Posted: Giugno 23rd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, bio, comune, comunismo, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Virtuosismo anonimo, uscita negata
Recensione in estremo ritardo a “Grammatica della moltitudine” di Paolo Virno
di Marco Ambra
“Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma voi darete lo stesso numero di mattoni”
(Esodo 5,18)
Riprendere in mano la pletora di tesi e intuizioni che Paolo Virno snocciolò pochi mesi prima del G8 di Genova – quindi a ormai dodici anni dalla loro prima pubblicazione nel 2002 e a ben tredici dal seminario tenutosi all’Università della Calabria in cui furono trascritti – in Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee (DeriveApprodi, IV edizione, 2014) potrebbe sembrare un esercizio sterile, quasi un attardato tentativo di leggere la sua capacità analitica e predittiva con un rassegnato senno del poi. Eppure questo testo anfibio, un po’ trascrizione di un seminario universitario che molto conserva del ritmo del parlato e un po’ lapidaria enunciazione di tesi sulla moltitudine postfordista tanto ha ancora da dire sulla cangiante relazione fra Lavoro, Politica e Intelletto di questo secondo decennio del XXI secolo.
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Posted: Giugno 11th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: Archivio, comunismo, Marx oltre Marx, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su decennio rosso
di Maurizio «Gibo» Gibertini e Roberto Rosso
Cosa è stato davvero il «decennio rosso»? Quali sono stati i fatti salienti e i protagonisti reali di quegli anni ’70 sui quali continuano a uscire libri a raffica, ma quasi sempre centrati su armi e armati, oppure, ma in misura già infinitamente minore, sulle peraltro gloriose organizzazioni extraparlamentari? Chi, da quel quadro del passato spesso bugiardo e adoperato ad arte per condizionare il presente, è stato espunto, rimosso e cancellato? Almeno quest’ultima risposta è semplice: a essere stati cancellati dalla memoria sono stati gli operai, veri «personaggi principali» del decennio più denso di conflitti nella storia italiana, le loro lotte durissime, la loro rabbia, il potere che erano riusciti a conquistare nelle fabbriche.
Un gruppo di protagonisti di quella storia prova ora a colmare un vuoto di memoria che minaccia di trasformarsi in definitivo stravolgimento della storia. Tra questi Maurizio «Gibo» Gibertini, ex militante dell’Autonomia milanese, e Roberto Rosso, prima dirigente di Lotta continua a Milano, poi tra i fondatori di Prima Linea.
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Posted: Maggio 14th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, comune, comunismo, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su Valore d’uso
di Sandro Mezzadra
1. “Il movimento del valore d’uso”. Così, in un articolo pubblicato sul primo numero di “Metropoli” (Prima pagano, meglio è), Franco Piperno definiva i comportamenti sociali che avevano violentemente acquisito visibilità e forza attorno al ’77: “queste nuove forme di vita che pretendono di usare tutta la ricchezza disponibile e intendono lavorare solo quando attività e bisogno coincidono”. Era il 1979, era passato da poco aprile, e Piperno scommetteva sulla continua moltiplicazione ed espansione di una “domanda selvaggia di una vita quotidiana degna di essere vissuta”, a un tempo esito e motore del lungo Sessantotto italiano. Si cercherebbe invano nell’articolo di Piperno una “teoria” del valore d’uso, ma il riferimento alla categoria è di per sé significativo. Anche al di fuori dell’Italia, negli anni Sessanta e Settanta, non erano mancati usi originali del concetto di valore d’uso (se mi si passa il bisticcio). Ne menziono soltanto uno, in qualche modo suggerito dal riferimento alla “vita quotidiana” da parte di Piperno. Henri Lefebvre costruì interamente la sua teoria dell’urbano attorno alla connessione tra uso, valore d’uso e “opera”, distinguendo quest’ultima dal “prodotto”, legato a doppio filo al valore di scambio. La storia dell’industrializzazione è, nella prospettiva di Lefevbre, storia dell’esplosione e della catastrofe dell’urbano, lacerato nella sua natura appunto di “opera” dalla generalizzazione dello scambio, dal divenire merce del suolo e dalla rottura dello specifico rapporto tra potere e collettività che aveva caratterizzato la città tradizionale. Erano semmai le lotte urbane, unificate dalla rivendicazione al “diritto alla città”, a ricollegarsi su basi completamente nuove alla città come “opera”: queste lotte e queste pratiche di appropriazione apparivano coerentemente a Lefebvre come un movimento del valore d’uso.
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Posted: Maggio 13th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, Marx oltre Marx, posthumanism, postoperaismo, Révolution | 6 Comments »
by Matteo Pasquinelli
Today a weird process of over-identification is occurring between the archetypes of capitalism and communism at different scales, expanding the feeling of political impasse but at the same time suggesting new spaces of conflict. First, for the irony of fate, a communist state formally ruled by a communist party — China — has become the leading capitalist superpower. […] Second, exactly 20 years after the fall of the Berlin Wall, a global credit crunch have forced western governments to nationalize de facto many private banks openly infringing one of the basic commandments of neoliberal monotheism. […] Third, the new libertarian business models that are born out of digital networks celebrate and locate the common at the center of their mode of production. The new “wealth of networks” is to be based on the “creative commons” and “peer production” of online multitudes, Yoachai Benkler is suggesting to ICT giants like IBM, whereas Wired editor Kevin Kelly confirms that a “new socialism” and a “global collectivist society” is materializing thanks to the internet. These three examples, however, refers just to the surface of economic chronicles: the ‘communism of capital’ has its roots in a more general process of financialization of the whole life that has to be unpacked properly (…).
