Intervista ad Agamben

Posted: Settembre 1st, 2012 | Author: | Filed under: au-delà, crisi sistemica, philosophia, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Intervista ad Agamben

Amo Scicli e Guccione
Peppe Savà intervista Giorgio Agamben

E’ uno dei più grandi filosofi viventi. Amico di Pasolini e di Heidegger, Giorgio Agamben è stato definito dal Times e da Le Monde una delle dieci teste pensanti più importanti al mondo. Per il secondo anno consecutivo ha trascorso un lungo periodo di vacanza a Scicli, concedendo una intervista a Peppe Savà

Il governo Monti invoca la crisi e lo stato di necessità, e sembra essere la sola via di uscita sia dalla catastrofe finanziaria che dalle forme indecenti che il potere aveva assunto in Italia; la chiamata di Monti era la sola via di uscita o potrebbe piuttosto fornire il pretesto per imporre una seria limitazione alle libertà democratiche?

“Crisi” e “economia” non sono oggi usati come concetti, ma come parole d’ordine, che servono a imporre e a far accettare delle misure e delle restrizioni che la gente non ha alcun motivo di accettare. “Crisi” significa oggi soltanto “devi obbedire!”. Credo che sia evidente per tutti che la cosiddetta “crisi” dura ormai da decenni e non è che il modo normale in cui funziona il capitalismo nel nostro tempo. Ed è un funzionamento che non ha nulla di razionale.

Per capire quel che sta succedendo, occorre prendere alla lettera l’idea di Walter Benjamin, secondo la quale il capitalismo è, in verità, una religione e la più feroce, implacabile e irrazionale religione che sia mai esistita, perché non conosce redenzione né tregua. Essa celebra un culto ininterrotto la cui liturgia è il lavoro e il cui oggetto è il denaro. Dio non è morto, è diventato Denaro.

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Uninomade estiva 2012

Posted: Luglio 24th, 2012 | Author: | Filed under: au-delà, comune | Commenti disabilitati su Uninomade estiva 2012

Conricerca e biocapitalismo

Auditorium Urbani Passignano sul Trasimeno (PG)

6-9 settembre 2012

Il Collettivo Uninomade 2.0 propone tre giorni di confronto e approfondimento sulla costituzione biopolitica del presente e sulle modalità di attivazione di processi di conricerca

Vogliamo esercitare una critica dell’economia politica all’altezza del presente, condividere le relazioni tra rendita e potere sulle vite, sviluppare pratiche biopolitiche capaci di aprire nuovi spazi per la cooperazione tra singolarità, mettendo in campo ipotesi di intervento per sperimentare, nella crisi, processi costituenti per la riappropriazione del comune.

6 settembre: h 18 : Toni Negri “Biocapitalismo e costituzione politica del

presente”

h 21: Reading con Wu Ming 2 ed Antar Mohammed autori

di”Timira”

7 settembre: “Critica marxiana dell’economia politica e suoi sviluppi in epoca di biocapitalismo cognitivo”

9-13: Toni Negri, Matteo Pasquinelli, Benedetto Vecchi e contributi di Carlo Vercellone ed Adelino Zanini;

15,30 -19, 30: confronto tra percorsi di conricerca realizzati, in corso o da attivare sui processi di valorizzazione nel biocapitalismo; coordinano Gigi Roggero e Salvatore Cominu.

8 settembre : “Rendita e biopotere”.

9-11,30: Christian Marazzi, Stefano Lucarelli;

11,30 Maurizio Lazzarato: Rendita, profitto e tasse. La governamentalità di tre dispositivi di cattura nella crisi del debito.

15,30-19,30: confronto tra percorsi di conricerca realizzati, in corso o da attivare relativi ai processi di socializzazione del reddito e di rifiuto del debito, coordinano Andrea Fumagalli e Sandro Chignola.

9 settembre: “Biopolitica: la fabbrica della strategia ai tempi delle moltitudini”.

