Dallo stato di diritto allo stato di sicurezza

Posted: Gennaio 13th, 2016 | Author: | Filed under: anthropos, BCE, bio, crisi sistemica, epistemes & società, Marx oltre Marx | Commenti disabilitati su Dallo stato di diritto allo stato di sicurezza

di Giorgio Agamben

Secondo il filosofo italiano Giorgio Agamben, lo stato di emergenza non è uno scudo a difesa della democrazia. Al contrario, ha sempre annunciato le dittature

Non è possibile capire l’obiettivo reale della proroga dello stato di emergenza in Francia [prorogato fino alla fine di febbraio] se non la si colloca nel contesto di una radicale trasformazione del modello statale che ci è più familiare.

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Pensare il rapporto tra uomo e animale

Posted: Dicembre 9th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, bio, epistemes & società | Commenti disabilitati su Pensare il rapporto tra uomo e animale

di Gabriella Giudici

Un bel saggio di Marco Maurizi, L’animale dialettico, sul rapporto uomo/natura, uomo/animale nella Scuola di Francoforte. Considerando la trattazione del passaggio dalle società di caccia e raccolta alle società stanziali e del prezzo che l’uomo paga in quella costruzione violenta de Sé chiamata educazione, questo articolo completa e spiega il precedente di Jared Diamond sulla sicurezza e socialità dei bambini delle società tradizionali.

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Lo sciopero nelle fabbriche neoliberali del sapere

Posted: Novembre 23rd, 2015 | Author: | Filed under: 99%, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, Révolution, riots | Commenti disabilitati su Lo sciopero nelle fabbriche neoliberali del sapere

di Paolo Do

Squat the ranking!
le proteste studentesche nella “fabbrica della qualità” in Cina. Considerazioni sul rapporto formazione lavoro nella superpotenza cinese a partire dagli scioperi degli stagisti nell’ultimo decennio.

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Nel 2006, in un college privato cinese, un nuovo tipo di protesta studentesca è scoppiata facendo spazio alla figura sociale che potremmo chiamare “studente-consumatore”. Allo Shengda College, gli studenti hanno prima occupato l’auditorium del campus e poi costretto lo stesso preside alle dimissioni. La rabbia è scoppiata non appena scoperto che il college per cui hanno pagato fior fior di soldi di tasse è stato declassato (KAHN, 2006). A questo istituto, infatti, è stato imposto di firmare le lauree emesse con il proprio pressoché anonimo nome, anziché il rispettabile e ben conosciuto dell’Università Zhengzhou che, grazie al riconosciuto prestigio e indubbia reputazione, ha permesso al piccolo college privato di emettere titoli di studio.

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Virno, intelletto generale e uso della vita

Posted: Novembre 13th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, comunismo, epistemes & società, post-filosofia, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Virno, intelletto generale e uso della vita

di Paolo Godani

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L’idea di mondo è la nuova edizione ampliata di un libro ormai classico, che Paolo Virno pubblicò nel 1994 per manifestolibri con il titolo Mondanità. Il testo era composto dal saggio omonimo e da un altro intitolato Virtuosismo e rivoluzione, ai quali ora se ne accompagna un terzo, scritto nel 2014: L’uso della vita. Quest’ultimo – avverte l’Autore – non è da considerarsi come un’appendice o un «contrappunto al canovaccio teorico elaborato vent’anni or sono», bensì come una sorta di «enunciazione stenografica, scandita da tesi perentorie, di un programma di ricerca ancora da realizzare».

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Vita, lavoro, linguaggio. Biopolitica e biocapitalismo

