Posted: Febbraio 26th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società, racisme, Révolution, sud, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Stati di minima utopia
di Vando Borghi
Arjun Appadurai. Nel nuovo libro «Il futuro come fatto culturale. Saggi sulla condizione globale», pubblicato da Raffaello Cortina, l’antropologo indiano mette a tema le forme politiche alternative ai modelli dominanti, a partire dall’esperienza dei movimenti sociali urbani di Mumbai.
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Posted: Ottobre 6th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, bio, epistemes & società, Révolution, riots, sud, U$A, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Filosofia del filo spinato
Nell’epoca delle telecamere per la videosorveglianza, delle tecniche biometriche di identificazione, dei dissuasori per arredo urbano, il filo spinato potrebbe sembrare obsoleto. Eppure è tuttora molto utilizzato in tutto il mondo, anche se in Occidente è limitato a impieghi molto circoscritti, poiché lo si associa ai campi di concentramento. Passare in rassegna tutti i suoi usi, e i suoi sostituti, è un esercizio che può insegnare molto.
di Olivier Razac *
Inventato nel 1874 dall’agricoltore statunitense Joseph Glidden per recintare le proprietà delle Grandi Pianure, il filo spinato diventò subito uno strumento politico di importanza primaria. In meno di un secolo e mezzo, è servito di volta in volta a recintare le terre degli indiani d’America e a rinchiudere intere popolazioni al tempo della guerra di indipendenza di Cuba (1895-1898) o della seconda guerra dei boeri in Sudafrica (1899-1902); ha circondato le trincee nella prima guerra mondiale, e di filo spinato era l’incandescente recinzione dei campi di concentramento e sterminio nazisti.
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Posted: Ottobre 2nd, 2013 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia, sud | Commenti disabilitati su La crisi perpetua come strumento di potere. Conversazione con Giorgio Agamben
Intervista uscita in tedesco il 24 maggio 2013 sul Frankfurter Allgemeine Zeitung e poi pubblicata in inglese dalla casa editrice Verso il 4 giugno 2013. La traduzione è di Nicola Perugini
Un impero latino contro il dominio tedesco?
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Professor Agamben, quando lo scorso marzo ha proposto l’idea di un “impero latino” contro il dominio tedesco in Europa, s’immaginava che questa idea avrebbe avuto una tale risonanza? Nel frattempo il suo saggio è stato tradotto in molte lingue e discusso appassionatamente in mezzo continente…
Giorgio Agamben: No, non me lo aspettavo. Ma credo nella forza delle parole, quando sono pronunciate al momento giusto.
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Posted: Gennaio 8th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: crisi sistemica, General, sud | Commenti disabilitati su América latina: entre el impasse y el nuevo conflicto social.
por Sandro Mezzadra
(con colaboración de Toni Negri y Michael Hardt)
I.
No fuimos los únicos, en los últimos diez años, que consideramos a América Latina como un formidable laboratorio político. A diferencia de otros, sin embargo, no nos interesamos particularmente por la retórica del “socialismo del siglo XXI”, por el retorno del “populismo” o por la celebración de las “nacionalizaciones”. El punto de vista que guió nuestro interés por América latina, en la nutrida red de relaciones que hemos trazado en esa zona del mundo, fue el de las luchas y el de los movimientos que han atravesado la era neoliberal (los años del “Consenso de Washington”) hasta decretar su fin. Entre la gran insurrección de los pobres de Caracas en 1989 (el “Caracazo”) y la “huelga de ciudadanía” que en el 2005 destituyó al presidente Lucio Gutiérrez en Ecuador, un extraordinario ciclo de luchas recorre subterráneamente todo el subcontinente.
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Posted: Novembre 5th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, comune, Révolution, sud | Commenti disabilitati su ORIZZONTI MERIDIANI
Presentazione materiali “Orizzonti meridiani”
I materiali che qui di seguito presentiamo sono saggi, articoli, riflessioni prodotti in occasione o a margine del primo incontro di Orizzonti meridiani, tenutosi a Pozzacchio del Matese, in provincia di Caserta, l’1 e il 2 settembre 2012. É la prima raccolta con la quale inauguriamo il dossier, dove confluiranno contributi relativamente ai campi di lavoro dischiusi da Orizzonti meridiani.