9-11,30: Cristina Morini, Tiziana Terranova, Judith Revel,

11,30 13: Giso Amendola; “Come vivere la militanza ai tempi delle moltitudini”

15,30-19,30: confronto tra percorsi di conricerca su corpi, queer e riproduzione, coordinano Anna Curcio e Roberta Pompili.

Uninomade estiva 2012 si terrà in Umbria, a Passignano sul Trasimeno ( mappa ).

Info su modalità di partecipazione, pernottamenti gratuiti, logistica e altro: summerschool@uninomade.org.


Debt, Affect and Self-Reproducing Movements

Posted: Luglio 20th, 2012 | Author: | Filed under: au-delà, bio, comune, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx | 9 Comments »

by Christoph Brunner

Interview with Christian Marazzi, George Caffentzis and Silvia Federici on the latest events in Québec

Zurich, May 25, 2012

In the wake of the 100th day of the general student strike in Québec and in the aftermath of passing the so-called Special Law 78, the global rupture these events evoked cannot be overlooked. In solidarity with Québec, its students, activists and the Quebecois people reminding us of the rights for free education, the right for peaceful assembly and political expression, this interview has been prompted spontaneously during a workshop at Zurich University of the Arts. Based on discussions in the work of Christian Marazzi on the shift from real production to what he calls financialization and Silvia Federici’s and George Caffentzis’ conceptual, activist and feminist involvement in the Occupy movement in New York and Maine this interview hopes to put emphasis on the problem of debt at the core of current movements around the globe. Aspects concerning the role of affect and the problem of continuity in these movements are inseparable from the social, political and economic circumstances usually foregrounded in the public media.

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Franz Fanon

Posted: Giugno 29th, 2012 | Author: | Filed under: au-delà, Révolution | Commenti disabilitati su Franz Fanon

Tre domande a Roberto Beneduce

Hai appena curato una sezione nell’ultimo numero di “aut aut” dedicata a Frantz Fanon: perché secondo te bisogna leggere Fanon oggi?

Fanon costituisce un territorio densissimo e inesausto di riflessioni e di spunti per pensare non pochi dei problemi contemporanei: la soggettività e il desiderio, le contraddizioni degli stati postcoloniali, le condizioni necessarie per la cura dei cittadini stranieri (immigrati, rifugiati, vittime di tortura ecc.). Egli ha saputo interrogare i nodi e le ombre del suo tempo assumendo la propria esperienza, il suo stesso corpo, per analizzare la formazione del soggetto nel contesto alienante della colonia, riuscendo a oltrepassare le amnesie che minacciavano anche la migliore filosofia (Sartre, Merleau-Ponty) e la migliore psicanalisi (Lacan).

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Muraro: sul confine tra forza e violenza

Posted: Giugno 16th, 2012 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, donnewomenfemmes, postgender | Commenti disabilitati su Muraro: sul confine tra forza e violenza

di Ida Dominijanni

La voce della filosofa, della militante, dell’intellettuale in lotta contro il conformismo imperante Lo spettro ritornante degli anni di piombo, un passato scongiurato per essere evocato e viceversa.

Capita a volte che il momento più giusto, per un gesto politico, coincida con quello più scomodo. Capita, in particolare, quando il gesto politico in questione prende di mira il conformismo imperante, attaccandolo in un punto sensibile. Capita, nella fattispecie, all’ultimo saggio di Luisa Muraro, un «gransasso» Nottetempo intitolato Dio è violent, che piomba per l’appunto come un sasso nelle acque stagnanti del dibattito politico, attaccandone il conformismo nel punto sensibile, irritato e irritante, della violenza (e della nonviolenza).

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Raul Vaneigem

Posted: Giugno 12th, 2012 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, Révolution | Commenti disabilitati su Raul Vaneigem

“Quando la pigrizia non nutrirà altro che il desiderio di soddisfarsi, entreremo in una civiltà in cui l’uomo non sarà più il prodotto di un lavoro che produce il disumano”. Propongo qui un lungo estratto da “Elogio della pigrizia affinata” di Raoul Vaneigem (Nautilus, Torino, 1998). Un prezioso antidoto alla mistica del lavoro, il vero oppio dei popoli, soprattutto oggi. Perché tra i tanti effetti collaterali devastanti della crisi c’è anche quello, assolutamente non secondario, di costringerci a invocare per disperazione la schiavitù del lavoro fino a farci dimenticare l’utopia necessaria della sua abolizione.

