Posted: Dicembre 30th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: comune, comunismo, critica dell'economia politica, Foucault, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su Un’esperienza marxista di Foucault
di ANTONIO NEGRI
1. La domanda che mi porrò oggi è semplice: come ho tentato di leggere, come mi è sembrato possibile farlo, nel mio lavoro, Marx con e dopo Foucault? Vorrei analizzare rapidamente questa esperienza. Si è trattato di fissare degli assi di lettura marxiana che si organizzassero attorno ad un dispositivo di soggettivazione, ricalcato su Foucault e del quale io cercherò di mostrare la possibilità d’essere applicato alla nostra attualità: esso impone un’ontologia adeguata. Se, inversamente, leggere Marx significa nutrire una volontà radicale di trasformazione dell’essere storico, la soggettivazione foucaltiana mi sembra debba essere confrontata a tale determinazione.
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Posted: Dicembre 22nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: comunismo, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su Il Novecento di Mario Tronti
di Carlo Formenti – Franco Milanesi – Damiano Palano
Questo testo è la trascrizione del dibattito svoltosi presso la Casa della Cultura di Milano il 20 novembre 2014, in occasione della presentazione del libro di Franco Milanesi, Nel Novecento. Storia, teoria, politica nel pensiero di Mario Tronti (Mimesis, Milano 2014).
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Posted: Dicembre 2nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, comune, comunismo, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su Le commun contre l’État néolibéral
par Pierre Sauvêtre
Le livre de P. Dardot et de C. Laval entend placer la question du commun au cœur de la réflexion politique contemporaine. Mais il ne faut pas simplement le concevoir comme une forme spécifique de propriété : c’est une politique que le commun définit.
Le livre de Pierre Dardot et Christian Laval introduit en France la question du « commun » qui était jusqu’ici absente du débat hexagonal, alors qu’elle irrigue depuis les premiers travaux d’Elinor Ostrom il y a vingt ans le champ des sciences humaines anglo-saxonnes. Commun est d’abord une impressionnante synthèse d’un grand nombre de travaux de sociologie, d’économie, de droit, d’anthropologie et de philosophie qui ont pris le « commun » pour objet ces deux dernières décennies. Mais le livre est surtout un effort philosophique d’élaboration originale du concept de « commun ». Son apport majeur est de faire du commun un objet de réflexion directement politique, et pas seulement économique ou juridique. Il ne se présente donc pas comme une réflexion purement abstraite, mais comme une tentative pour proposer un cadre théorique à différents mouvements qui depuis les années 1990 ont donné une dimension directement politique à la problématique du commun dans le cadre de luttes contre les politiques néolibérales. Commun marque ainsi un nouvel âge des travaux sur le néolibéralisme : le temps de l’analyse critique semble être terminé pour laisser place à celui de la construction de propositions alternatives. Mais c’est aussi une réflexion sur le socialisme qui trouve dans le commun une voie nouvelle pour l’émancipation sur la base d’un bilan sans concession de l’échec du communisme d’État. Le concept de « commun » se trouve ainsi à la croisée d’une alternative au néolibéralisme et d’une rupture avec le communisme.
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Posted: Dicembre 2nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, bio, comune, digital conflict, epistemes & società, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Il comunismo della conoscenza
di André Gorz
La conoscenza, l’informazione sono per essenza dei beni comuni, che appartengono a tutto il mondo, che dunque non possono diventare proprietà priva e mercantile, senza essere mutilati dalla loro utilità. Però se la forza produttiva decisiva (quella dell’intelligenza della conoscenza) non si presta a diventare una merce, le categorie tradizionali dell’economia politica entrano in crisi : il lavoro, il valore, il capitale. Il valore, nel senso dell’economia capitalista, delle conoscenze è indicibile. È impossibile misurare il lavoro che è stato speso alla scala della società per produrle. Perché esse sono prodotte dappertutto dove gli uomini interagiscono, sperimentano, imparano, sognano […]
L’economia della conoscenza ha dunque vocazione ad essere un’economia della messa in comune e della gratuità cioè il contrario di una economia. È questa forma di comunismo che essa riveste spontaneamente nel mondo scientifico. Il “valore” di una conoscenza si misura non in denaro ma per l’interesse che essa suscita, la diffusione che essa riceve. Alla base dell’economia capitalista della conoscenza si trova dunque una anti-economia nella quale la merce, gli scambi mercantili, la preoccupazione del guadagno non ha corso. […]
Questo protocomunismo ha le sue figure emblematiche nell’informatica. Essa differisce dalla scienza per questa specificità : essa è nello stesso tempo conoscenza, tecnica di produzione di conoscenze e mezzo di fabbricazione, di regolazione, d’ invenzione, di coordinazione. In essa è soppressa la divisione sociale fra quelli che producono e quelli che concepiscono i mezzi per produrre. I produttori non sono più dominati dal capitale attraverso il loro mezzi di lavoro. Produzione di conoscenze e produzione di ricchezze materiali o immateriali si uniscono. Il capitale fisso non ha più un’esistenza a parte ; è sussumato, interiorizzato da uomini e donne che fanno l’esperienza pratica, concreta, che la principale forza produttiva non è né il capitale macchine né il capitale denaro ma la passione viva con la quale essi immaginano, inventano e accrescono le loro proprie capacità cognitive al tempo stesso che la loro produzione di conoscenza e di ricchezza. La produzione di sé è qui produzione di ricchezza e inversamente ; la base della produzione di ricchezza è la produzione di sé. Potenzialmente, il lavoro – nel senso che ha nell’economia politica – è soppresso : “Il lavoro non appare più come lavoro ma come pieno sviluppo dell’attività [personale] essa stessa ” (Grundisse).
