Sulla formazione delle anime nell’epoca della valorizzazione della vita

Posted: Settembre 28th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, bio, comunismo, critica dell'economia politica, epistemes & società, Révolution | Commenti disabilitati su Sulla formazione delle anime nell’epoca della valorizzazione della vita

di Paolo B. Vernaglione

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E’ probabile che per attribuire un senso a quanto oggi va sotto il nome ambiguo e multisignificativo di “formazione” sia necessario mettere in prospettiva i concetti di orgine europea di istruzione e di educazione.

Ma per fare questo sarebbe opportuno indagare una archeologia del presente in cui si presentano valorizzate le attività umane, nel punto della modernità chiamato post-fordismo. Questa piega densa e flessibile del nostro tempo infatti sembra in qualche modo riepilogare la cultura bimillenaria europea, ma in primo luogo sembra far emergere i punti storici di frattura, le differenze e le dispersioni in cui oggi possiamo riconoscere le dinamiche inerenti alla formazione, i loro rapporti con la ricerca e con le scienze, nonché con l’insieme del sapere che, almeno a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, si è accumulati intorno e nel concetto di formazione, al punto da “formarlo” e deformarlo a sua volta.

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derive del lavoro

Posted: Settembre 22nd, 2013 | Author: | Filed under: crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | Commenti disabilitati su derive del lavoro

di Paolo Vignola

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A partire dagli anni Novanta dello scorso secolo, le forme del lavoro si sono profondamente trasformate, non solo in virtù del crollo dell’economia pianificata del blocco sovietico – evento che ha portato il mercato ad una fase di definitiva mondializzazione e di potenziale saturazione –, ma anche e soprattutto in ragione dell’impetuoso sviluppo dell’informatica che lo stesso mercato aveva favorito (si pensi al fenomeno della Sylicon Valley in California): per usare i termini di Marx, i vecchi rapporti di produzione sono stati polverizzati da un accelerato processo di innovazione tecnologica, che, insieme al ricorso alla robotizzazione, ha enormemente ridotto la necessità di manodopera. Un intero modello di organizzazione sociale, che aveva il suo centro propulsore nella fabbrica fordista, è entrato in crisi irreversibile, mentre il mercato ha cominciato a presentare una nuova divaricazione, quella che intercorre tra le grandi fabbriche ormai de-localizzate (dunque ormai incapaci di creare legami sociali sul territorio: si pensi al declino delle città minerarie degli Usa o al fenomeno dell’‘archeologia industriale’) da un lato e, dall’altro, alla disgregazione atomistica e alla semi-privatizzazione del lavoro cognitivo-progettuale, che nell’ultimo decennio del secolo appariva ancora piuttosto concentrato in Europa, negli USA e in Giappone. È in quegli anni che iniziano ad imporsi e a proliferare nuove forme di lavoro sempre più “precarizzate” e semi-private, innescate dai suaccennati processi economici e tecnologici ma, fin dagli anni ottanta, “facilitate” dall’adozione di nuove “politiche del lavoro” liberiste. In quegli stessi anni inoltre, secondo un’inesorabile logica interna, il capitalismo si va trasformando in senso finanziario, manifestando i prodromi della sua ulteriore metamorfosi rispetto alla versione “iper-consumistica” del ventennio Sessanta-Ottanta (il cosiddetto capitalismo della merce).

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L’imperialismo globale e la grande crisi

Posted: Luglio 31st, 2013 | Author: | Filed under: 99%, crisi sistemica, critica dell'economia politica, Révolution | 7 Comments »

di Ernesto Screpanti

Animal Spirits

La globalizzazione sta realizzando una nuova forma di imperialismo nella quale il grande capitale multinazionale, attraverso il mercato, priva di sovranità e di autonomia politica le organizzazioni locali, i sindacati, i partiti e le istituzioni deliberative. La grande crisi del 2007-13 ha fatto esplodere le contraddizioni tra stato e capitale. Nello stesso tempo sta accelerando il processo di affermazione dell’imperialismo globale. Si configura come una crisi di transizione fra il sistema delle relazioni e dei pagamenti internazionali tardo-novecentesco e un nuovo sistema basato sul multilateralismo e un Super-Sovereign Currency Standard.