L’ epoca in cui le bestie parlavano, gli alberi prodi­gavano consigli di saggezza, gli oggetti stessi si ani­mavano, resta al centro del reale nel bambino. Il pigro ne scopre la meraviglia nel vuoto di un’indo­lenza che gli evoca confusamente l’esistenza prena­tale, quando l’universo originario, il ventre della madre, dispensa amore, nutrimento e tenerezza. “Quali funeste condizioni, si domanda, ci impedisco­no di restituire alla natura la sua vocazione di madre nutrice?”

Per quanto la razionalità lucrativa del lavoro voglia considerare la questione come inesistente, il pigro sa che, nella felice disposizione che lo separa dal mondo affarista ed indaffarato, la sua fantasticheria non è sprovvista di senso e di potenza. Tra lui e l’ambiente circostante la spensieratezza contemplativa basta a tessere la rete di sottili affi­nità: percepisce mille presenze in mezzo all’erba, tra le foglie, in una nuvola, in un profumo, su un muro, un mobile, una pietra. Improvviso lo coglie il senti­mento di essere collegato alla terra attraverso le inti­me nervature della vita.

Si trova nell’unità con il vivente, nella religio, di cui la religione è l’inversione, lei che incatena la terra al cielo ed il corpo alle spiegazioni dello spirito divino. Al contrario del mistico, esule dai suoi sensi per disprezzo di sé, l’ozioso restituisce la materialità della vita – la sola che ci sia – all’universo da cui essa si crea: l’aria, il fuoco, l’acqua, la terra, il minerale, il vegetale, l’animale e l’umano, che da tutti ha eredi­tato la sua specificità creatrice. Sotto l’apparente languore del sogno si sveglia una coscienza che il martellamento quotidiano del lavoro esclude dalla sua realtà redditizia. Essa non ha nulla di un animismo, ampollosità religiosa dove lo spirito tenta di appropriarsi degli elementi della terra come se non bastassero a se stessi. Essa emana semplice­mente dalla vitalità di cui il corpo in riposo si riap­propria.

Perché la pigrizia abbia accesso alla sua specificità non basta che essa si rifiuti alla volontà onnipresen­te del lavoro, bisogna che essa esista per se stessa e per mezzo di sé. Bisogna che il corpo, di cui costi­tuisce uno dei privilegi, si riconquisti come territorio dei desideri, allo stesso modo in cui lo percepiscono gli amanti nel momento dell’amore. Luogo e momento dei desideri, tale si rivendica que­sta pigrizia conforme al cuore assolutamente oppo­sta alla pigrizia del cuore, alla quale traffica per ridurla l’ordinario commercio sociale. La dolcezza del prato, la serenità del letto si popolano di una folla di desideri nati per la felicità e che gli obblighi rimuovevano, storpiavano, decimavano, travestivano di significati mortiferi.

Il paese di Cuccagna si erige in progetto nella pro­posizione: tutto arriva alla portata di coloro che imparano a desiderare senza fine. “Fai ciò che vuoi” è una pianta etica che non domanda altro che di cre­scere ed imbellirsi. La crudeltà di condizioni insop­portabili, e che ciononostante noi tolleriamo, ci ingiunge di trascurarla come se, dall’urgenza di non essere noi stessi, ci fosse richiesto di non apparte­nerci mai.

