They grasp their gadgets, gaze at screens, lose themselves in mediation. They are immersed in their iPhones, smart phones, and other devices, and disregard the presence of their friends and family members. At the bottom of the meme is a quotation from Einstein. Here we read the details of Einstein’s Nightmare: “I fear the day that technology will surpass our human interaction. The world will have a generation of idiots.” We understand the problem. Perhaps the meme is inspired by McLuhan, Baudrillard, or both? According to the meme, we may argue that the technological medium of human communication has started to work against its original purpose — the creation of social relations, where the term “social” implies a relation defined by a phenomenological, embodied, thickness, a quality necessary for durable sociality. But this is not the relation that predominates in Einstein’s Nightmare. In the nightmare, we gaze at screens and communicate with absent, virtual bodies, yet we ignore the real people in our immediate vicinity. The people in the images are McLuhan’s gadget lovers who love their phones because they insulate them from real social interaction. As McLuhan explained, there is simply too much happening in our hyper-media society to take everything in, so we “self-amputate” ourselves in our gadgets. [2] On the other hand, and in order to balance our retreat into isolation, we fall into Baudrillard’s ecstasy of communication, where we become addicted to the very act of communication itself. [3] Meaning is irrelevant. Speak, write, communicate for the sake of it. As John O’Neill noted long before the Internet — let alone the iPhone — took off, “televideo ergo sum” — I am on screen, therefore I am. [4] I exist, and I resist my self-imposed retreat from the world, because I communicate at a distance. According to the meme, this is Einstein’s technological dystopia.

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Dai laboratori alle masse

Posted: Marzo 11th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, Archivio, arts, au-delà, bio, comune, comunismo, digital conflict, epistemes & società, Révolution | 54 Comments »

di Danilo Mariscalco

Qui la Premessa

Qui il primo capitolo

Malli

Una recensione: La luce del futuro che viene dal passato

di GIORGIO MARTINICO

Protagonista è il Settantasette. Ad inda­gare quel movi­mento, non i suoi protagonisti, non il racconto «ufficiale» o il «discorso sugli anni di piombo» è il volume Dai laboratori alle masse. Pratiche artistiche e comunicative nel movimento del ’77 (Ombre Corte, pp. 159), scritto da Danilo Mariscalco, dot­tore di ricerca presso l’Università di Palermo. Un libro che, come suggerisce il titolo, ha l’ambizione di arricchire il dibattito politico e storiografico su alcuni aspetti (le pratiche artistico-comunicative) relative a quella straordinaria stagione di conflitto e, anche, di frenetica produzione «culturale»; allo stesso tempo il volume è il tentativo di «arricchire la cassetta degli attrezzi utilizzata dai soggetti impegnati nella trasformazione, dal carattere teorico-pratico inscindibile, del reale».

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Vectores de disolución Sobre la posibilidad de acelerar el capitalismo en vista de generar su colapso

Posted: Marzo 10th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, kunst, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Vectores de disolución Sobre la posibilidad de acelerar el capitalismo en vista de generar su colapso

accelerazionismo

“Es más fácil imaginar el fin del mundo que el fin del capitalismo”. La famosa frase de Jameson, esgrimida a menudo por Žižek y sus acólitos, no ha dejado de resonar funestamente en el imaginario progresista de nuestro tiempo, pues da cuenta de una verdadera sensación general de estancamiento a nivel de la elaboración teórica de posibles futuros alternativos al sistema capitalista. En efecto, la superación del capitalismo suena cada vez más fantasiosa, incluso a pesar de un contexto de crisis económica global. Pero, ¿y si para generar un cambio radical no fuera necesario detener la maquinaria?

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Generation M

Posted: Febbraio 10th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | 7 Comments »

by Dimitris Papadopoulos

Matter, Makers, Microbiomes::Compost for Gaia

FUCK!

1. Language, information and the virtual space were distinctive features of the previous generation. Craft, matter and the fusion of the digital and the material are defining generation M, the first generation of the 21st century.

2. Generation M makes stuff. Not through mass production but by tweaking and expanding the capabilities of existing things and processes. The maker’s craft: tinkering, stretching, knitting, inventing, weaving, recombining.

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