Posted: Aprile 11th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, digital conflict, donnewomenfemmes, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, posthumanism | Commenti disabilitati su Postumano – Oltre la gabbia del soggetto
di Alessandra Pigliaru
Postumano. Il femminismo ha sperimentato modelli politici da cui partire per contrastare la violenza del capitalismo. Sul piano teorico vanno assunte come irreversibili le mutazioni delle soggettività attivate dalla scienza. Un’intervista con la teorica femminista Rosi Braidotti, in Italia per presentare il suo nuovo libro «Il postumano»
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Posted: Aprile 4th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società | Commenti disabilitati su Gilbert Simondon
di Andrea Bardin
“L’anthropologie ne peut être principe de l’étude de l’Homme; ce sont aucontraire les activités relationnelles humaines […] qui peuvent être prises pour principe d’une anthropologie à édifier”, G. Simondon, L’individuation, p. 297
Gilbert Simondon è uno dei riferimenti immancabili di Gilles Deleuze. La sua opera, oggetto di una recente riscoperta, è di respiro enciclopedico: potremmo dire che si tratta di un filosofo della scienza, ma forse è più corretto affermare che si tratta di un pensatore “classico” (nel senso in cui anche Deleuze si definiva tale) che ha voluto porre il problema filosofico per eccellenza – quello dell’essere–all’altezza delle acquisizioni della scienza contemporanea. La domanda chiave della filosofia – che cos’è l’essere? – può forse tradursi all’interno della concettualità di Simondon nella domanda -che cos’è un processo di individuazione? – apportando, di conseguenza, una radicale riforma del modo di concepire l’individualità a tutti i livelli: fisico, chimico, biologico, psichico e collettivo.
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Posted: Marzo 31st, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Per una teoria del potere destituente
di Giorgio Agamben
Conferenza pubblica (Atene, 16 novembre 2013), trascrizione a cura di ΧΡΟΝΟΣ
Traduzione di Giacomo Mercuriali
Una riflessione sul destino della democrazia oggi qui ad Atene in qualche modo è inquietante, poiché obbliga a pensare alla fine della democrazia nel luogo stesso in cui questa è nata. In effetti, l’ipotesi che vorrei proporre è che il paradigma governamentale predominante oggi in Europa non solo non sia democratico, ma che non possa nemmeno essere considerato politico. Tenterò allora di mostrare che la società europea non è più una società politica: è qualcosa di totalmente nuovo, qualcosa per cui ci manca una terminologia appropriata e dovremo quindi inventare una nuova strategia.
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Posted: Marzo 31st, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, arts, au-delà, Black Power, donnewomenfemmes, epistemes & società, postgender, posthumanism | Commenti disabilitati su bell hooks
<< Scritto da Stephanie Troutman per thefeministwire.com
Nel 2011, la leggendaria Dott. bell hooks, femminista, studiosa, critica culturale e prolifica scrittrice di colore, ha cominciato ad accostarsi a social network e blog, spingendo il suo lavoro ancora più oltre le mura dell’accademia. Twitta (a tratti) e ha scritto su blog e su diversi siti web selezionati. Più recentemente ha scelto Twitter per lanciare la sua campagna “Be Bossy” (Sii autoritaria, NdT) in risposta al decreto di Sheryl Sandberg** “Ban Bossy” (Stop all’autoritarismo, NdT). Questa è la seconda volta che contesta la Sandberg (la prima è stata in Settembre quando ha acconsentito che il suo articolo “Scavare a fondo: Oltre Lean In” fosse pubblicato in esclusiva da The Feminist Wire.
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Posted: Marzo 23rd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, crisi sistemica, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | Commenti disabilitati su Che cos’è il contemporaneo?
di Giorgio Agamben
Il testo della lezione inaugurale del corso di Filosofia Teoretica 2006-2007 presso la Facoltà di Arti e Design dello IUAV di Venezia, in G. Agamben, Che cos’è il contemporaneo e altri scritti, Roma, Nottetempo, collana I sassi, 2010, pp. 22-33.
