Virno: SAGGIO SULLA NEGAZIONE. PER UNA ANTROPOLOGIA LINGUISTICA

Posted: Settembre 23rd, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, comune, comunismo, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | 19 Comments »

di Francesco Raparelli

Virno

Il pensiero, quando è grande, è sempre fuori posto. Capiterà così, vista la sua grandezza, all’ultima fatica di Paolo Virno, Saggio sulla negazione. Per una antropologia linguistica (Bollati Boringhieri 2013), da pochi giorni in libreria. Per l’accademia, quella in odore di cognitivismo, l’autore concede troppo a testi esotici quali il Sofista di Platone, Scienza della logica di Hegel o la prolusione heideggeriana Che cos’è metafisica? Per l’“accademia di movimento”, perché autore di culto dei movimenti è stato Virno nell’ultimo ventennio, il testo risulterà scontroso: possibile dedicare tanta attenzione ad un tema ostile come la negazione linguistica? Poco importa che Deleuze, tra i pensatori che va per la maggiore tra le giovani generazioni di militanti, abbia dedicato pagine irrinunciabili a Bartleby e all’enunciato «agrammaticale» I would prefer not to, e le sue ricerche più brillanti alla logica stoica, alla «neutralità del senso», alle «sintesi disgiuntive», tutti temi che, da una prospettiva spesso diversa, scandiscono il Saggio sulla negazione. Fuori posto dunque capace di pensare l’impensato: questo il merito più importante dell’antropologia linguistica di Paolo Virno, giunta, con l’ultimo lavoro, ad una maturità potente, capace di fare scuola.

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derive del lavoro

Posted: Settembre 22nd, 2013 | Author: | Filed under: crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | Commenti disabilitati su derive del lavoro

di Paolo Vignola

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A partire dagli anni Novanta dello scorso secolo, le forme del lavoro si sono profondamente trasformate, non solo in virtù del crollo dell’economia pianificata del blocco sovietico – evento che ha portato il mercato ad una fase di definitiva mondializzazione e di potenziale saturazione –, ma anche e soprattutto in ragione dell’impetuoso sviluppo dell’informatica che lo stesso mercato aveva favorito (si pensi al fenomeno della Sylicon Valley in California): per usare i termini di Marx, i vecchi rapporti di produzione sono stati polverizzati da un accelerato processo di innovazione tecnologica, che, insieme al ricorso alla robotizzazione, ha enormemente ridotto la necessità di manodopera. Un intero modello di organizzazione sociale, che aveva il suo centro propulsore nella fabbrica fordista, è entrato in crisi irreversibile, mentre il mercato ha cominciato a presentare una nuova divaricazione, quella che intercorre tra le grandi fabbriche ormai de-localizzate (dunque ormai incapaci di creare legami sociali sul territorio: si pensi al declino delle città minerarie degli Usa o al fenomeno dell’‘archeologia industriale’) da un lato e, dall’altro, alla disgregazione atomistica e alla semi-privatizzazione del lavoro cognitivo-progettuale, che nell’ultimo decennio del secolo appariva ancora piuttosto concentrato in Europa, negli USA e in Giappone. È in quegli anni che iniziano ad imporsi e a proliferare nuove forme di lavoro sempre più “precarizzate” e semi-private, innescate dai suaccennati processi economici e tecnologici ma, fin dagli anni ottanta, “facilitate” dall’adozione di nuove “politiche del lavoro” liberiste. In quegli stessi anni inoltre, secondo un’inesorabile logica interna, il capitalismo si va trasformando in senso finanziario, manifestando i prodromi della sua ulteriore metamorfosi rispetto alla versione “iper-consumistica” del ventennio Sessanta-Ottanta (il cosiddetto capitalismo della merce).

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The communism of capital?

Posted: Settembre 22nd, 2013 | Author: | Filed under: comune, crisi sistemica, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | 13 Comments »

by ephemera

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The communism of capital? What could this awkward turn of phrase mean, and what might it signify with regards to the state of the world today? Does it merely describe a reality in which communist demands are twisted to become productive of capital, a capitalist realism supplemented by a disarmed communist ideology? Or does the death of the capitalist utopia mean that capital cannot contain the antagonism expressed by Occupy and other movements anymore, and therefore must confront communism upfront?

