Posted: Agosto 26th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su Passioni ludiche senza desiderio
di Jean Baudrillard
È quello che dice il Diario del seduttore: nella seduzione non c’è nessun soggetto padrone di una strategia, e quando questa si dispiega nella piena consapevolezza dei mezzi posseduti, è ancora sottomessa a una regola del gioco che le è superiore. Drammaturgia rituale al di là della legge, la seduzione è un gioco e un destino che conduce ineluttabilmente i protagonisti verso la propria fine, senza che la regola sia infranta, poiché è lei che li lega. E l’obbligo fondamentale è che il gioco continui, sia pure a costo di morire. Una specie di passione lega dunque i giocatori alla regola che li lega, e senza la quale non sarebbe possibile giocare.
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Posted: Giugno 12th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, Deleuze, epistemes & società, post-filosofia, Révolution | 166 Comments »
by Bernard Stiegler
The capture of attention by technological means is a global phenomenon (affecting all continents), a massive one (affecting all generations and all social strata) and totally new: the length of capture has now reached 6 hours a day in the USA, not to mention the phenomena of hyper-attention, to use the term of Katherine Hayles, which provoke a splitting of attention between several media simultaneously, and which motivate the Kaiser family foundation to modify its figures – increasing the average number of hours to 8 and a half per day for American adolescents.
Humanity has never experienced such a phenomenon of synchronised and hyper-realist collective hallucination, and the consequences of these facts on psychical and collective individuation are as yet hardly theorized, although they are beginning to enter as objects of the study of psychopathology, or investigations in the human sciences, for example the case of the syndrome of cognitive saturation. Nevertheless, the pathogenic factors caused by this actual situation remain most of the time analysed in “neurocentric” terms – as for the questions tied to attention deficit – when in fact their causality is massively sociotechnical and therefore economic-political, even though the neuropsychic “terrains” play their role.
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Posted: Giugno 8th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, epistemes & società, Foucault, philosophia, post-filosofia | Commenti disabilitati su Agamben “inoperoso” ovvero l’equivoco dell’energeia
di Lorenzo Mainini
Con L’uso dei corpi (2014) Giorgio Agamben riconosce una “conclusione” del suo percorso filosofico e apre alla stabilizzazione di quei concetti che hanno segnato da sempre il suo pensiero. Fra tutti l’inoperosità – quella permanenza in se stessi, quell’inattualità, che Agamben pensa come forma della “resistenza” a un potere che invece attualizza, mette in opera e attiva. Alcuni critici, nel discutere l’ultimo lavoro agambeniano, hanno avuto gioco facile nel confermare i rischi già rilevabili in corso d’opera. Negri, ad esempio, osservava che, alla lettura d’Agamben, s’avverte l’impressione di trovarsi al cospetto di “qualcuno che ha colto il problema e non vuole, meglio, non può più risolverlo”1.
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Posted: Maggio 27th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, comune, comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, Révolution | Commenti disabilitati su Realismo della potenza. Per una nuova immagine dell’organizzazione politica
di INSTITUTO DE INVESTIGACIÓN Y EXPERIMENTACIÓN POLÍTICA (IIEP)*.
I. Opacità strategica
Un’“opacità strategica” – così la chiama Raquel Gutiérrez Aguilar[1] – perturba la comprensione collettiva dell’attuale conflittualità sociale. Sono pochi i protagonisti del sistema politico che vi prestano attenzione, con eccezione, degna di nota, della chiesa. Tuttavia, negli ultimi anni i sintomi si moltiplicano: dalle ricorrenti crisi prodotte dalle occupazioni di terra – inoccultabili a seguito dell’occupazione del Parque Indoamericano e dell’intervento poliziesco, repressivo e razzista che ne ha posto fine[2] – agli ammutinamenti della polizia del dicembre 2013, passando per la crescita di una violenza legata all’universo del narcotraffico che costituisce una sfida, nella forma di uno scontro non dissimulato, allo sviluppo delle organizzazioni sociali nei quartieri periferici.
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Posted: Maggio 23rd, 2015 | Author: agaragar | Filed under: comunismo, epistemes & società, postoperaismo | Commenti disabilitati su Annotazioni sullo sciopero astratto
(Pubblichiamo l’intervento di Toni Negri durante la tavola rotonda Lo sciopero nell’era dell’astrazione finanziaria – 8 maggio 2015, Venezia, presso S.a.L.E Docks, nell’ambito delle iniziative di AB-STRIKE, una piattaforma per lo sciopero astratto, curata da S.a.L.E. Docks e Macao. Qui trovate l’intervento nello stesso talk di Marco Assennato)
di TONI NEGRI
Che cos’era lo sciopero? Era un’astensione dal lavoro da parte operaia, una rottura partigiana e selvaggia (di classe operaia) del rapporto di sfruttamento, che si qualificava come un attacco diretto alla valorizzazione capitalista. Ma, dal punto di vista operaio, lo sciopero non era solo questo; era anche qualcosa di molto materiale, un’azione che doveva “far male al padrone” e che, allo stesso tempo, metteva in gioco la vita del lavoratore.
