Posted: Luglio 4th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, comune, comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Startup, classe creativa e capitalismo delle “relazioni”
Note per una discussione
a cura di KAINOS
Le riflessioni che seguono sono relative alla lettura di due libri sulle nuove “forme del lavoro” e sul “capitalismo digitale”. Il primo di questi libri, il più importante, serio e stimolante, è quello di Carlo Formenti, intitolato Felici e sfruttati. Il capitalismo digitale e l’eclissi del lavoro1. Il secondo, molto meno stimolante, ma a suo modo utile come “oggetto” teorico su cui riflettere, è il libro a più (troppe) mani, curato da Gianni Vattimo, Pasquale Davide de Palma e Giuseppe Iannantuono, dal titolo Il lavoro perduto e ritrovato2.
La discussione di tali libri mi ha dato l’opportunità di rileggere l’importante saggio di Jean-Luc Nancy, La création du monde ou la mondialisation3, pubblicato in Francia nel 2002. Tale rilettura mi ha portato a porre in questione l’ideologia della creatività che è il presupposto (in parte non ancora indagato) sia delle teorie neo-liberiste relative alla “classe creativa” (Florida4) sia delle teorie che (apparentemente) si oppongono alle attuali forme del capitalismo tecno-globalizzato.
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Posted: Giugno 22nd, 2013 | Author: agaragar | Filed under: 99%, comune, comunismo, crisi sistemica, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Il diritto del comune
di Girolamo De Michele
G. Allegri, A. Amendola, A. Arienzo, M. Blecher, M. Bussani, P. Femia, A. Negri, U. Mattei, G. Teubner, Il diritto del comune. Crisi della sovranità, proprietà e nuovi poteri costituenti, a cura di Sandro Chignola, Ombre Corte, Verona 2012, pp. 236, € 20,00
Questo volume, che raccoglie parte dei materiali prodotti in occasione di una giornata di studi nel marzo 2011, ha la sua ragion d’essere in almeno due temi: la crisi del diritto e della sovranità, e la pratica necessità di processi costituenti messi all’opera dai movimenti globali.
Che in un’epoca di crisi dell’economia globale siano entrate in crisi tanto gli istituti della rappresentanza politica “democratico-costituzionale”, quanto il diritto in quanto tale; che si debba parlare di una crisi delle costituzioni sia dal lato teorico (fondamenti formali dell’architettura giuridica che regolamenta la produzione di leggi e la loro applicazione), sia dal lato materiale (garanzia dell’inviolabilità dei diritti fondamentali iscritti nelle carte costituzionali e tutela sostanziale del cittadino), non è una novità per gli studiosi di questi argomenti.
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Posted: Giugno 17th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: 99%, bio, comune, comunismo, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Foucault: Quella potenza umana ridotta a merce
di Sandro Mezzadra
SAGGI «Il soggetto produttivo. Da Foucault a Marx» di Pierre Macherey, per la casa editrice ombre corte
Per organizzare il lavoro si producono «norme», che regolano comportamenti, ma anche limiti e resistenze
«Marx per me non esiste», dichiarò Michel Foucault in un dialogo del 1976 con la redazione della rivista Hérodote. E aggiungeva: «voglio dire questa specie d’entità che s’è costruita attorno a un nome proprio, e che si riferisce ora a un certo individuo, ora alla totalità di quel che ha scritto, ora a un immenso processo storico che deriva da lui». C’è qui una chiave per intendere il rapporto intrattenuto da Foucault con Marx, tema che continua a essere al centro di molti studi e dibattiti (si veda ad esempio il bel libro curato da Rudy Leonelli, Foucault-Marx. Paralleli e paradossi, Bulzoni, 2010): la radicale distanza di Foucault dal marxismo, inteso come compatto edificio dogmatico, si accompagnava in lui alla diffidenza nei confronti di ogni tentativo di «accademicizzare» Marx, di ridurlo a un «autore» come un altro. Quest’ultima è un’operazione certo legittima, continuava Foucault nell’intervista del 1976, ma equivale a «misconoscere la rottura che lo stesso Marx ha prodotto». Quella rottura nel cui solco Foucault ha continuato per molti versi a pensare – non senza produrre ulteriori rotture, che lo hanno spesso condotto lontano da Marx.