Orizzonti meridiani è un percorso di autoformazione, inchiesta e conricerca che muove le sue analisi a partire dalle processualità di lotta e di movimento presenti nel Mezzogiorno. Promosso da una costellazione di collettivi, centri sociali e singolarità meridionali, esso è anche un progetto politico e culturale.
Senza concedere attenuanti a pratiche identitarie per rievocare tradizioni inventate, tale progetto interroga, nel tentativo di sovvertirlo, l’ordine del discorso liberale e neoliberale che, dal tardo Settecento e stratificato nella contemporaneità in paradigmi analoghi, legge il Sud, con pronunciamenti progressivi e storicisti, all’interno di griglie dicotomiche in cui convivono sviluppo e sottosviluppo, modernità e arretratezza. Dialettica utile solo al “meridionalismo sviluppista” in grado di registrare ritardi e “mancati traguardi” del Sud in quattro secoli rispetto al Nord d’Italia, in base a indici economicisti talmente astratti per cui si dimostrano da soli e avvalorano la stessa cultura sviluppista.
Del resto, il Sud come spazio omogeneo e liscio, unità di misura dello sviluppo capitalistico, è lo stesso Sud in cui la subalternità viene tratteggiata dallo sguardo esterno. E si costruisce, di riflesso, nei discorsi e nelle forme di vita degli stessi subalterni. Mettere a nudo l’idea di sviluppo significa, dunque, evitare che il meridione riproduca la sua subalternità all’infinito: rifugga i campi enunciativi attraverso cui nell’esprimere se stesso si va percependo come periferico, interrompendo non solo i discorsi altrui che lo vogliono tale ma, nondimeno, ogni descrizione di se stesso che accetti un discorso quale proiezione di termini come periferia, marginalità, sottosviluppo.
Orizzonti meridiani è anche un metodo di pratica politica, il cui intento è quello di decostruire gli assiomi della storia sociale ed economica del Mezzogiorno, suscitando l’“esodo da parole come crescita economica, modernizzazione, progresso” e rendendo al contempo condiviso un campo di forze in cui organizzare i movimenti e le lotte dei subalterni. D’altronde, un esercizio semantico e politico di questo tipo non può che prendere le mosse da Gramsci e dal suo avvertimento sul modo in cui vengono osservate e narrate le classi subalterne, i “senza storia” di fine Ottocento così come gli odierni precari e “poveri” del Mezzogiorno, quella composizione del lavoro vivo che, maggiormente nella cooperazione sociale presente a Sud, resta invisibile agli indici per essere ricattata, sfruttata e sottopagata. Tale modalità si costruisce nei discorsi e nelle forme di vita, nel modo di agire lo spazio/tempo del Sud a confronto con l’incalzare di concetti quali civiltà, modernità, sviluppo, a cui si aggiunge un supplemento – consapevole o meno – di stereotipi, pregiudizi, distanze, diffidenze, ossia tutte quelle tattiche che costituiscono la strategia del dispositivo dell’ “orientalismo” a Sud.
Dal Sud ai sud per ribaltare lo sguardo egemone, vuol dire anche valorizzare le molte voci, diversificando gli sguardi, poiché la cartografia del Sud d’Italia è tanto la molteplicità quanto la singolarità dei luoghi. Il che non basta. Il capitalismo agisce con modalità predatorie, di cattura, da colonizzatore. Per comprenderne gli effetti, occorre oltrepassare il limite storico-geografico. Dunque, Orizzonti meridiani è anche il tentativo di concatenare i significanti storico-politici del Sud d’Italia con gli altri sud laddove il colonialismo, prima, e il post-colonialismo, poi, intervengono tramite le forme del dominio e del comando, di gerarchizzazione e di controllo, di dispositivi di razzializzazione e dell’“emergenza perpetua”.
Metropoli e sud – di Zer081
“Un paradiso abitato da diavoli” … o da porci. Appunti su razzializzazione e lotte nel Mezzogiorno d’Italia – di Anna Curcio
Dopo il cenacolo del Matese: l’esodo dalla crescita – di Franco Piperno
Appunti su razza e meridione – di Caterina Miele