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Posted: Maggio 1st, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, comune, Deleuze, epistemes & società, hacking, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, psichè, Révolution | 65 Comments »
by Matteo Pasquinelli
Abstract
The political economy of the information machine is discussed within the Marxist tradition of Italian operaismo by posing the hypothesis of an informational turn alreadyat work in the age of the industrial revolution. The idea of valorizing information introduced by Alquati (1963) in a pioneering Marxist approach to cybernetics issued to examine the paradigms of mass intellectuality, immaterial labour and cognitive capitalism developed by Lazzarato, Marazzi, Negri, Vercellone and Virno since the 1990s. The concept of machinic by Deleuze and Guattari (1972, 1980) is then adopted to extend Marx’s analysis of the industrial machine to the algorithms of digital machines. If the industrial machine can be described as a bifurcation of the domains of energy and information, this essay proposes to conceive the information machine itself as a further bifurcation between information and metadata. In conclusion, the hypothesis of the society of metadata is outlined as the current evolution of that society of control
pictured by Deleuze (1990) in relation to the power embodied in databases.
Keywords
algorithm, cognitive capitalism, information machine, immaterial labour, metadata, operaismo
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Posted: Aprile 27th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, crisi sistemica, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Dall’ecografia alla farmacologia: Bernard Stiegler e Ars Industrialis
di Paolo Vignola
Quando Derrida e Stiegler pubblicarono Ecografie della televisione era la metà degli anni Novanta, periodo in cui molti filosofi decisero di dedicare le proprie riflessioni al tubo catodico, e in quel libro i due autori, in linea con l’orientamento generale, ragionavano sulle trasformazioni sociali e politiche prodotte dal progresso «teletecnologico». I cambiamenti conseguenti a questa inedita esplosione mediatica, che comprendeva anche la prima dimensione autenticamente pubblica di Internet, riguardavano innanzitutto il processo di democratizzazione su scala globale[1] nonché, parallelamente ad esso, il fenomeno di omogeneizzazione culturale causato in primo luogo dall’egemonia del mercato nello sviluppo della globalizzazione.
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Posted: Aprile 27th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su Bernard Stiegler, REINCANTARE IL MONDO
recensione a cura di Kainos
Non sono molti i libri di Bernard Stiegler tradotti in italiano, eppure si tratta di uno degli autori francesi più prolifici e criticamente impegnati nella interpretazione della nostra contemporaneità. Per tale ragione, la traduzione, ben curata da Paolo Vignola, di uno dei suoi testi più politicamente espliciti (per quanto si tratti di un testo teoreticamente meno complesso di altri, specie se confrontato con i tre volumi dedicati a La Tecnique et le Temps) è di sicuro un evento editoriale di un certo interesse. In Réenchanter le monde, pubblicato in Francia nel 2006, Stiegler oserei dire rischiosamente mette in chiaro, adoperando un registro stilistico molto “diretto” e friendly, gli scopi politico-sociali non solo della sua personale ricerca ma anche di quella del gruppo di “Ars Industrialis” fondato nel 2010.
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Posted: Aprile 19th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, Deleuze, epistemes & società, Foucault, post-filosofia | Commenti disabilitati su Bernard Stiegler e il populismo industriale
di Paolo Vignola
Di fronte alla questione relativa al compito della filosofia, Gilles Deleuze ha dato una risposta che potremmo definire “fuori dal tempo” per la sua validità, e “fuori dalla filosofia contemporanea” per via della sua semplicità espressiva. Eppure, affermare, sulla scia di Nietzsche, che l’attività della filosofia «è la critica della stupidità e della bassezza»1 significa indicare un assioma fondamentale per la filosofia di questo nuovo secolo e, al tempo stesso, suggerire uno dei compiti politici più urgenti per il nostro presente. La critica della stupidità ha infatti acquisito la sua efficacia più puntuale nel momento in cui «l’informatica, il marketing, il design, la pubblicità, tutte le discipline della comunicazione si impadronivano della parola stessa “concetto”»2 e sembravano così sottrarre alla filosofia il suo lavoro di creazione dei concetti. Ecco allora che Deleuze, mostrando come queste discipline rientrano nel concetto di «controllo», ha voluto prendersi la rivincita del filosofo.
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Posted: Aprile 19th, 2015 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, bio, Deleuze, epistemes & società, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Linguaggio e immanenza. Kierkegaard e Deleuze sul “divenir-animale”
di FELICE CIMATTI
[dal n. 363/2014 di “aut aut”]
Quanto grande dev’essere la violenza da fare al pensiero per diventare capaci di pensare, la violenza di un movimento infinito che ci priva al tempo stesso del potere di dire Io?[1]
G. Deleuze – F. Guattari
1. “La nostra impresa più difficile”
Immanenza. È una nozione difficile da articolare, perché se per spiegare un concetto si ricorre a un altro concetto, al suo contrario o a uno simile, questo non si può fare per l’immanenza, che è un concetto limite, che assorbe in sé tutti gli altri, e li annulla. L’immanenza non è propriamente il contrario della trascendenza. È questa che ha bisogno dell’immanenza, come suo contrario, per precisare se stessa, per definirsi come l’ambito di ciò che non è immanente, non è mondano, non è terreno. L’immanenza è lo spazio che si apre quando tutti i dualismi sono stati superati, e non rimane che un unico ambito, quello appunto dell’immanenza. Uno spazio che proprio per questa ragione è impensabile e indicibile: “Il piano di immanenza non è un concetto, né pensato né pensabile”.[2] Non si può pensare, ché per pensarlo occorrerebbe essere al suo esterno, ossia nella trascendenza; per la stessa ragione non può dirsi, perché il linguaggio incarna l’essenza stessa di ogni dualismo, della cosa e del segno, del significato e del significante, del contenuto e dell’espressione. È difficile quindi pensare l’immanenza.
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