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Posted: Maggio 10th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, BCE, bio, comune, comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Global, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | Commenti disabilitati su Finanza globale ed Europa
intervista di Andrea Fumagalli e Stefano Lucarelli a Christian Marazzi
Parte I
Parte II
Posted: Maggio 5th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, postoperaismo, riots | Commenti disabilitati su Verso una storia della critica del valore
di Anselm Jappe
Nel 1991, cadde il Muro di Berlino e l’Unione Sovietica era sul punto di esalare l’ultimo respiro. L’euforia della vittoria si spandeva fra coloro che erano sempre stati, o almeno da qualche tempo, convinti che il libero mercato e la democrazia occidentale fosse l’ultima parola nella storia. Fra la sinistra radicale, inclusi coloro che non avevano mai nutrito alcuna illusione circa “il socialismo attualmente esistente”, c’era molta costernazione. Era davvero impossibile superare il capitalismo? Era necessario limitarsi d’ora in poi a fare solo occasionali modeste riforme? In tale contesto, la comparsa di un libro scritto in tedesco, intitolato “Il crollo della modernizzazione: dalla caduta del socialismo da caserma alla crisi economica mondiale” (Kurz 1991) poteva non sembrare bizzarro. Non di meno, questo libro, pubblicato da una grande casa editrice, ebbe un sostanziale impatto su una recentemente “riunita” Germania.
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Posted: Aprile 27th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, bio, comune, comunismo, epistemes & società, Marx oltre Marx, post-filosofia, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Lazzarato: il rifiuto del lavoro
intervista a Maurizio Lazzarato di Davide Gangale
«Io non ho deciso di andare all’estero, come fanno oggi tanti giovani della tua età. Io sono scappato all’estero perché avevo un mandato di cattura. Ero un militante di Autonomia Operaia, che è stata una grande esperienza politica, anche se minoritoria, del processo di trasmissione dalla vecchia composizione di classe alla nuova. Non ci pensavo proprio, io, al futuro. Una volta arrivato in Francia mi sono rimesso a studiare. Ma sono precario ancora adesso.»
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Posted: Aprile 27th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Negri: La Comune della cooperazione sociale
di FEDERICO TOMASELLO
(Domanda). Ormai diversi anni fa, alcuni tuoi scritti riguardanti l’oggetto di questa intervista sono stati raccolti in un testo il cui titolo, Dalla fabbrica alla metropoli, rimanda all’adagio secondo cui la metropoli sta alla moltitudine come, una volta, la fabbrica stava alla classe operaia. Vorrei oggi parlare con te di cosa le trasformazioni, i movimenti e la crisi globale di questi anni ci dicono rispetto all’analisi della metropoli intesa come griglia analitica attraverso cui è possibile rileggere e interpretare molte categorie di lettura del presente. Recentemente – in particolare nell’intervento Per la costruzione di coalizioni moltitudinarie in Europa – hai fatto cenno all’esigenza di sottoporre a verifica critica alcune categorie consolidate dell’esperienza post-operaista: vorrei chiederti anzitutto se ritieni che anche questo schema di lettura del rapporto fra metropoli e moltitudine debba essere sottoposto a verifica e aggiornamento.
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Posted: Aprile 26th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, comune, critica dell'economia politica, epistemes & società, postoperaismo, vita quotidiana | Commenti disabilitati su LE IMPRESE NON CREANO LAVORO
di FRÉDÉRIC LORDON
Non passa giorno senza che il governo francese dichiari fedeltà alle strategie economiche più liberiste: «politica dell’offerta», tagli alla spesa pubblica, stigmatizzazione degli «sprechi» e degli «abusi» nella previdenza sociale. Tanto che il padronato esita sulla condotta da tenere. E la destra confessa il proprio imbarazzo davanti a un tale livello di plagio…
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Posted: Aprile 16th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, comune, digital conflict, epistemes & società, hacking, Marx oltre Marx, post-filosofia, postoperaismo, Révolution | 7 Comments »
by Unemployed Negativity
This is the longer version of an old conference paper . It never quite became publishable; it is left here to the gnawing criticism of digital mice.
Materialism has always been the bastard stepson of philosophy. Its very position is paradoxical, if not impossible. It must use concepts and arguments to conceptualize and argue against the primacy of concepts and argument. This perennial problem is even worse today. If Marx was in some sense the most sophisticated materialist philosopher, elevating the material beyond the brute materiality of the body, to locate the material in the reality of production and the conflicted terrain of social relations, then one could argue that even this version of materialism is in jeopardy today. The economy, the last instance of materialist philosophy after Marx, can no longer be identified with the machines and noise of the factory, it has become digital, immaterial. What then remains of materialism when the economy has become ideal, determined more and more by the idealist category par excellence, speculation, and even labor has been declared immaterial, intersecting with beliefs and desires? At least the beginning of a response can be found in the seemingly paradoxical concept of “real abstraction.” This term, introduced by Marx, takes on a central importance in the work of Alfred Sohn-Rethel, where it is no longer a methodological necessity, but the cornerstone of a philosophy that seeks to understand the material basis of abstraction itself.
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Di Matteo Pasquinelli e Wietske Maas vedi: MANIFESTO DEL CAPITALISMO URBANO