La pigrizia è godimento di sé oppure non esiste. Non abbiate alcuna speranza che vi sia accordata dai vostri signori o dai loro dei. Ci si arriva come il bam­bino, per una naturale inclinazione a cercare il piace­re e a mettere da parte ciò che lo contraria. È una semplicità che l’età adulta eccelle nel complicare. La si finisca dunque con la confusione che lega alla pigrizia del corpo il rammollimento mentale chiama­to pigrizia dello spirito, come se lo spirito non fosse la forma alienata della coscienza del corpo. L’intelligenza di sé che esige la pigrizia non è altro che l’intelligenza dei desideri di cui il microcosmo corporeo ha bisogno per affrancarsi dal lavoro che lo impedisce da secoli.

Perché nella folla di propositi ed auguri che invado­no il pigro finalmente risoluto a non esistere che per se stesso, andate a sapere quel che si intrufola! È tale la forza dei desideri quando si ritrovano per cosi dire allo stato libero che sono vinti dall’illusione di poter cambiare il mondo in loro favore sul momento. La vecchia magia ossessiona più di quan­to si creda le pieghe della coscienza.

“È un’antichissima credenza – scrive Campbel Bonner – che una persona istruita dei modi di proce­dere possa mettere in moto forze misteriose capaci di influenzare la volontà altrui e di sottomettere le sue emozioni ai desideri dell’operatore. Queste forze possono essere attivate con delle parole, delle ceri­monie compiute seguendo delle regole, degli oggetti investiti di una potenza decretata magica.” E Jacob Bòhme, più sottilmente: “La magia è la madre del­l’essere di tutti gli esseri poiché essa si fa da sola e consiste nel desiderio. La vera magia non è un esse­re, è il desiderio, lo spirito dell’ essere.” (Erklàrung von sechs Punkten)

Il XIII secolo ha conservato traccia di questa “pigri­zia che fa girare i mulini” come l’evoca Georges Schéhadé. Una setta vi sostiene in effetti: “Non biso­gna mai lavorare con le proprie mani, ma pregare senza posa; e se gli uomini pregano in tal guisa, la terra porterà senza essere coltivata più frutti che se lo fosse.” (H. Grundmann Religiose Bewegungen in Mittelalter, Hildesheim, 1961).

Se l’operazione non ha lasciato nella storia una prova tangibile della sua efficacia, conviene meno incriminare l’incompetenza del Dio al quale gli oran­ti si rivolgevano o qualche maniera viziosa di proce­dere che il ricorso alla preghiera, perché porsi alla dipendenza di altri per accedere ad un’indipendenza ardentemente desiderata, vuol dire andare contro la propria volontà e fare poca attenzione alle proprie aspirazioni.

L’universo del desiderio formicola di trappole di questo tipo. Ci si mescolano troppe sottomissioni, divieti, rimozioni, automatismi per poter fare a meno della massima vigilanza.

È noto l’apologo indiano: un uomo si era coricato all’ombra di un albero reputato per il suo potere magico. Sembrandogli il suolo poco soffice, desi­derò sdraiarsi in maniera più voluttuosa ed un letto sontuoso apparve.

Gli venne in seguito la voglia di un pasto copioso ed una tavola apparve, guarnita dei piatti più prelibati. “La mia felicità sarebbe completa, pensava, se aves­si al mio fianco una giovinetta graziosa e pronta a soddisfare i miei desideri”. La ragazza arrivò imme­diatamente rispondendo al suo amore. Poco abituato tuttavia ad una tale costanza nella feli­cità, non seppe trattenersi dall’aver un timore irra­gionevole e temendo di perdere in un istante una for­tuna così perfetta, si immaginò che una tigre uscis­se dal bosco. La tigre uscì e gli spezzò il collo. Un desiderio può nasconderne un altro di segno contrario.

Alla pigrizia il compito di imparare che non deve temere nulla, soprattutto da se stessa. Quanti sforzi per appartenersi senza riserve. Non è che ci vogliano giri tortuosi, ma il più semplice non si consegna agevolmente agli spiriti tormentati. L’infanzia dell’arte non si raggiunge che attraverso l’arte di ridiventare bambini. Lo snaturamento ha fatto grandi progressi, affermava un pigro godendo­si “La lucertola”, la canzone di Bruant, con il suo immortale “non posso lavorare, non ho mai impara­to”.