The 12 contributions to this latest issue of ephemera explore the valances of the paradoxical and seemingly incoherent expression that is ‘the communism of capital’. Collectively they stake out new territory for the theorisation and organization of political struggle in a context in which capital has become increasingly aware that its age-old nemesis might today be lurking at its very heart.

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ACCELERATIONISM

Posted: Settembre 17th, 2013 | Author: | Filed under: arts, au-delà, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | 25 Comments »

ACCELERATIONISM – A Symposium on Tendencies in Capitalism

14 December 2013, Alexanderplatz Berlin
www.xlrt.org / info@xlrt.org

Contemporary capitalism is an object of high abstraction. The symposium is an invitation to discuss and disclose the anonymous and inner tendencies of capitalism, to study its monetary, algorithmic and energetic viscera. How can one grasp the living drives of financial markets and technological innovation? And more importantly: who really produces and controls those drives and how could any alternative political subject emerge without such a complex knowledge?

The recent debate on accelerationism and the philosophical scene of Speculative Realism just reminded of an old question posed by Deleuze and Guattari: Which is the real revolutionary path? To withdraw from the world market or, on the opposite, to go further and “accelerate the process”, as Nietzsche already suggested long before the current Stillstand? For example today Germany finds itself in the eye of the storm: a mild social democracy at the center of Europe watching neoliberalism freely devastating the rest of the world.

There are multiple strategies of how to cross a stormy passage. In Ballard’s first and prophetic novel The Drowned World (1962), an imbalance in solar radiation causes the polar ice caps to melt and global temperatures to rise, leaving cities submerged by tropical lagoons where flora and fauna restart their evolution. Human population migrates towards the polar circles. Rather than being disturbed, the protagonist is enraptured by the new nature that is replacing the old world and decides to move south towards the sun.

Though encaged within cognitive capitalism, we call for an epistemic acceleration. The symposium convenes to refresh the cartography of the keywords employed in the last centuries to describe economy and the political response to it: development, progress, growth, accumulation, peak, degrowth, revolution, speculation, entropy, singularity, sustainability and so on. Today it is time to anticipate and accelerate, for sure, time for anastrophism and not catastrophism.

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Curated by Armen Avanessian (spekulative-poetik.de) and Matteo Pasquinelli (matteopasquinelli.org)


commonware: “DENTRO LA CRISI ALLO SPECCHIO”

Posted: Settembre 1st, 2013 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, comune, comunismo, crisi sistemica, digital conflict, Marx oltre Marx, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | 6 Comments »

di COMMONWARE

comunia

Quando le lotte esplodono nei Brics. Ecco la questione che ci poniamo, o meglio a cui la Comune di Gezi e il movimento passe livre in Brasile ci pongono di fronte. In prima battuta, offrono l’occasione per mettere ancora una volta a critica il continuo ripresentarsi di un’immagine termidoriana dell’attuale fase.

Arrivati ormai al sesto anno della crisi, che a suo tempo definimmo globale e permanente, è come se per molti fosse ormai conclamata non solo l’insufficienza dei movimenti, ma un loro strutturale destino di sconfitta e irrisolutezza. Da qui la scelta di ripiegamenti e scorciatoie, poco conta se “in avanti” o “indietro”, se dettati da ingenua buona fede o da calcolo opportunistico. Il risultato è identico: l’evitare di confrontarsi con gli avanzamenti e i punti di blocco, cioè i nodi reali delle lotte laddove ci sono, oppure della loro difficoltà a emergere e diventare tessuto connettivo. “Ma in Italia di lotte non ce ne sono!”, recita la vulgata, dentro e fuori dai movimenti. É forse la stessa cosa che avrebbero potuto dire i compagni a Istanbul o a Rio de Janeiro, per non parlare degli Stati Uniti pre-occupy o in Tunisia ed Egitto prima dell’ondata rivoluzionaria che ha messo a soqquadro il Nord Africa. Sarebbero stati incauti, quei compagni, o quantomeno – possiamo dire oggi – non avrebbero considerato quelle genealogie più o meno profonde che di quelle insorgenze costituiscono l’indispensabile spina dorsale. Non ci interessa consultare la cabala o fare i bookmaker delle rivolte globali: il nostro compito, più sobrio e in definitiva più impegnativo, è di provare a leggere delle tendenze, di elaborare ipotesi politiche, di scommettere sulla differente composizione di elementi che già esistono o in modo caotico si stanno formando.