I really like this book. It’s well researched, well-argued, debunks a lot of popular positions and arguments that don’t hold water but mislead a lot of people, it offers a reasonable interpretation of some very difficult issues and makes a case for plausible understanding of what has been happening the last 20 or 30 years. All in all, a tremendous accomplishment.

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Negri Illustrated

Posted: Luglio 31st, 2013 | Author: | Filed under: 99%, Comix, comune, comunismo, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | 21 Comments »

Constituent Comics: Antonio Negri Illustrated

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One of the first texts that introduced me to the Italian political traditions of Operaismo and Autonomia was Italy: Autonomia, Post-Political Politics published by semiotext(e). I found my copy at Moe’s books in Berkeley, and for years it was the pride of my little library. This was years before it was reprinted. I would show it to friends, and offer to make copies at work for whoever was interested, my personal act of auto-reduction and sabotage. I poured over the writings of Negri, Tronti, Bifo, and Virno, struggling to make sense of concepts that would change me over years to come. At the end of this book there is a comic by B. Madaudo Melville, detailing the kidnapping of Aldo Moro. This was immediately legible, brought to life in slashes of ink that immediately suggested a tumultuous time with thick strokes of ink.

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Robert Castel

Posted: Luglio 5th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, au-delà, comune, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Robert Castel

La fragile società del non lavoro

di Benedetto Vecchi

Dall’ordine psichiatrico alla questione sociale

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Docente e ricercatore all’«École des hautes études en sciences sociales», Robert Castel non ha mai nascosto il suo interesse per gli aspetti più problematici del «vivere in società». Dopo una breve collaborazione con Pierre Bourdieu, ha concentrato la sua attenzione alla psichiatria, alla fabbrica e alle istituzione del welfare state. La sua griglia teorica trova poche eco nelle scienze sociali francesi. Anzi si può tranquillamente dire che è stato più studiato fuori dai confini nazionali che in Francia (i suoi scritti sono stati molto discussi in Germania e in Americalatina). In Italia sono stati tradotti: «Lo psicanalismo» (Einaudi), «L’ordine psichiatrico. L’epoca d’oro dell’alienismo» (Feltrinelli), «L’insicurezza sociale. Che significa essere protetti?» (Einaudi), «Le metamorfosi della questione sociale. Una cronaca del salariato» (Sellino), «La discriminazione negativa» (Quodlibet) e questo libro-intervista «Proprietà privata, proprietà sociale e proprietà di sé» può essere considerato il testamento dello studioso recentemente scomparso. Ha inoltre il pregio di presentare una lucida analisi della crisi sociale provocata dal neoliberismo e di proporre il reddito di cittadinanza come proposta per salvaguardare lo spirito del welfare state.

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Schumpeter

Posted: Giugno 22nd, 2013 | Author: | Filed under: crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su Schumpeter

di Toni Negri

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La figura e l’opera dell’economista austriaco sono ripercorse in un denso saggio di Adelino Zanini. L’immagine dell’imprenditore e il nodo da sciogliere del Politico nella prospettiva della crisi e del fragile e fluttuante rapporto tra capitalismo e democrazia.

Sono cinque capitoli diversi, meglio, sembrano diversi ma rinviano ad un unico filo, un filo spezzato, nel senso che l’un capitolo rinvia ad un altro come su una scala sghemba. Il grande Joseph Schumpeter percorre un labirinto, a zig-zag, sperimentando, provando e facendo, di questo suo cercare, la teoria. Ma dove va? Questa la questione posta da Adelino Zanini nel volume Principi e forme delle scienze sociali. Cinque studi su Schumpeter (Il Mulino, pp. 205, euro 16).