Aggiungeva: “Ci hanno talmente messo nella disposizione di lavorare che non far niente esige oggi un addestramento.”

All’ora della disoccupazione crescente, insegnare la pigrizia avrebbe di che sedurre se non fosse compi­to di ciascuno coltivare senza l’aiuto degli altri una scienza così delicata, particolare e personale. Nessun altro può assicurare la propria felicità (e con più facilità la propria sventura) se non lo stesso sog­getto in questione. Vale per i desideri ciò che vale per la materia prima da cui l’alchimista cerca di rica­vare la pietra filosofale. Costituiscono un loro pro­prio fondo e non se ne può estrarre che ciò che vi si trova. In contropartita tutto sta nell’affinamento. La pigrizia allo stato bruto è come una noce man­giata senza prima romperla. Anche se la si sceglie libera dalle ordinarie corruzioni del lavoro, dal senso di colpa, dallo sfogo e dalla servitù, bisogna ancora degustarla per trarne più grande piacere. Renderla al movimento naturale che la farà diventare ciò che essa è: un momento del godimento di sé, una crea­zione, insomma.

L’assuefazione alle felicità laboriose, messe in ombra più che sottolineate dall’effimero e rubate in fretta e furia, ci ha spogliato dell’esperienza dello sforzo e della grazia. I piaceri, in ciò che hanno di autentico, non sono né il frutto di un capriccio del caso o degli dei, né la ricompensa di un lavoro di cui non sarebbero allora che il respiro trafelato. Si danno tali e quali noi li prendiamo. La gioia di cui ci riempiono è quella con cui noi li avviciniamo. Potrebbe essere questa la grande opera di cui l’al­chimista ricominciava ogni giorno la ricerca paziente ed appassionata: un’ostinazione del desiderio a spo­gliarsi di ciò che lo corrompe, ad affinarsi senza posa fino ad una grazia che trasmuta in oro vivifi­cante il piombo della miseria, della morte e della noia.

Quando la pigrizia non nutrirà altro che il desiderio di soddisfarsi, entreremo in una civiltà in cui l’uomo non sarà più il prodotto di un lavoro che produce il disumano.

Raoul Vaneigem


INDY

Posted: Maggio 31st, 2012 | Author: | Filed under: arts, au-delà, Révolution, vita quotidiana | 8 Comments »

INDY

venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 giugno saremo a Indy – Fiera dei Gusti Non omologati al Brancaleone di Roma.

Sabato alle ore 17 Franco Berardi Bifo e Carlo Formenti presentano la collana Sollevazioni
con i titoli La sollevazione di Bifo, La rivoluzione che viene di David Graeber e Come si fa. Tecniche e prospettive di rivoluzione a cura di Bifo e Valerio Monteventi

ROMA – 1,2,3 giugno
CS Brancaleone – via Levanna 13
www.indyarea.org

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INDY – FIERA DEI GUSTI NON OMOLOGATI
ROMA – 1,2,3 giugno
CS Brancaleone – via Levanna 13

Editori, etichette musicali, produttori cinematografici, vignaioli e birrai: quando gli indipendenti fanno la differenza

Libri, cinema, musica, vini e birre. Indy è una fiera del gusto non omologato che raccoglie produttori indipendenti: editori, produzioni cinematografiche e musicali, vignaioli e birrai. Tre giorni per mettere a confronto le esperienze di settori diversi eppure accomunati dallo stesso problema: la pressione dei monopoli e della grande distribuzione, che cancella le differenze e impone la stessa uniformità di gusto.

Indy è una fiera che rifiuta queste regole e questa standardizzazione: rivendica il diritto alla differenza. Una differenza che traduce in un libro, in un vino, in una birra, in un film o in un brano musicale la cultura e la sapienza di chi li produce.