A tale scopo, queste lotte ci interrogano su questioni di fondo: innanzitutto, è possibile indicare un paradigma comune dei movimenti nella crisi? Non stiamo ovviamente parlando di un peraltro impensabile quadro unitario e omogeneo, quanto invece di elementi comuni che possano permettere di porre su un piano di immediata comunicazione e traducibilità le differenti lotte. Se questo paradigma è individuabile, in che modo quello che è avvenuto in Turchia e in Brasile lo modificano? I materiali di analisi e riflessione che presentiamo in apertura della nostra Cartografia delle lotte nella crisi offrono, in questa direzione, importanti contributi.

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Negri Illustrated

Posted: Luglio 31st, 2013 | Author: | Filed under: 99%, Comix, comune, comunismo, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | 21 Comments »

Constituent Comics: Antonio Negri Illustrated

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One of the first texts that introduced me to the Italian political traditions of Operaismo and Autonomia was Italy: Autonomia, Post-Political Politics published by semiotext(e). I found my copy at Moe’s books in Berkeley, and for years it was the pride of my little library. This was years before it was reprinted. I would show it to friends, and offer to make copies at work for whoever was interested, my personal act of auto-reduction and sabotage. I poured over the writings of Negri, Tronti, Bifo, and Virno, struggling to make sense of concepts that would change me over years to come. At the end of this book there is a comic by B. Madaudo Melville, detailing the kidnapping of Aldo Moro. This was immediately legible, brought to life in slashes of ink that immediately suggested a tumultuous time with thick strokes of ink.

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Philosophie du present

Posted: Luglio 6th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, au-delà, comunismo, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Philosophie du present

Nouvelle collection « Philosophie du présent » (2013)
by Clare O’Farrell

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En septembre 2013 paraîtront chez Vrin (Paris) les premiers deux volumes de la nouvelle collection « Philosophie du présent », dirigée par Jean-François Braunstein, Arnold I. Davidson et Daniele Lorenzini.

Le but de cette collection est de mettre au centre des interrogations philosophiques la question du présent, de notre présent, et de réactiver, à l’égard de cette question, une attitude à la fois théorique et pratique : le présent se configure bien sûr comme un donné, mais aussi et en même temps comme une tâche. En prenant toujours comme point de départ un problème actuel, les livres qui seront publiés dans « Philosophie du présent » montrent que chacun de ces problèmes renvoie inévitablement à une configuration historique, et que présent et histoire ne sont pas deux dimensions séparées de notre expérience. Si le présent est le lieu, le seul lieu possible de notre action et de notre activité créatrice, notre efficacité suppose de rendre visible ce que d’ordinaire nous ne voyons pas, non parce qu’il est caché, mais précisément parce qu’il est sous nos yeux. Dans la contingence de notre présent nous sommes appelés à dégager la possibilité d’introduire un écart pour mettre à l’épreuve les limites qui nous sont constamment imposées. Notre rapport au présent prend ainsi la forme d’une attitude critique.

Cette collection est vouée à accueillir une série d’ouvrages qui, implicitement ou explicitement, et dans des domaines différents, témoignent de cette attitude fondamentale, dans la conviction que, pour utiliser les mots de Foucault, faire du travail en philosophie signifie toujours introduire une différence significative dans le champ du savoir, en ouvrant ainsi l’accès à une autre figure de la vérité, et peut-être aussi à une autre manière de penser et de vivre.

La collection « Philosophie du présent » accueillera en outre la série « Foucault inédit », publiée sous la direction de Jean-François Braunstein, Arnold I. Davidson, Henri-Paul Fruchaud et Daniele Lorenzini, dont le but est d’établir l’édition critique d’une série de conférences et d’interviews de Michel Foucault qui demeurent encore inédites en français, ou inédites tout court. Le premier volume, à paraître en septembre 2013, recueillera les conférences données par Foucault à Dartmouth College en novembre 1980 sur « L’origine de l’herméneutique de soi », avec les variantes de la version prononcée par Foucault le mois précédent à Berkeley, ainsi que deux autres interventions inédites, contemporaines de ces conférences.