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Posted: Giugno 8th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, comune, comunismo, epistemes & società, philosophia, post-filosofia | Commenti disabilitati su Spinoza
Spinoza e le «scienze sociali». Il difficile se non impossibile incontro tra la filosofia critica e una visione neutrale del sociale Un percorso di lettura a partire dal volume collettivo «Ordo e connexio» pubblicato da Mimesis.
di Toni Negri
Da tempo ormai la questione (meglio, il problema – perché tutt’altro che diretta e lineare ne è la risposta) dell’utilità dello spinozismo per le scienze sociali è aperta. Pochi anni fa mi capitò di partecipare ad un seminario parigino sul medesimo tema. Annotavo allora come, nel procedere su questo terreno, la difficoltà stesse nel configurare non tanto l’importanza del pensiero di Spinoza per la ricerca sociale quanto il dubbio se ci fosse una sociologia capace di cogliere la portata della critica. «La sociologia si propone come una scienza Wertfrei, cioè come scienza avalutativa che riguarda un oggetto specifico (il sociale); oppure si propone come una disciplina positiva che ha per oggetto l’istituzione. Essa si presenta allo stesso tempo come una rottura con le teorie naturaliste del sociale,a fortiori con il giusnaturalismo, e come rottura con le teorie normative o performative di quel conatus del sociale che il politico rappresenta». E aggiungevo che in Spinoza quelle due rotture erano impensabili: se infatti lì si fosse arrivati a definire qualcosa che assomigliasse ad una sociologia, questo qualcosa sarebbe stato insieme naturalista e/o giusnaturalista (cioè ontologicamente fondato) e performativo e/o normativo (cioè eticamente fondato). Insomma avrebbe significato stabilire un nuovo statuto epistemologico della sociologia.
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Posted: Giugno 7th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: comune, comunismo, crisi sistemica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su PHILOSOPHERS OF THE WORLD UNITE!
CfP: Philosophers of the World Unite! Theorizing Digital Labour and Virtual Work: Definitions, Forms and Transformations
Call for Papers: Philosophers of the World Unite! Theorizing Digital Labour and Virtual Work: Definitions, Forms and Transformations
Special issue of tripleC: Communication, Capitalism & Critique
Supported by:
tripleC: Communication, Capitalism & Critique. Open Access Journal for a Global Sustainable Information Society.
http://fuchs.uti.at/wp-content/CfP_DigitalLabour.pdf
COST Action IS1202 “Dynamics of Virtual Work”-Working Group 3 (http://dynamicsofvirtualwork.com, http://dynamicsofvirtualwork.com/wg3/),
Editors: Marisol Sandoval, Christian Fuchs, Jernej A. Prodnik, Sebastian Sevignani, Thomas Allmer.
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Posted: Giugno 3rd, 2013 | Author: agaragar | Filed under: 99%, comune, comunismo, crisi sistemica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | 14 Comments »
di Toni Negri
Postfazione di Gerald Raunig, Fabbriche del sapere, industrie della creatività, ombre corte / cartografie 2012
Inutile insistere sulla ricchezza e l’efficacia della ricerca di Gerald Raunig. La sua scrittura si muove su quel terreno che si stende dai Mille Plateaux di Deleuze-Guattari fino alle costituzioni del postoperaismo ed ivi produce modulazioni ricche ed articolate della critica del potere ed inaugura nuove linee di fuga, diserzioni, dialettiche di nuovi mondi, riterritorializzazioni creative… È un controcanto questo a tutti quegli sviluppi del pensiero postmoderno (ed anche postoperaista) che coagulano linee di critica (altrimenti aperte) ed inclinano in maniera teoreticistica e rigida momenti di resistenza (altrimenti vivaci). È dunque un controcanto essenziale che ci rimette tutti con i piedi per terra.
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Posted: Giugno 3rd, 2013 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, comune, crisi sistemica, epistemes & società, Révolution, riots | Commenti disabilitati su les langages des *banlieus*
par Birgit Mennel / Stefan Nowotny
Traduit par Maximilian Raguet & Clément et Jérome Segal
93
91, 92, 93, 94. – Ces nombres désignaient, avant la création d’un État algérien indépendant, les départements français d’Alger, d’Oran, de Constantine et des Territoires du Sud, qui furent progressivement colonisés à partir de 1830 et qui, contrairement aux autres colonies, étaient considérés comme faisant partie intégrante du territoire français. En 1968, une réforme administrative distribua ces numéros, « libres » depuis 1962, à différents départements de la région parisienne : le numéro 91 désigne depuis le département de l’Essonne situé plutôt dans le sud de l’agglomération parisienne et faisant partie de la « grande couronne » parisienne qui forme une ceinture de communes définissant les limites de l’espace métropolitain. Les numéros 92, 93 et 94 devinrent eux la « petite couronne » qui est le cercle de « banlieues » accolé à la ville. Les numéros 92, 93 et 94 sont aujourd’hui les Hauts-de-Seine (92), qui s’étendent du nord au sud de l’ouest de la capitale, la Seine-Saint-Denis (93) au nord et au Nord-est, ainsi que le Val-de-Marne (94) au Sud et au Sud-est.
