In ricordo di Mauro Gobbini

Posted: Aprile 10th, 2015 | Author: | Filed under: Archivio, comunismo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su In ricordo di Mauro Gobbini

Mauro Gobbini ci ha lasciati per sempre. Pare che sia morto con lo stesso stile con cui ha vissuto, con la stessa discrezione: a casa, ha chiuso gli occhi e se n’è andato. È stato il più dolce, il più lieve dei nostri compagni, il più allegro nella sua insuperabile ironia. Per ricordarlo non abbiamo trovato di meglio che le sue stesse parole, l’intervista che rilasciò per il volume “Futuro anteriore”, a cura di Borio, Pozzi e Roggero (realizzata a Roma, 11 dicembre 2000). Dal punto di vista storico è la più precisa e lucida ricostruzione del lavoro fatto dal manipolo di “Classe Operaia” a Milano negli anni che hanno preceduto il ’68.
Sergio Bologna

Potere-operaio

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La vita agra(tis)

Posted: Febbraio 19th, 2015 | Author: | Filed under: 99%, bio, comunismo, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su La vita agra(tis)

di Roberto Ciccarelli e Giuseppe Allegri

BELLMER

In collaborazione con I RACCONTI DEL LAVORO INVISIBILE: l’odissea del lavoro oggi. Precario, a tempo indeterminato, free lance, autogestito, autoprodotto. Ricattabile, flessibile, sfruttato.

A volte semplicemente gratuito. Imprigionato nel caporalato, mascherato, interinale. Confuso con i tempi di vita, isolato e sempre meno sindacalizzato. Il lavoro è cambiato per tutti. E cerca un nuovo futuro dov’è protagonista il quinto stato.

Il lavoro non è finito. È diventato infinitamente più povero. Si sopravvive con l’odiosa sensazione di essere al lavoro per altri, raramente per sé, mentre il reddito è inconsistente e aleatorio. La vita è messa al lavoro: gratuitamente. C’è tuttavia un aspetto che passa inosservato: anche quando si è inoccupati o disoccupati, oggi si produce ricchezza.

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Viewpoint Magazine

Posted: Dicembre 13th, 2014 | Author: | Filed under: comune, comunismo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Viewpoint Magazine

The State, lo Stato e le problematiche a questo correlate, le possibilità e i limiti di un suo ripensamento strategico, questi i temi al centro del quarto numero della rivista “Viewpoint Magazine” che oggi presentiamo. Un tema spinoso e di stringente attualità quello dello Stato che i diversi articoli e testi raccolti in questo numero ci invitano a discutere in un’ottica rivoluzionaria. Insieme alla traduzione dell’editoriale dal titolo esplicito: Per una teoria rivoluzionaria dello Stato, pubblichiamo un testo di Asad Haider, tra i redattori della rivista, che ci presenta gli obiettivi e le linee guida di Viewpoint Magazine: Viewpoint, un laboratorio per le lotte.

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Lavoro bunkerizzato e necro-lavoro: note sulla composizione di classe globale

Posted: Dicembre 1st, 2014 | Author: | Filed under: bio, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Lavoro bunkerizzato e necro-lavoro: note sulla composizione di classe globale

di Franco Berardi ‘Bifo’

Nel bunker

Alla fine del 2013 un gruppo di attivisti della Baia di San Francisco lanciò una protesta contro i Google bus che portano ogni giorni i lavoratori cognitivi dalla città a Mountain View, 60 chilometri di distanza. I Google bus sono degli ingombranti mezzi di trasporto che funzionano in realtà come uffici mobili per i lavoratori della net-corporation. A bordo del bus i nerd lavorano con l’allegra coscienza di essere i protagonisti della virtualizzazione finale e della bunkerizzazione definitiva. Al di là dei suoi aspetti immediati (difesa dello spazio pubblico dall’invadenza di mezzi privati) quella protesta illumina la nuova stratificazione del lavoro. Una stratificazione che richiede concetti nuovi.

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La crisi messa a valore

Posted: Novembre 22nd, 2014 | Author: | Filed under: comune, comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su La crisi messa a valore

La crisi messa a valore” – Materiali di preparazione per il seminario

on 20 Novembre 2014.

Un seminario di Commonware ed Effimera, ospitato da UniPop al Cs Cantiere di Milano

Sabato 29 e domencia 30 novembre

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Algoritmi del capitale 1-2

Posted: Novembre 11th, 2014 | Author: | Filed under: au-delà, bio, comune, comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, digital conflict, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Algoritmi del capitale 1-2

1) Il diagramma di flusso della libertà

di Andrea Fumagalli, 11.11.2014

Tempi presenti. Il volume collettivo «Gli algoritmi del capitale» affronta il nodo del rapporto degli esseri umani con le macchine all’interno della produzione di ricchezza e della comunicazione on-line. Una discussione a più voci a partire dal «manifesto per una politica accelerazionista».

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2) Dispositivi politici per rompere le maglie strette della Rete

di Benedetto Vecchi, 11.11.2014

Algoritmi del capitale. I social network e i Big Data sono da considerare gli esempi che meglio di altri illustrano le tendenze del capitalismo.