Per approfondire: vai al manifesto politico-culturale di INDY

Articolata su 3 giorni, da venerdì pomeriggio a domenica sera (1, 2, 3 giugno), Indy prevede la presenza diretta dei produttori – ai quali sarà destinato uno spazio espositivo dedicato –, che potranno mostrare, raccontare e vendere i loro prodotti. Entrando al festival, vi verrà consegnato un bicchiere in vetro per degustare i prodotti di vignaioli e birrifici artigianali. A ciascun produttore è consentita la vendita al dettaglio.

Durante i 3 giorni sono previsti dibattiti, reading, presentazioni, assaggi e degustazioni, concerti, proiezioni, performance, installazioni, che coinvolgeranno tutti gli ambiti dei produttori invitati.

Orari di apertura al pubblico:
venerdì: 18:00-23:00
sabato: 16:00-23:00
domenica: 12:00-20:00

Ingresso comprensivo di bicchiere per assaggi e concerti: 8 € fino alle 22.00
Dopo le 22.00 ingresso per i concerti: 10 €

Con:
ASCANIO CELESTINI, ROY PACI, JAZZSTEPPA, NANNI BALESTRINI, THE EX, PAOLO MORELLI, FRANCO BERARDI “BIFO”, CARLO FORMENTI, GIAMPAOLO GRAVINA, FRANCESCO RAPARELLI, AUGUSTO ILLUMINATI, MARCO CASSINI…e tanti altri

www.indyarea.org
Indy su Facebook

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PROGRAMMA DEL FESTIVAL

VENERDI 01 GIUGNO
-ore 18:00 apertura stand (editori- vignaioli-birrai-gastronomia)
-ore 19:00 Inaugurazione mostra d’arte A piedi scalzi.
Progetto e cura: Roberto e Valentina Gramiccia.

::DIBATTITI e PRESENTAZIONI
-ore 19:00 dibattito Radio Popolare

-ore 20:30 Slam letterario Parentele Fantastiche (serata del pensiero letterario indipendente). A cura di Paolo Morelli

-ore 20:00 presentazione di Slot Art Machine. Il grande businness dell’arte contemporanea, di Roberto Gramiccia.
Presenta: Paolo Aita. Simona Marchini leggerà alcuni brani del libro.

::CINEMA
-ore 19:30 Brew it.La birra artigianale in Italia regia Vincenzo Monaco e Valerio Graglia.

-ore 21:00 Isole regia Stefano Chiantini
cast: Asia Argento, Ivan Franek, Giorgio Colangeli, Anna Ferruzzo

-ore 23:00
sonorizzazione: Progetto Hang si esibirà dal vivo sulle immagini di:
“Mille giorni di Vito” regia Elisabetta Pandimiglio
“Lettere dal deserto” regia Michela Occhipinti

::MUSICA
-ore 22:30 live JAZZSTEPPA
Live Brass Band Tour (UK)
(link)

a seguire:
BASSOLOGY DJ SET
Andypop (Soundgate)
Kultur M (Amsterdam Rockers)
Bass Music, Future Garage, Uk Funky, Dubstep

SABATO 2 GIUGNO
-ore 16:00 apertura area (mostra, stand editori, stand gastronomici)

::DIBATTITI e PRESENTAZIONI
-ore 17:00-18:00
presentazione della collana Sollevazioni edita da Manni e curata da Franco Berardi (Bifo) e Carlo Formenti.

-ore 17:00-19:00
Tavola rotonda e dibattito su Cultura materiale e critica del gusto.
Interventi di Alberto Capatti,Giampaolo Gravina, Francesco Annibali, Pino Tripodi

-ore 18:00-19:00
presentazione Alfalibro, speciale di «Alfabeta2» sull’editoria. Interventi di Andrea Cortellessa, Maria Teresa Carbone, Vincenzo Ostuni.

-ore 19:00-20:00
Presentazione di La rivolta dei migranti. Il movimento globale contro la discriminazione e lo sfruttamento. Europa, Medio Oriente, Stati Uniti”, di Vittorio Longhi

-ore 19:00 FOLKSTUDIO – Memorie di una Cantina (doc. inedito)
Proiezione, dibattito e live acustico
Saranno presenti: Ernesto Bassignano, Mimmo Locasciulli, Adriano Mazzoletti, Gianni Togni, Vincenzo Incenzo, Nina Monti, Roberto Angelini, Fabrizio Emigli e numerosi testimonial a sorpresa..