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Posted: Giugno 1st, 2013 | Author: agaragar | Filed under: BCE, comune, crisi sistemica | 37 Comments »
CONTINENTI ALLA DERIVA
L’Unione parla tedesco
di Marco Bascetta
Da nazione a vocazione europeista dopo la catastrofe nazionalsocialista all’egemonia esercitata sugli altri paesi dell’Europa per allontanare dal paese gli effetti della crisi. L’ultimo libro di Ulrich Beck per Laterza
«Oggi il Bundestag tedesco decide sul destino della Grecia», annuncia un notiziario della radio nel febbraio del 2012. È da questo annuncio, inquietante nella sua ostentata naturalezza, che Ulrich Beck prende le mosse per affrontare in un piccolo volume edito da Laterza (Europa tedesca, pp. 96, Euro 12) il tema, spinosissimo, dell’egemonia germanica nell’Europa della crisi. Che il parlamento di uno stato membro possa dettare legge a quello di un altro, non legittimato naturalmente da alcun ordinamento, ma in base a un potere di ricatto che le circostanze gli conferiscono, è un paradosso al quale ci siamo ormai quasi assuefatti. E il fatto che questo potere di decisione passi attraverso i trattati e le istituzioni dell’Unione europea, la valutazione e il giudizio di commissioni e commissari comunitari e transnazionali, perfino attraverso il simulacro di un negoziato, cambia poco alla sostanza e, soprattutto, alla percezione di una profondissima asimmetria, di una dipendenza a senso unico. L’annuncio ci rivela essenzialmente una cosa: la politica europea, in conseguenza dell’architettura comunitaria e delle sue lacune, è ostaggio delle politiche interne dei diversi stati e in particolare di quello economicamente più potente. Dalla Germania europea, quella che abbiamo conosciuto dal 1945 al 1989, saremmo passati, in un breve volgere di anni, – come sostiene Beck – all’Europa tedesca.
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Posted: Maggio 29th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: 99%, comune, crisi sistemica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, Révolution | 177 Comments »
di MARCO BERTORELLO e DANILO CORRADI
La crisi da strutturale si va trasformando in sistemica nella misura in cui l’economia di mercato, nel suo produrre disfunzioni e inefficacia, dà vita a un crescente mancato consenso sociale. L’incapacità di quest’ultimo di riversarsi su un progetto alternativo consente all’attuale sistema di permanere ancora saldamente in sella. Ma allo stesso tempo è sempre più evidente il distacco in ordine sparso e atomizzato, e qui sta il limite che sviluppa impotenza, di importanti segmenti della società. Il problema sarà come passare dal mancato consenso al dissenso, dalla critica alla proposta. Quello che intanto appare come un dato ineliminabile è l’incapacità concreta di uscire dalla crisi da parte delle attuali classi dirigenti. Restando quindi su questo punto, sono necessarie alcune considerazioni per comprendere come sia in corso una sorta di fine dell’Impero a cui è sempre più urgente contrapporre un’alternativa, pena il rischio che forze centrifughe e di destra prendano il sopravvento. Se ci convinciamo seriamente della parabola da fine dell’Impero allora saremo costretti a prendere più seriamente anche la necessità di un’alternativa radicale, capace di uscire dagli schemi politici, economici e sociali che il Novecento ancora riversa sul nuovo secolo.
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Posted: Maggio 16th, 2013 | Author: agaragar | Filed under: 99%, comune, comunismo, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | 356 Comments »
di Mona Chollet
da “Le Monde Diplomatique”, maggio 2013
Si lavora e, in cambio, si ricevono soldi. Questa logica è così ben impressa nella mente, che la prospetti- va di garantire un reddito di base incondizionato, cioè di versare a ciascuno una somma mensile sufficiente a permettergli di vivere, indipendentemente dall’attività lavorati- va, sembra un’aberrazione. Siamo ancora convinti di dover strappare a una natura arida e ingrata i mezzi per la sussistenza individuale; ma la realtà è ben diversa.
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