Virno, intelletto generale e uso della vita

Posted: Gennaio 16th, 2016 | Author: | Filed under: anthropos, Deleuze, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo, Révolution | 8 Comments »

di Paolo Godani

L’idea di mondo è la nuova edizione ampliata di un libro ormai classico, che Paolo Virno pubblicò nel 1994 per manifestolibri con il titolo Mondanità. Il testo era composto dal saggio omonimo e da un altro intitolato Virtuosismo e rivoluzione, ai quali ora se ne accompagna un terzo, scritto nel 2014: L’uso della vita. Quest’ultimo – avverte l’Autore – non è da considerarsi come un’appendice o un «contrappunto al canovaccio teorico elaborato vent’anni or sono», bensì come una sorta di «enunciazione stenografica, scandita da tesi perentorie, di un programma di ricerca ancora da realizzare».

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Dallo stato di diritto allo stato di sicurezza

Posted: Gennaio 13th, 2016 | Author: | Filed under: anthropos, BCE, bio, crisi sistemica, epistemes & società, Marx oltre Marx | Commenti disabilitati su Dallo stato di diritto allo stato di sicurezza

di Giorgio Agamben

Secondo il filosofo italiano Giorgio Agamben, lo stato di emergenza non è uno scudo a difesa della democrazia. Al contrario, ha sempre annunciato le dittature

Non è possibile capire l’obiettivo reale della proroga dello stato di emergenza in Francia [prorogato fino alla fine di febbraio] se non la si colloca nel contesto di una radicale trasformazione del modello statale che ci è più familiare.

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Pensare il rapporto tra uomo e animale

Posted: Dicembre 9th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, bio, epistemes & società | Commenti disabilitati su Pensare il rapporto tra uomo e animale

di Gabriella Giudici

Un bel saggio di Marco Maurizi, L’animale dialettico, sul rapporto uomo/natura, uomo/animale nella Scuola di Francoforte. Considerando la trattazione del passaggio dalle società di caccia e raccolta alle società stanziali e del prezzo che l’uomo paga in quella costruzione violenta de Sé chiamata educazione, questo articolo completa e spiega il precedente di Jared Diamond sulla sicurezza e socialità dei bambini delle società tradizionali.

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Virno, intelletto generale e uso della vita

Posted: Novembre 13th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, comunismo, epistemes & società, post-filosofia, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su Virno, intelletto generale e uso della vita

di Paolo Godani

archivio

L’idea di mondo è la nuova edizione ampliata di un libro ormai classico, che Paolo Virno pubblicò nel 1994 per manifestolibri con il titolo Mondanità. Il testo era composto dal saggio omonimo e da un altro intitolato Virtuosismo e rivoluzione, ai quali ora se ne accompagna un terzo, scritto nel 2014: L’uso della vita. Quest’ultimo – avverte l’Autore – non è da considerarsi come un’appendice o un «contrappunto al canovaccio teorico elaborato vent’anni or sono», bensì come una sorta di «enunciazione stenografica, scandita da tesi perentorie, di un programma di ricerca ancora da realizzare».

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The post-humanist project: inheritances and future duties

Posted: Settembre 15th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, epistemes & società, posthumanism | 106 Comments »

by Roberto Marchesini

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The post-humanistic philosophy represents a paradigmatic event in the Western culture, since it is able to change deeply the way to consider human ontology and, broadly, the human relationships with non-human alterities. In doing so, the post-humanistic philosophy introduces a hybrid conception of identity (relational ontology) instead of the traditional autarchic and self-poietic conception, typical of the humanistic thought (reflexive ontology) as we can see, for example, in Descartes. This shift determines the overcoming of several dichotomies still in force, as nature/culture, human/non-human, conscious/unconscious. This revolution has been launched, since the second half of 19th century, by the work of some authors who put into question the ground of humanistic thought. Among them, we should quote first Charles Darwin, not only for having mined the disjunctive conceptions of Essentialism, but also for highlighting the “bottom-up cause” in the evolution, which widens the status of artefact to the human identity. Then we must remember Freud who, through an initial and coherent wording of the concept of “unconscious”, showed the inconsistency of the rational domain over the individual behaviour, transforming the identity into a field where different forces operate from the outside. A substantial contribution was given by the phenomenology – from Bretano to Merleau-Ponty – regarding the “principle of intentionality” that is the external reference that lies at the base of being. Lastly, we cannot ignore Nietzsche, who remarked the Dionysian coordinate of fluidity of the human being, based on an on-going overcoming. This paper aims to show the conceptual shifts brought by these authors and therefore the debts and the roots of post-humanistic philosophy. Moreover, the paper shows the changes and the cultural storm occurred in the 21st century, which has influenced art, literature, ethic, aesthetic, anthropology and techno-science: a deep metamorphosis which cannot be reduced or trivialized to a futuristic kaleidoscope with morpho-poietic outcomes on the human being.