Robert Castel

Posted: Luglio 5th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, au-delà, comune, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Robert Castel

La fragile società del non lavoro

di Benedetto Vecchi

Dall’ordine psichiatrico alla questione sociale

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Docente e ricercatore all’«École des hautes études en sciences sociales», Robert Castel non ha mai nascosto il suo interesse per gli aspetti più problematici del «vivere in società». Dopo una breve collaborazione con Pierre Bourdieu, ha concentrato la sua attenzione alla psichiatria, alla fabbrica e alle istituzione del welfare state. La sua griglia teorica trova poche eco nelle scienze sociali francesi. Anzi si può tranquillamente dire che è stato più studiato fuori dai confini nazionali che in Francia (i suoi scritti sono stati molto discussi in Germania e in Americalatina). In Italia sono stati tradotti: «Lo psicanalismo» (Einaudi), «L’ordine psichiatrico. L’epoca d’oro dell’alienismo» (Feltrinelli), «L’insicurezza sociale. Che significa essere protetti?» (Einaudi), «Le metamorfosi della questione sociale. Una cronaca del salariato» (Sellino), «La discriminazione negativa» (Quodlibet) e questo libro-intervista «Proprietà privata, proprietà sociale e proprietà di sé» può essere considerato il testamento dello studioso recentemente scomparso. Ha inoltre il pregio di presentare una lucida analisi della crisi sociale provocata dal neoliberismo e di proporre il reddito di cittadinanza come proposta per salvaguardare lo spirito del welfare state.

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Startup, classe creativa e capitalismo delle “relazioni”

Posted: Luglio 4th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, comune, comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Startup, classe creativa e capitalismo delle “relazioni”

Note per una discussione

a cura di KAINOS

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Le riflessioni che seguono sono relative alla lettura di due libri sulle nuove “forme del lavoro” e sul “capitalismo digitale”. Il primo di questi libri, il più importante, serio e stimolante, è quello di Carlo Formenti, intitolato Felici e sfruttati. Il capitalismo digitale e l’eclissi del lavoro1. Il secondo, molto meno stimolante, ma a suo modo utile come “oggetto” teorico su cui riflettere, è il libro a più (troppe) mani, curato da Gianni Vattimo, Pasquale Davide de Palma e Giuseppe Iannantuono, dal titolo Il lavoro perduto e ritrovato2.

La discussione di tali libri mi ha dato l’opportunità di rileggere l’importante saggio di Jean-Luc Nancy, La création du monde ou la mondialisation3, pubblicato in Francia nel 2002. Tale rilettura mi ha portato a porre in questione l’ideologia della creatività che è il presupposto (in parte non ancora indagato) sia delle teorie neo-liberiste relative alla “classe creativa” (Florida4) sia delle teorie che (apparentemente) si oppongono alle attuali forme del capitalismo tecno-globalizzato.

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Il diritto del comune

Posted: Giugno 22nd, 2013 | Author: | Filed under: 99%, comune, comunismo, crisi sistemica, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Il diritto del comune

di Girolamo De Michele

dignità

G. Allegri, A. Amendola, A. Arienzo, M. Blecher, M. Bussani, P. Femia, A. Negri, U. Mattei, G. Teubner, Il diritto del comune. Crisi della sovranità, proprietà e nuovi poteri costituenti, a cura di Sandro Chignola, Ombre Corte, Verona 2012, pp. 236, € 20,00

Questo volume, che raccoglie parte dei materiali prodotti in occasione di una giornata di studi nel marzo 2011, ha la sua ragion d’essere in almeno due temi: la crisi del diritto e della sovranità, e la pratica necessità di processi costituenti messi all’opera dai movimenti globali.
Che in un’epoca di crisi dell’economia globale siano entrate in crisi tanto gli istituti della rappresentanza politica “democratico-costituzionale”, quanto il diritto in quanto tale; che si debba parlare di una crisi delle costituzioni sia dal lato teorico (fondamenti formali dell’architettura giuridica che regolamenta la produzione di leggi e la loro applicazione), sia dal lato materiale (garanzia dell’inviolabilità dei diritti fondamentali iscritti nelle carte costituzionali e tutela sostanziale del cittadino), non è una novità per gli studiosi di questi argomenti.

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