Gilbert Simondon

Posted: Aprile 4th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società | Commenti disabilitati su Gilbert Simondon

di Andrea Bardin

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“L’anthropologie ne peut être principe de l’étude de l’Homme; ce sont aucontraire les activités relationnelles humaines […] qui peuvent être prises pour principe d’une anthropologie à édifier”, G. Simondon, L’individuation, p. 297

Gilbert Simondon è uno dei riferimenti immancabili di Gilles Deleuze. La sua opera, oggetto di una recente riscoperta, è di respiro enciclopedico: potremmo dire che si tratta di un filosofo della scienza, ma forse è più corretto affermare che si tratta di un pensatore “classico” (nel senso in cui anche Deleuze si definiva tale) che ha voluto porre il problema filosofico per eccellenza – quello dell’essere–all’altezza delle acquisizioni della scienza contemporanea. La domanda chiave della filosofia – che cos’è l’essere? – può forse tradursi all’interno della concettualità di Simondon nella domanda -che cos’è un processo di individuazione? – apportando, di conseguenza, una radicale riforma del modo di concepire l’individualità a tutti i livelli: fisico, chimico, biologico, psichico e collettivo.

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Umberto Galimberti

Posted: Aprile 2nd, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, philosophia | Commenti disabilitati su Umberto Galimberti

di CARLO CROSATO

Come interpretare una condizione d’essere in cui prevalgono le estasi temporali del passato e del presente e manca il pensiero del futuro? Come concepire il lavoro della consulenza filosofica o il sempre più difficile rapporto fra generazioni? Questi sono solo alcuni dei temi percorsi da Umberto Galimberti in questa intervista, in cui vengono anche toccati i temi più tradizionali della sua riflessione.

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Per una teoria del potere destituente

Posted: Marzo 31st, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Per una teoria del potere destituente

di Giorgio Agamben

Conferenza pubblica (Atene, 16 novembre 2013), trascrizione a cura di ΧΡΟΝΟΣ
Traduzione di Giacomo Mercuriali

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Una riflessione sul destino della democrazia oggi qui ad Atene in qualche modo è inquietante, poiché obbliga a pensare alla fine della democrazia nel luogo stesso in cui questa è nata. In effetti, l’ipotesi che vorrei proporre è che il paradigma governamentale predominante oggi in Europa non solo non sia democratico, ma che non possa nemmeno essere considerato politico. Tenterò allora di mostrare che la società europea non è più una società politica: è qualcosa di totalmente nuovo, qualcosa per cui ci manca una terminologia appropriata e dovremo quindi inventare una nuova strategia.

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bell hooks

Posted: Marzo 31st, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, arts, au-delà, Black Power, donnewomenfemmes, epistemes & società, postgender, posthumanism | Commenti disabilitati su bell hooks

<< Scritto da Stephanie Troutman per thefeministwire.com

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Nel 2011, la leggendaria Dott. bell hooks, femminista, studiosa, critica culturale e prolifica scrittrice di colore, ha cominciato ad accostarsi a social network e blog, spingendo il suo lavoro ancora più oltre le mura dell’accademia. Twitta (a tratti) e ha scritto su blog e su diversi siti web selezionati. Più recentemente ha scelto Twitter per lanciare la sua campagna “Be Bossy” (Sii autoritaria, NdT) in risposta al decreto di Sheryl Sandberg** “Ban Bossy” (Stop all’autoritarismo, NdT). Questa è la seconda volta che contesta la Sandberg (la prima è stata in Settembre quando ha acconsentito che il suo articolo “Scavare a fondo: Oltre Lean In” fosse pubblicato in esclusiva da The Feminist Wire.

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Che cos’è il contemporaneo?

Posted: Marzo 23rd, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, crisi sistemica, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | Commenti disabilitati su Che cos’è il contemporaneo?

di Giorgio Agamben

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Il testo della lezione inaugurale del corso di Filosofia Teoretica 2006-2007 presso la Facoltà di Arti e Design dello IUAV di Venezia, in G. Agamben, Che cos’è il contemporaneo e altri scritti, Roma, Nottetempo, collana I sassi, 2010, pp. 22-33.

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Einstein’s Nightmare – On Bernard Stiegler’s Techno-Dystopia