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Derive del lavoro

Posted: Giugno 9th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, philosophia, post-filosofia, postoperaismo | Commenti disabilitati su Derive del lavoro

Ovvero il capitalismo della scommessa

su kainòs

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A partire dagli anni Novanta dello scorso secolo, le forme del lavoro si sono profondamente trasformate, non solo in virtù del crollo dell’economia pianificata del blocco sovietico – evento che ha portato il mercato ad una fase di definitiva mondializzazione e di potenziale saturazione –, ma anche e soprattutto in ragione dell’impetuoso sviluppo dell’informatica che lo stesso mercato aveva favorito (si pensi al fenomeno della Sylicon Valley in California): per usare i termini di Marx, i vecchi rapporti di produzione sono stati polverizzati da un accelerato processo di innovazione tecnologica, che, insieme al ricorso alla robotizzazione, ha enormemente ridotto la necessità di manodopera. Un intero modello di organizzazione sociale, che aveva il suo centro propulsore nella fabbrica fordista, è entrato in crisi irreversibile, mentre il mercato ha cominciato a presentare una nuova divaricazione, quella che intercorre tra le grandi fabbriche ormai de-localizzate (dunque ormai incapaci di creare legami sociali sul territorio: si pensi al declino delle città minerarie degli Usa o al fenomeno dell’‘archeologia industriale’) da un lato e, dall’altro, alla disgregazione atomistica e alla semi-privatizzazione del lavoro cognitivo-progettuale, che nell’ultimo decennio del secolo appariva ancora piuttosto concentrato in Europa, negli USA e in Giappone. È in quegli anni che iniziano ad imporsi e a proliferare nuove forme di lavoro sempre più “precarizzate” e semi-private, innescate dai suaccennati processi economici e tecnologici ma, fin dagli anni ottanta, “facilitate” dall’adozione di nuove “politiche del lavoro” liberiste.

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Una esplosiva crisi di sistema

Posted: Maggio 4th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, crisi sistemica, critica dell'economia politica, Révolution | 4 Comments »

di Etienne Balibar

amore

E ancora una volta, allarme generale! La vecchia «coppia» franco-tedesca, motore o freno a seconda dei pareri, è sull’orlo dell’implosione. Va detto ai nostri vicini quel che si meritano, anche se stanno per diventare i nostri padroni, o dobbiamo iniziare a pensare per noi, ad accettare i compromessi che dovrebbero evitare il peggio? Credo che sarebbe meglio capire che cosa stia succedendo rispetto all’ensemble europeo, le cui componenti, tutte, insieme si sgretoleranno o si salveranno. La costruzione europea si è bloccata sull’ostacolo del bilancio. Per l’opinione pubblica, è screditata. Ciononostante esiste un sistema politico unico, né nazionale né davvero federale, ma che accumula gli effetti negativi di ogni livello e che ormai comanda tutto. Risulta chiaro, osservando le recenti evoluzioni d’Italia e Francia.

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Moneta del comune e reddito sociale garantito

Posted: Aprile 23rd, 2013 | Author: | Filed under: 99%, comune, crisi sistemica, critica dell'economia politica, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Moneta del comune e reddito sociale garantito

di LAURENT BARONIAN e CARLO VERCELLONE

rivolta

L’ambizione di quest’articolo è quella di gettare le basi per una concezione della moneta del comune a partire da un’interrogazione omessa dalla teoria economica dei beni comuni.

Quali sono, dunque, le condizioni capaci di attenuare il vincolo monetario al rapporto salariale e di favorire così lo sviluppo di forme di produzione alternative ai principi d’organizzazione sia del pubblico che del privato? Questa domanda richiede d’introdurre nella teoria del Comune il ruolo strutturante della moneta nei rapporti capitale-lavoro.