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Sogno di un sindacato in un autunno caldo: Camusso riforma la Cgil contro Renzi

Posted: Ottobre 29th, 2014 | Author: | Filed under: comune, comunismo, epistemes & società, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Sogno di un sindacato in un autunno caldo: Camusso riforma la Cgil contro Renzi

di ROBERTO CICCARELLI

Questo testo è pubblicato anche su www.lavoroculturale.org. Lo riprendiamo come importante contributo al dibattito che Euronomade ha promosso intorno ai temi del sindacalismo sociale (questo l’intervento di apertura: Alberto De Nicola, Biagio Quattrocchi, La torsione neoliberale del sindacato tradizionale e l’immaginazione del «sindacalismo sociale»: appunti per una discussione)[vedi il post sotto]. A breve, pubblicheremo altri lavori sul tema, tra i quali un intervento di Michael Hardt, che riprende la discussione del seminario Spazi costituenti di Passignano.

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La nemesi storica del capitale

Posted: Settembre 16th, 2014 | Author: | Filed under: bio, comune, comunismo, crisi sistemica, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | 1 Comment »

intervista a Christian Marazzi – di Gigi Roggero*

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Nonostante che si parli di necessità della crescita, le politiche economiche adottate in Europa sotto l’input tedesco vanno nella direzione opposta e la situazione rimane sempre critica. Christian Marazzi sottolinea come tale situazione prefiguri una sorta di nemesi del capitale. La sconfitta della classe operaia fordista negli ultimi trent’anni si ritorce oggi contro lo stesso capitale, orfano di un rapporto sociale antagonista che ne consentiva comunque la perpetuazione. La desalarizzazone e la decontrattualizzazione del lavoro (in una parola, la precarietà) è oggi infatti la causa principale del cul de sac in cui si dibatte la crisi, soprattutto europea.

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Algoritmi del capitale

Posted: Settembre 10th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, crisi sistemica, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | 7 Comments »

di Matteo Pasquinelli

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Sta per uscire Algoritmi del capitale. Accelerazionismo, macchine della conoscenza e autonomia del comune (Ombre corte, 2014), a cura di Matteo Pasquinelli. Il libro raccoglie i contributi di Franco Berardi “Bifo”, Mercedes Bunz, Nick Dyer-Witheford, Stefano Harney, Christian Marazzi, Antonio Negri, Matteo Pasquinelli, Nick Srnicek, Tiziana Terranova, Carlo Vercellone, Alex Williams.

Essendo un tema molto dibattuto e di grande valore per tutti coloro che seguono la rubrica di cheFare, abbiamo chiesto all’editore, che ringraziamo, il permesso di pubblicare un estratto dell’introduzione, a firma del curatore.

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Introduzione (PDF)


Ferguson

Posted: Agosto 22nd, 2014 | Author: | Filed under: 99%, Black Power, epistemes & società, Révolution, U$A | Commenti disabilitati su Ferguson

Intervista a Alessandro De Giorgi, professore associato del Dipartimento di Justice Studies della San José State University e membro del comitato editoriale di Social Justice , sui riot di Ferguson.

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Dopo due settimane, i fatti relativi all’esecuzione di Michael Brown sono ormai stati riportati numerose volte sia dai media mainstream sia da quelli indipendenti, nonostante l’iniziale muro di omertà eretto dalla polizia locale di Ferguson e il ritardo con cui è giunto il video dell’uccisione, dovuto alla paura dell’autrice.

Iniziamo proprio da questo, dalla necessità di molti articoli a voler riassumere i fatti, mappare le informazioni e le sue fonti: ciò non avviene semplicemente per dovere di cronaca o per l’entusiasmo dell’analisi politica, ma è soprattutto l’esito di una sinfonia di cinguettii e click, video e immagini che si moltiplica incessantemente da quando “big Mike” è stato freddato in un sobborgo statunitense. La rappresentazione del maschio nero, pericoloso e criminale – storicamente costruita e intensamente diffusa nella società statunitense – è da giorni inflazionata attraverso immagini e discorsi che da molti luoghi degli USA si susseguono sui social network, nelle strade, sui media e sulle bocche dei commentatori: poliziotti bianchi che uccidono giovani neri, madri che piangono i figli caduti nella guerra metropolitana, poteri forti che distribuiscono il loro diritto alla morte altrui, un sistema legale minuziosamente costruito sulla discriminazione razziale. Al violento silenzio delle istituzioni è stata opposta un’incessante presa di parola, alla stigmatizzazione del corpo afro-americano è stata opposta la visibilità del comportamento quotidiano della polizia. Non a caso la flebile voce del presidente nero è stata udita solo per dire “non gridate”: troppe notizie che sfuggivano da tutte le parti, troppa luce nelle strade di Ferguson, troppi giorni a mani alzate gridando “non sparate”. Non a caso i media mainstream discutono del possibile uso delle telecamere sui caschi dei poliziotti, che sia per vedere meglio gli autori dei looting o supervisionare l’operato della polizia sarebbe da verificare, ma la prima ipotesi è certamente la più realistica.

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