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Posted: Marzo 23rd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, post-filosofia, posthumanism | 66 Comments »
by Mark Featherstone
I. Gadget Love
In the winter of 2013, I became aware of “Einstein’s Nightmare,” an Internet meme, a fragment of information, which reflects the horror of what I call in this article the “technological dystopia.” [1] The meme, titled “Einstein’s Worst Nightmare,” explains that “The Day That Albert Einstein Feared Has Arrived!” Below the caption, six images show people in various collective scenarios — “Having Coffee with Friends,” “A Day at the Beach,” “Cheering for your Team,” “On an Intimate Date,” “Enjoying the Sights,” “Having Dinner” — where a communal or social event is torn by technological mediation. The people in each image are distracted. They grasp their gadgets, gaze at screens, lose themselves in mediation. They are immersed in their iPhones, smart phones, and other devices, and disregard the presence of their friends and family members. At the bottom of the meme is a quotation from Einstein. Here we read the details of Einstein’s Nightmare: “I fear the day that technology will surpass our human interaction. The world will have a generation of idiots.” We understand the problem. Perhaps the meme is inspired by McLuhan, Baudrillard, or both? According to the meme, we may argue that the technological medium of human communication has started to work against its original purpose — the creation of social relations, where the term “social” implies a relation defined by a phenomenological, embodied, thickness, a quality necessary for durable sociality. But this is not the relation that predominates in Einstein’s Nightmare. In the nightmare, we gaze at screens and communicate with absent, virtual bodies, yet we ignore the real people in our immediate vicinity. The people in the images are McLuhan’s gadget lovers who love their phones because they insulate them from real social interaction. As McLuhan explained, there is simply too much happening in our hyper-media society to take everything in, so we “self-amputate” ourselves in our gadgets. [2] On the other hand, and in order to balance our retreat into isolation, we fall into Baudrillard’s ecstasy of communication, where we become addicted to the very act of communication itself. [3] Meaning is irrelevant. Speak, write, communicate for the sake of it. As John O’Neill noted long before the Internet — let alone the iPhone — took off, “televideo ergo sum” — I am on screen, therefore I am. [4] I exist, and I resist my self-imposed retreat from the world, because I communicate at a distance. According to the meme, this is Einstein’s technological dystopia.
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Posted: Marzo 21st, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, au-delà, bio, comune, crisi sistemica, donnewomenfemmes, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su La norma biopolitica e il conflitto possibile
di CRISTINA MORINI
Alcuni avvenimenti di cui siamo stati testimoni appena ieri hanno segnato fatalmente i nostri immaginari. Voglio iniziare il mio ragionamento sul tema “Generi e generazioni” ricordandoli perché, piaccia o meno, essi ci hanno cambiati per sempre. Le nuove generazioni di uomini e donne dell’altra sponda del Mediterraneo, giovani “con buona formazione ma senza lavoro, produttive ma impoverite” come le ha definite Michael Blecher[1], sono scese in piazza e hanno sovvertito regimi. In Spagna hanno invaso le strade rendendo evidente lo scandalo di aver vent’anni e nessuna prospettiva in un mondo fatto come è fatto oggi, e di non sentirsi rappresentate dalla cosiddetta “democrazia”, occupata da una classe politica adulta indifferente alle loro sorti. In Turchia hanno eletto un parco a loro simbolo, costringendo il governo a confrontarsi con nuove esigenze che parlano anche dell’eco-sostenibilità del mondo, della precarietà del territorio e degli spazi metropolitani, entità mutevoli, in continua trasformazione e alla ricerca di nuove connessioni.
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Posted: Marzo 17th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, crisi sistemica, epistemes & società, lacanism, Marx oltre Marx, posthumanism | 1 Comment »
di Paolo B. Vernaglione
Che il “discorso del capitalista” sia parlato in sottotraccia da TV, rete e grandi giornali è evidente, soprattutto nella continua denegazione della crisi della finanza neoliberale. Che i tratti specie-specifici della natura umana (senza virgolette) risaltino nella prassi del presente è cosa meno evidente nel colpevole oblìo della critica.
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Posted: Marzo 11th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, Archivio, arts, au-delà, bio, comune, comunismo, digital conflict, epistemes & società, Révolution | 54 Comments »
di Danilo Mariscalco
Qui la Premessa
Qui il primo capitolo
Una recensione: La luce del futuro che viene dal passato
di GIORGIO MARTINICO
Protagonista è il Settantasette. Ad indagare quel movimento, non i suoi protagonisti, non il racconto «ufficiale» o il «discorso sugli anni di piombo» è il volume Dai laboratori alle masse. Pratiche artistiche e comunicative nel movimento del ’77 (Ombre Corte, pp. 159), scritto da Danilo Mariscalco, dottore di ricerca presso l’Università di Palermo. Un libro che, come suggerisce il titolo, ha l’ambizione di arricchire il dibattito politico e storiografico su alcuni aspetti (le pratiche artistico-comunicative) relative a quella straordinaria stagione di conflitto e, anche, di frenetica produzione «culturale»; allo stesso tempo il volume è il tentativo di «arricchire la cassetta degli attrezzi utilizzata dai soggetti impegnati nella trasformazione, dal carattere teorico-pratico inscindibile, del reale».
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Posted: Marzo 10th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, kunst, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Vectores de disolución Sobre la posibilidad de acelerar el capitalismo en vista de generar su colapso
“Es más fácil imaginar el fin del mundo que el fin del capitalismo”. La famosa frase de Jameson, esgrimida a menudo por Žižek y sus acólitos, no ha dejado de resonar funestamente en el imaginario progresista de nuestro tiempo, pues da cuenta de una verdadera sensación general de estancamiento a nivel de la elaboración teórica de posibles futuros alternativos al sistema capitalista. En efecto, la superación del capitalismo suena cada vez más fantasiosa, incluso a pesar de un contexto de crisis económica global. Pero, ¿y si para generar un cambio radical no fuera necesario detener la maquinaria?
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