Il hacker è la figura emblematica di questa appropriazione/soppressione del lavoro. Con lui, le forze produttive umane, diventate soggetto, entrano in ribellione contro la loro cattura da parte del capitale, rivolgono le risorse dell’informatica contro di lui. È il hacker che ha inventato questa anti-economia che sono Linux e il copyleft – questo opposto del copyright – e ha fatto sorgere il movimento dei software liberi. Da lui appaiono delle nuove forme di comunicazione e di regolazione ; un’ammirabile etica anarco-comunista, l’etica hacker, nello stesso tempo arte di vivere, pratica di altri rapporti individuali e sociali, ricerche di vie per uscire dal capitalismo e per liberare, a questo scopo, i nostri modi di pensare, di sentire, di desiderare, dalla sua presa. Gli hackers non sono una élite professionale, né uno strato a parte. Fanno parte della nebulosa dei “dissidenti del capitalismo numerico” come lo diceva Peter Glotz. Questi dissidenti, provenienti della rivoluzione informativa, rappresentano negli Stati Uniti circa un terzo della popolazione attiva. Comprendono degli informatici di alto livello che rifiutano la servitù volontaria ; dei diplomati che rifiutano di sacrificare tutto alla loro carriera ; dei self-imprenditori che rifiutano la competizione feroce del “sempre più, sempre più rapido” ; dei jobbers e dei downshifters che preferiscono guadagnare poco ed avere più di tempo per sé. “Più il capitalismo numerico estende la sua presa sulle nostre vite, più grande diventerà il numero dei declassati volontari”. Scrive Peter Glotz. “Una nuova concezione del mondo sorgerà da essi. La lotta che opporrà il proletariato del numerico alla sua élite… avrà per scopo essenziale due concezioni principali e passionali della vita. Tutta l’etica sociale del capitalismo moderno è in questione.”
(trad. di Julien Simonpieri)
Posted: Novembre 29th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, bio, crisi sistemica, Deleuze, digital conflict, epistemes & società, hacking, kunst, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | 8 Comments »
by TIZIANA TERRANOVA
This essay is the outcome of a research process which involves a series of Italian institutions of autoformazione of post-autonomist inspiration (‘free’ universities engaged in grassroots organization of public seminars, conferences, workshops etc) and anglophone social networks of scholars and researchers engaging with digital media theory and practice officially affiliated with universities, journals and research centres, but also artists, activists, precarious knowledge workers and such likes. It refers to a workshop which took place in London in January 2014, hosted by the Digital Culture Unit at the Centre for Cultural Studies (Goldsmiths’ College, University of London). The workshop was the outcome of a process of reflection and organization that started with the Italian free university collective Uninomade 2.0 in early 2013 and continued across mailing lists and websites such as Euronomade, Effimera, Commonware, I quaderni di San Precario, and others. More than a traditional essay, then, it aims to be a synthetic but hopefully also inventive document which plunges into a distributed ‘social research network’ articulating a series of problems, theses and concerns at the crossing between political theory and research into science, technology and capitalism.
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[traduzione in italiano qui]
Posted: Novembre 11th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, bio, comune, comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, digital conflict, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Algoritmi del capitale 1-2
1) Il diagramma di flusso della libertà
di Andrea Fumagalli, 11.11.2014
Tempi presenti. Il volume collettivo «Gli algoritmi del capitale» affronta il nodo del rapporto degli esseri umani con le macchine all’interno della produzione di ricchezza e della comunicazione on-line. Una discussione a più voci a partire dal «manifesto per una politica accelerazionista».