Posted: Marzo 23rd, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, post-filosofia, posthumanism | 66 Comments »

by Mark Featherstone

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I. Gadget Love

In the winter of 2013, I became aware of “Einstein’s Nightmare,” an Internet meme, a fragment of information, which reflects the horror of what I call in this article the “technological dystopia.” [1] The meme, titled “Einstein’s Worst Nightmare,” explains that “The Day That Albert Einstein Feared Has Arrived!” Below the caption, six images show people in various collective scenarios — “Having Coffee with Friends,” “A Day at the Beach,” “Cheering for your Team,” “On an Intimate Date,” “Enjoying the Sights,” “Having Dinner” — where a communal or social event is torn by technological mediation. The people in each image are distracted. They grasp their gadgets, gaze at screens, lose themselves in mediation. They are immersed in their iPhones, smart phones, and other devices, and disregard the presence of their friends and family members. At the bottom of the meme is a quotation from Einstein. Here we read the details of Einstein’s Nightmare: “I fear the day that technology will surpass our human interaction. The world will have a generation of idiots.” We understand the problem. Perhaps the meme is inspired by McLuhan, Baudrillard, or both? According to the meme, we may argue that the technological medium of human communication has started to work against its original purpose — the creation of social relations, where the term “social” implies a relation defined by a phenomenological, embodied, thickness, a quality necessary for durable sociality. But this is not the relation that predominates in Einstein’s Nightmare. In the nightmare, we gaze at screens and communicate with absent, virtual bodies, yet we ignore the real people in our immediate vicinity. The people in the images are McLuhan’s gadget lovers who love their phones because they insulate them from real social interaction. As McLuhan explained, there is simply too much happening in our hyper-media society to take everything in, so we “self-amputate” ourselves in our gadgets. [2] On the other hand, and in order to balance our retreat into isolation, we fall into Baudrillard’s ecstasy of communication, where we become addicted to the very act of communication itself. [3] Meaning is irrelevant. Speak, write, communicate for the sake of it. As John O’Neill noted long before the Internet — let alone the iPhone — took off, “televideo ergo sum” — I am on screen, therefore I am. [4] I exist, and I resist my self-imposed retreat from the world, because I communicate at a distance. According to the meme, this is Einstein’s technological dystopia.

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Nuovi disagi nella civiltà

Posted: Marzo 17th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, crisi sistemica, epistemes & società, lacanism, Marx oltre Marx, posthumanism | 1 Comment »

di Paolo B. Vernaglione

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Che il “discorso del capitalista” sia parlato in sottotraccia da TV, rete e grandi giornali è evidente, soprattutto nella continua denegazione della crisi della finanza neoliberale. Che i tratti specie-specifici della natura umana (senza virgolette) risaltino nella prassi del presente è cosa meno evidente nel colpevole oblìo della critica.

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Dai laboratori alle masse

Posted: Marzo 11th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, Archivio, arts, au-delà, bio, comune, comunismo, digital conflict, epistemes & società, Révolution | 54 Comments »

di Danilo Mariscalco

Qui la Premessa

Qui il primo capitolo

Malli

Una recensione: La luce del futuro che viene dal passato

di GIORGIO MARTINICO

Protagonista è il Settantasette. Ad inda­gare quel movi­mento, non i suoi protagonisti, non il racconto «ufficiale» o il «discorso sugli anni di piombo» è il volume Dai laboratori alle masse. Pratiche artistiche e comunicative nel movimento del ’77 (Ombre Corte, pp. 159), scritto da Danilo Mariscalco, dot­tore di ricerca presso l’Università di Palermo. Un libro che, come suggerisce il titolo, ha l’ambizione di arricchire il dibattito politico e storiografico su alcuni aspetti (le pratiche artistico-comunicative) relative a quella straordinaria stagione di conflitto e, anche, di frenetica produzione «culturale»; allo stesso tempo il volume è il tentativo di «arricchire la cassetta degli attrezzi utilizzata dai soggetti impegnati nella trasformazione, dal carattere teorico-pratico inscindibile, del reale».

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Vectores de disolución Sobre la posibilidad de acelerar el capitalismo en vista de generar su colapso

Posted: Marzo 10th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, kunst, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Vectores de disolución Sobre la posibilidad de acelerar el capitalismo en vista de generar su colapso

accelerazionismo

“Es más fácil imaginar el fin del mundo que el fin del capitalismo”. La famosa frase de Jameson, esgrimida a menudo por Žižek y sus acólitos, no ha dejado de resonar funestamente en el imaginario progresista de nuestro tiempo, pues da cuenta de una verdadera sensación general de estancamiento a nivel de la elaboración teórica de posibles futuros alternativos al sistema capitalista. En efecto, la superación del capitalismo suena cada vez más fantasiosa, incluso a pesar de un contexto de crisis económica global. Pero, ¿y si para generar un cambio radical no fuera necesario detener la maquinaria?

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Pensare non serve a niente. Emil M. Cioran

Posted: Marzo 7th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, philosophia, post-filosofia | 6 Comments »

di Francesco Paolella

Cioran

La casa editrice Mimesis ha appena pubblicato due nuovi testi di Cioran: L’intellettuale senza patria (una ampia intervista del 1983) e Il nulla (un epistolario pure risalente agli anni Ottanta).

A leggere queste due nuove, piccole tracce del Cioran degli ultimi anni, mi è venuto subito in mente un altro libro, scritto da Ermanno Cavazzoni, Il limbo delle fantasticazioni (Quodlibet 2009), in cui si discute del perché e del percome dello scrivere, della scelta di scrivere come forma di maniacalità, e più in generale sull’essere artisti.

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