L’esame del rapporto tra moneta e comune necessita, di conseguenza, di partire da una critica della teoria dei beni comuni dalla quale la moneta, come il lavoro, sono curiosamente assenti. La ragione di quest’assenza si trova nel fatto che questa concezione naturalista dei beni comuni accetta implicitamente uno dei postulati fondatori della teoria economica standard, ovvero la neutralità della moneta, concepita come un semplice strumento tecnico che facilita gli scambi, e non come la cristallizzazione di un rapporto sociale di potere.

Su questa base, si tratterà di caratterizzare un approccio dinamico del comune al singolare nel quale la questione della moneta e delle mutazioni della divisione del lavoro occupa un posto centrale. Questo approccio fondato sulla triade lavoro-moneta-plusvalore servirà allora egualmente da filo conduttore per rianimare la controversia che aveva opposto Marx ai proudhoniani, precursori di un approccio della moneta come comune.

Infine, fonderemo il nostro ragionamento sulle teorie marxiane del circuito per mostrare che il carattere specificamente monetario del rapporto capitale-lavoro costituisce l’unico punto di partenza adeguato per una riflessione sulla moneta del comune. Questa riflessione farà emergere perché la nozione di reddito sociale garantito corrisponde ad un’istituzione del comune volta a rendere la creazione monetaria endogena non solo al capitale ma anche alla riproduzione autonoma della forza lavoro.

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Contract & Contagion

Posted: Marzo 25th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, comune, crisi sistemica, critica dell'economia politica, postcapitalismo cognitivo, Révolution | 6 Comments »

by Angela Mitropoulos

Contract & Contagion: From Biopolitics to Oikonomia
Angela Mitropoulos

contract

Contract and Contagion presents a theoretical approach for understanding the complex shifts of post-Fordism and neoliberalism by way of a critical reading of contracts, and through an exploration of the shifting politics of the household. It focuses on the salient question of capitalist futurity in order to highlight the simultaneously intimate, economic and political limits to venturing beyond its horizon.

In capitalist history, as well as in philosophy, finance, migration politics, and theories of globalisation, contagions simultaneously real, symbolic and imagined recur. Where political economy understood value in terms of labour, Contract and Contagion argues that the law of value is the law of the household (oikonomia).

In this book Angela Mitropoulos takes up current and historical theories of affect, intimacy, labour and speculation to elaborate a queer, anti-racist, feminist Marxism, which is to say: a Marxism preoccupied not with the seizure of opportunity to take power, form government, or represent an identity, but a Marxism which partakes of the uncertain movements that break the bonds of fate.

“In this stunning reworking of the philosophical fibres of economy, Angela Mitropoulos provides an expansive realignment of how risk is apportioned and contingency valorised. The result is a febrile politics of debt and credit to pre-occupy the movements in and for the future.” – Randy Martin, author of Empire of Indifference: American War and the Financial Logic of Risk Management

“Angela Mitropoulos’ work moves beyond the impasses of autonomist Marxism and queer theory to forge a critical analysis of the imbrications between economy, nation-state and family. Locating the dynamic of capital in the ‘double movement’ of contract and contagion, Mitropoulos radicalizes the Marxian critique of contract while refusing the foundational nostalgias of the left. Most forcefully, Mitropoulos proposes the prism of household politics (or oikonomia) as a means of interrogating the shifting nexus between the sexual and the economic across different regimes of accumulation. Baroque and incisive, this book will unsettle the most familiar of political categories.” – Melinda Cooper, author of Life as Surplus: Biotechnology and Capitalism in the Neoliberal Era

Bio: Angela Mitropoulos is a political theorist whose corpus spans the registers of radical movements and sustained philosophical enquiry. Her writing has appeared in numerous journals, including Social Text, South Atlantic Quarterly, Mute, Cultural Studies Review, Borderlands, and ephemera; and it has been widely translated, disseminated and taught in both academic and activist contexts.

[Contract & Contagion]