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2) Dispositivi politici per rompere le maglie strette della Rete
di Benedetto Vecchi, 11.11.2014
Algoritmi del capitale. I social network e i Big Data sono da considerare gli esempi che meglio di altri illustrano le tendenze del capitalismo.
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Posted: Novembre 2nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | 7 Comments »
di Sandro Chignola
Pubblichiamo la versione italiana dell’intervento di Sandro Chignola al Colloque International “Foucault(s) 1984-2014″ (Paris, 19-21 mai 2014), in occasione dell’uscita del suo Foucault oltre Foucault. Una politica della filosofia (Derive Approdi, Roma, pp. 208).
Il mio intervento sarà molto breve come mi è stato richiesto. Intendo mettere a tema – e mi scuso se posso farlo solo in modo molto diretto e brusco – una serie di questioni che riguardano Foucault, la sua filosofia, il rapporto che essa intrattiene con le scienze sociali.
Procedo per punti. Il primo: io credo si debba lavorare l’archivio dei testi foucaultiani con molta attenzione ed evitando un doppio rischio. Da un lato quello di fare di Foucault un Autore: un rischio che è evidentemente radicato nella nuova ondata degli studi foucaultiani e che viene sospinto dalla incessante pubblicazione di testi, corsi, materiali ed inediti che vengono offerti all’interpretazione degli studiosi. Operazione importante, certo, quest’ultima – non intendo affatto negarlo – e che ha permesso, in particolare in Italia, di sottrarre Foucault all’oblio cui era stato frettolosamente consegnato già sul finire degli anni ‘70. Ma operazione che, almeno a mio avviso, può però, per una paradossale eterogenesi dei fini, concludersi con il «monumentalizzare» Foucault riducendolo ad un semplice capitolo di una storia della filosofia rinsaldata nel suo accademicismo.
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Posted: Ottobre 22nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su L’essere superflui e “l’angoscia del ceto medio”
Il fenomeno dell’esclusione e della stratificazione sociale nel capitalismo
di Roswitha Scholz
1. Introduzione: “condizione di classe”, esclusione specifica di una classe, o declassamento generalizzato? È questa la questione oggi! 2. Il fenomeno dell’essere superflui nel capitalismo fino alla fine del XIX secolo – un breve abbozzo 3. La “società del ceto medio livellato” 4. Individualizzazione al di là di classe e ceto? 5. La distruzione del “nuovo ceto medio” e i “nuovi autonomi” precari 6. Il feticcio della lotta di classe 7. Lotta senza classi? 8. L’ultimo stadio della classe media 9. La società del ceto medio e il genere 10. La società del ceto medio e l’immigrazione 11. L’esclusione come problema fondamentale del capitalismo. 12. Alcune osservazioni sul dibattito delle scienze sociali riguardo l’esclusione sociale e la “vulnerabilità sociale” nei ceti medi 13. Socializzazione del ceto medio, esclusione e forma sociale della scissione-valore.
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Posted: Ottobre 20th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: crisi sistemica, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su A proposito del concetto di Stato-nazione
di ANTONIO NEGRI
«Nazione» è stato, per molto tempo, un concetto difficilmente definibile al di fuori di quell’altro concetto che era lo Stato-nazione. Oggi le cose sono molto differenti.
Ma cominciamo dall’inizio, dunque precisamente dal concetto di Stato-nazione. Due elementi gli hanno dato forma: il primo, politico e giuridico, era quello di Stato; il secondo, storico, etnico e culturale, era il concetto di nazione. Tuttavia, è a partire dal concetto di Stato-nazione che la nazione è diventata una realtà, che la forza sovrana ha dato origine alla nazione. Quando parliamo di nazione, dobbiamo sempre ricordare questa genesi. In ogni caso, la «nazione» è un concetto del quale sono stati proposti vari criteri di definizione, con differenti radici ideologiche. Di solito si prova ad afferrarlo sotto tre profili.
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Posted: Ottobre 15th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: au-delà, bio, comune, critica dell'economia politica, digital conflict, epistemes & società, hacking, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo | 27 Comments »
by TIZIANA TERRANOVA
Over the past few years, European social movements have struggled to find new ways of cooperating and connecting in order to oppose the verticalization of European governance. Following the crash of 2008, in fact, a regime of austerity, that is severe cuts to public spending, has gone together with a remodulation of modes of welfare and work inspired by the German model.
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