Posted: Novembre 1st, 2015 | Author: | Filed under: au-delà, bio, comune, comunismo, epistemes & società, Foucault, General, post-filosofia, postoperaismo | Commenti disabilitati su Vita, lavoro, linguaggio. Biopolitica e biocapitalismo

di SANDRO CHIGNOLA

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1. Non mi è semplice intervenire sul tema che mi è stato proposto. Non mi è facile per almeno due motivi. Il primo concerne la mia riluttanza a tornare su quello che, in ambito filosofico politico almeno, viene sedimentandosi come il «canone» filosofico della biopolitica. Foucault, Benjamin, Arendt e poi l’uso che di essi è stato fatto da Agamben, Negri-Hardt o Esposito. Il secondo per la difficoltà che ho, una difficoltà probabilmente solo mia, a impostare un intervento sui saperi e sui poteri della biopolitica che si sforzi di passare per così dire all’esterno dell’ordine del discorso su cui si impegna questa parte, una parte che è in fondo anche la mia, della filosofia politica contemporanea. Non entrerò pertanto nel merito della questione di come è venuta evolvendosi questa discussione, né mi addentrerò nei problemi di filologia sollevati dall’uso che è stato fatto delle categorie foucaultiane da parte di autori che vi si sono riferiti con modalità molto differenti e, almeno in alcuni casi, sottoponendole consapevolmente ad una torsione. Ciò che mi propongo di fare in questa occasione è qualcosa di diverso, ed in particolare di cartografare processi dentro i quali saperi e poteri agiscono gli uni sugli altri in un processo di co-produzione circolare surdterminato dall’assiomatica del capitale e da alcune delle sue forme contemporanee di accumulazione. Mi scuso in anticipo se sarò piuttisto sommario e se, proprio per questo, rinvierò troppo spesso e in modo davvero poco elegante a miei altri lavori.

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L’ultimo lampo del Novecento. Appunti di lettura intorno a «Dello spirito libero» di Mario Tronti

Posted: Ottobre 6th, 2015 | Author: | Filed under: comunismo, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su L’ultimo lampo del Novecento. Appunti di lettura intorno a «Dello spirito libero» di Mario Tronti

di Damiano Palano

Il recente volume di Mario Tronti, Dello spirito libero. Frammenti di vita e di pensiero (il Saggiatore, Milano, 2015), può essere considerato l’autobiografia teorica di un «politico pensante». Partendo da quei «frammenti», questo articolo si propone rileggere le tappe che, nell’arco di quasi sessant’anni, hanno scandito l’itinerario teorico di Tronti. Perché forse solo oggi se ne possono cogliere fino in fondo le linee di continuità, i salti, le innovazioni.

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Nel cuore di tenebra

Già dalla fine degli anni Sessanta, dopo la conclusione delle riprese di C’era una volta il West, Sergio Leone iniziò a progettare un film sull’assedio di Leningrado. La pellicola avrebbe dovuto ispirarsi a The 900 Days. The Siege of Leningrad, un libro in cui il giornalista Harrison E. Salisbury ricostruiva la vittoriosa resistenza dell’Armata Rossa e dell’intera città dinanzi all’offensiva tedesca, durata dal giugno 1941 fino al gennaio 1943. Più volte accantonata, l’idea non fu però mai abbandonata da Leone, che tornò a elaborarla dopo aver girato C’era una volta America. Di quel progetto ambizioso rimangono solo alcune cartelle dattiloscritte, da cui è possibile ricostruire solo molto vagamente la direzione che Leone avrebbe imboccato per trasferire sul grande schermo la cronaca di Salisbury.

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Pensare la crisi con J. Derrida

Posted: Settembre 24th, 2015 | Author: | Filed under: au-delà, BCE, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su Pensare la crisi con J. Derrida

di RICCARDO ANTONIUCCI

Il valore politico del pensiero di Derrida sta nella decostruzione della sovranità e nell’elaborazione di una pratica di giustizia che sia incondizionale. La responsabilità come vero antidoto alla violenza

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Egemonia: Gramsci, Togliatti, Laclau

Posted: Settembre 17th, 2015 | Author: | Filed under: Archivio, comunismo, epistemes & società, Marx oltre Marx | Commenti disabilitati su Egemonia: Gramsci, Togliatti, Laclau

di TONI NEGRI

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(la conferenza che pubblichiamo è stata tenuta alla Maison de l’Amerique Latine, a Parigi, il 27 maggio 2015)