::CINEMA
-ore 19:30 proiezione Ultracorpo regia Michele Pastrello

-ore 20:00 proiezione di Pene d’amore regia di Alfredo Fiorillo

-ore 21:00 proiezione Et in terra pax regia Matteo Botrugno, Daniele Coluccini

-ore 23:00 Sonorizzazione: Nohaybandatrio su 9 cortometraggi del circuito “Distribuzione Indipendente”

::MUSICA
ore 23:00 Bass Culture: 20 anni di Turntablism al Brancaleone. Feat:
Martux
Cool Runnings
One Love
Evilsound
Borghetta Stile
(link)

DOMENICA 03 GIUGNO
ore 12:00 apertura area (mostra, stand editori, stand gastronomici)

::DIBATTITI e PRESENTAZIONI
-ore 16:00-17:00
presentazione di Vini Naturali d’Italia. Manuale del bere sano, di Giovanni Bietti, Edizioni Estemporanee.

-ore 17:00-18:00:
presentazione di Pixel. La realtà oltre lo schermo dei media, di Luigi Ananìa e Silverio Novelli, DeriveApprodi

-ore 18:00-19:00:
Presentazione di Il debito del vivente. Ascesi e capitalismo, di Elettra Stimilli, Quodlibet. Presentano: Augusto Illuminati e Francesco Raparelli.

-ore 17:00-19:00:
Tavola rotonda e dibattito: Come salvare l’editoria indipendente.
Relazioni di: Ilaria Bussoni (DeriveApprodi), Marco Cassini (minimumfax), Luigi Iacobelli (Iacobelli editore), Davide Vender (Libreria Odradek).

-ore 19:00-20:00:
presentazione di Conversazione su matti, comici, precari, anarchici e altre pecore nere, di Ascanio Celestini e Alessio Lega (Elèuthera).
Introduce Andrea Staid.

::CINEMA
-ore 19:00 proiezione Più come un’artista di Elisabetta Pandimiglio

-ore 21:00 proiezione Pietro regia Daniele Gaglianone

-ore 23:00 presentazione primo video clip dei Dog Byron “SummerAfternoonLullaby”. Segue sonorizzazione dei Dog Byron su
Tarda estate regia Marco De Angelis e Antonio Di Trapani

::MUSICA
ore 21:00 THE EX & BRASS UNBOUND
feat.ROY PACI
Il leggendario gruppo olandese dal vivo con Roy Paci, Ken Vandermark, Mats Gustavson e Wolter Wierbos. The Ex si uniscono alla sezione fiati più impressionante di sempre e sono subito scintille!
(link)

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INDY – Fiera dei Gusti non Omologati è un evento promosso da:

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ELENCO DEI PRODUTTORI:

VIGNAIOLI
Cà Neuva: Abbona Celso (Piemonte)
Aetnella (Sicilia)
Tenuta San Francesco: Alziati Annibale (Lombardia)
Arajani (Campania)
Aurora (Marche)
Casina di Cornia (Toscana)
I Botri di Ghiaccioforte (Toscana)
La Marca di San Michele (Marche)
La Torre (Toscana)
La Viranda (Piemonte)
Pantun (Puglia)
Pernigotti Adele (Piemonte)
Pietralta (Marche)
Podere Veneri Vecchio (Campania)
Calcabrina (Umbria)
Villa Chiarini Wulf (Lazio)

BIRRIFICI
Birrificio pontino (Lazio)
Brùton (Toscana)
Centokiodi (Emilia Romagna)
Free Lions (Toscana)
Grignè (Abruzzo)
L’artigiana (Lazio)
Masters (Abruzzo)
Rudeboy (Campania)
Sannita (Molise)
Stavio (Lazio)