Il discorso di Laclau rappresenta per me una variante neo-kantiana di quello che si potrebbe definire socialismo post-sovietico. Già ai tempi della Seconda Internazionale il neo-kantismo funzionò come approccio critico nei confronti del marxismo: il marxismo non fu considerato come il nemico, ma quell’approccio critico aveva tentato di assoggettarlo e, in certo modo, di neutralizzarlo. L’attacco fu portato contro il realismo politico e l’ontologia della lotta di classe. La mediazione epistemologica consistette, allora, a questo uso e a questo abuso del trascendentalismo kantiano. Mutatis mutandis, tale mi sembra anche, se ci si pone in epoca post-sovietica, la linea di pensiero di Laclau, considerata nel suo movimento. Sia chiaro – qui non si discute di revisionismo in generale, talora utile, talora indigesto. Si discute dello sforzo teorico e politico di Laclau in età post-sovietica a confronto con la contemporaneità.

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The post-humanist project: inheritances and future duties

Posted: Settembre 15th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, epistemes & società, posthumanism | 106 Comments »

by Roberto Marchesini

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The post-humanistic philosophy represents a paradigmatic event in the Western culture, since it is able to change deeply the way to consider human ontology and, broadly, the human relationships with non-human alterities. In doing so, the post-humanistic philosophy introduces a hybrid conception of identity (relational ontology) instead of the traditional autarchic and self-poietic conception, typical of the humanistic thought (reflexive ontology) as we can see, for example, in Descartes. This shift determines the overcoming of several dichotomies still in force, as nature/culture, human/non-human, conscious/unconscious. This revolution has been launched, since the second half of 19th century, by the work of some authors who put into question the ground of humanistic thought. Among them, we should quote first Charles Darwin, not only for having mined the disjunctive conceptions of Essentialism, but also for highlighting the “bottom-up cause” in the evolution, which widens the status of artefact to the human identity. Then we must remember Freud who, through an initial and coherent wording of the concept of “unconscious”, showed the inconsistency of the rational domain over the individual behaviour, transforming the identity into a field where different forces operate from the outside. A substantial contribution was given by the phenomenology – from Bretano to Merleau-Ponty – regarding the “principle of intentionality” that is the external reference that lies at the base of being. Lastly, we cannot ignore Nietzsche, who remarked the Dionysian coordinate of fluidity of the human being, based on an on-going overcoming. This paper aims to show the conceptual shifts brought by these authors and therefore the debts and the roots of post-humanistic philosophy. Moreover, the paper shows the changes and the cultural storm occurred in the 21st century, which has influenced art, literature, ethic, aesthetic, anthropology and techno-science: a deep metamorphosis which cannot be reduced or trivialized to a futuristic kaleidoscope with morpho-poietic outcomes on the human being.

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Un medium pronto a tutto

Posted: Settembre 13th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Un medium pronto a tutto

di Francesco Antonelli

Codici aperti
« La razionalità digitale» del filosofo Byung Chul Han e un’inchiesta sull’uso di Internet come strumento politico aiutano a demistificare l’idea che il web sia il protopito di una forma inedita di democrazia diretta.

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Il rap­porto tra Rete e demo­cra­zia è uno dei feno­meni più stu­diati dalle scienze sociali con­tem­po­ra­nee. Que­sto accade per­ché, sin dal loro appa­rire, que­sti mezzi di comu­ni­ca­zione si carat­te­riz­zano per l’interattività e la pos­si­bi­lità data agli utenti di comu­ni­care senza i tra­di­zio­nali fil­tri alla cir­co­la­zione di opi­nioni e con­te­nuti del pas­sato (mass media, par­titi e intel­let­tuali). Se nell’Ottocento il fan­ta­sma che «s’aggira per l’Europa» era stato il comu­ni­smo, il Nove­cento ha nutrito le pro­prie classi diri­genti del culto della delega e del rifiuto della par­te­ci­pa­zione diretta al governo della cosa pub­blica, sino ad arri­vare ad un punto, alla fine del XX secolo, nel quale il nuovo fan­ta­sma che «s’aggira» è rap­pre­sen­tato dalle ondate di desta­bi­liz­za­zione e di rias­se­sta­mento delle post-democrazie con­tem­po­ra­nee favo­rite dall’ascesa delle tec­no­lo­gie digitali.

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