EDITORI
alfabeta2
Arcopinto
:duepunti
BeccoGiallo
bfs
DeriveApprodi
e/o
Edizioni Ambiente
Edizioni dell’Asino
Edizioni Estemporanee
Edizioni Fahrenheit
eléuthera
emons
Hellnation
Iacobelli
La Nuova Frontiera
Lantana
Manni
minimum fax
Mondo Bizzarro
Nutrimenti
Ponte Sisto
Quodlibet
struwwelpeter
Troglodita Tribe (Spaf)
Zafari Libreria

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Vai su www.indyarea.org per i dettagli del festival: eventi, produttori coinvolti e tutte le info

Ufficio stampa INDY: Urbandrum Communication:
olgasiciliani@rmnet.it -349/2727868
federico.fiume@gmail.com – 347/1210140


Collective Action in UK

Posted: Maggio 2nd, 2012 | Author: | Filed under: au-delà, Révolution | 3 Comments »

May Day statement of “Collective Action”. In it we outline our analysis of the problems facing the anarchist movement in the UK and offer a call out to all independent anarchist communists to participate in our project to re-visit our political tradition, re-group and re-kindle our political action.

“I listen to them freely and with all the respect merited by their intelligence, their character, their knowledge, reserving always my incontestable right of criticism and censure.” – Mikhail Bakunin

The contemporary anarchist movement throughout the UK, and indeed around the world, faces unique challenges.

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Animal Spirit – A Bestiary of the Commons

Posted: Aprile 29th, 2012 | Author: | Filed under: au-delà, comune, Marx oltre Marx, Révolution | Commenti disabilitati su Animal Spirit – A Bestiary of the Commons

di Matteo Pasquinelli

Introduction

What constitutes the common? While I was exploring the dark sides
of digital commons and culture industry, the awakening of the animal
spirits of the financial crisis during 2008 became in fact the horizon of
the political debate. The idea of investigating the animal spirits of the
commons was actually conceived a few years earlier, when the global
mediascape following stock indexes were fed by the pornography of
war terrorism. Yet the irrational fears and forces struggling behind
media
networks were never illuminated by critical thinkers and political
activists or, more specifically, considered as a productive component
of economic flows. John Maynard Keynes once defined ‘animal spirits’
as precisely those unpredictable human drives that influence stock
markets and push economic cycles.1 Similarly, in his recent work, Paolo
Virno has underlined how all institutions (from the nation-state to contemporary
digital networks) represent an extension of the aggressive
instincts of humankind.2 In this reading, language and culture form the
basis of the common (networking), but also new fields of antagonism and
chaos (notworking).3

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Manifesto Urban Cannibalism


sovrapposizioni

Posted: Aprile 9th, 2012 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà | Commenti disabilitati su sovrapposizioni

di Carmelo Bene e Gilles Deleuze

Traduzione di Jean-Paul Manganaro
Il volume contiene 48 tavole in bianco e nero fuori testo con fotografie, in buona parte inedite, scattate durante le prove per la prima del Riccardo III

“È come se ci fossero due operazioni opposte. Da un lato si eleva a ‘maggiore’: di un pensiero si fa una dottrina, di un modo di vivere si fa una cultura, di un avvenimento si fa Storia. Si pretende così riconoscere e ammirare, ma, in effetti, si normalizza. Succede lo stesso per i contadini delle Puglie, secondo Carmelo Bene: si può dar loro teatro, cinema e persino televisione. Non si tratta di rimpiangere il vecchio buon tempo, ma d’essere sgomenti di fronte all’operazione che subiscono, l’innesto, il trapianto fatto alle loro spalle per normalizzarli. Sono divenuti maggiori. Allora, operazione per operazione, chirurgia contro chirurgia, si può concepire l’inverso: in che modo ‘minorare’ (termine usato dai matematici), in che modo imporre un trattamento minore o di minorazione, per sprigionare dei divenire contro la Storia, delle vite contro la cultura, dei pensieri contro la dottrina, delle grazie o delle disgrazie contro il dogma?” (dal testo di Gilles Deleuze).

[…]