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Un medium pronto a tutto

Posted: Settembre 13th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Un medium pronto a tutto

di Francesco Antonelli

Codici aperti
« La razionalità digitale» del filosofo Byung Chul Han e un’inchiesta sull’uso di Internet come strumento politico aiutano a demistificare l’idea che il web sia il protopito di una forma inedita di democrazia diretta.

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Il rap­porto tra Rete e demo­cra­zia è uno dei feno­meni più stu­diati dalle scienze sociali con­tem­po­ra­nee. Que­sto accade per­ché, sin dal loro appa­rire, que­sti mezzi di comu­ni­ca­zione si carat­te­riz­zano per l’interattività e la pos­si­bi­lità data agli utenti di comu­ni­care senza i tra­di­zio­nali fil­tri alla cir­co­la­zione di opi­nioni e con­te­nuti del pas­sato (mass media, par­titi e intel­let­tuali). Se nell’Ottocento il fan­ta­sma che «s’aggira per l’Europa» era stato il comu­ni­smo, il Nove­cento ha nutrito le pro­prie classi diri­genti del culto della delega e del rifiuto della par­te­ci­pa­zione diretta al governo della cosa pub­blica, sino ad arri­vare ad un punto, alla fine del XX secolo, nel quale il nuovo fan­ta­sma che «s’aggira» è rap­pre­sen­tato dalle ondate di desta­bi­liz­za­zione e di rias­se­sta­mento delle post-democrazie con­tem­po­ra­nee favo­rite dall’ascesa delle tec­no­lo­gie digitali.

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Passioni ludiche senza desiderio

Posted: Agosto 26th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su Passioni ludiche senza desiderio

di Jean Baudrillard

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È quello che dice il Dia­rio del sedut­tore: nella sedu­zione non c’è nes­sun sog­getto padrone di una stra­te­gia, e quando que­sta si dispiega nella piena con­sa­pe­vo­lezza dei mezzi pos­se­duti, è ancora sot­to­messa a una regola del gioco che le è supe­riore. Dram­ma­tur­gia rituale al di là della legge, la sedu­zione è un gioco e un destino che con­duce ine­lut­ta­bil­mente i pro­ta­go­ni­sti verso la pro­pria fine, senza che la regola sia infranta, poi­ché è lei che li lega. E l’obbligo fon­da­men­tale è che il gioco con­ti­nui, sia pure a costo di morire. Una spe­cie di pas­sione lega dun­que i gio­ca­tori alla regola che li lega, e senza la quale non sarebbe pos­si­bile giocare.

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Modernità e finzioni del tempo

Posted: Giugno 29th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, post-filosofia | Commenti disabilitati su Modernità e finzioni del tempo

di JACQUES RANCIÈRE

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Pubblichiamo il testo della conferenza che Jacques Rancière, uno dei più importanti filosofi francesi contemporanei, terrà a Firenze oggi (29 giugno) nella Sala Altana di Palazzo Strozzi alle ore 17:00. La conferenza, promossa dall’Institut Français Italia, in collaborazione con la Scuola Normale di Pisa, il Gabinetto Vieusseux e il Gruppo Quinto Alto, si svolge nell’ambito della rassegna di presentazioni e seminari «Prospettive critiche». Jacques Rancière ne discuterà con i Proff. Mario Citroni e Paolo Godani. Ringraziamo la casa editrice DeriveApprodi per l’aiuto nella realizzazione di questa pubblicazione.

Per delucidare questo titolo partirò da una definizione molto generale: chiamo finzioni del tempo i modi di strutturazione dei rapporti di temporalità e le forme di razionalità della catena temporale che strutturano le nostre percezioni della politica e della storia, come della letteratura e dell’arte. Una definizione che implica a sua volta la ridefinizione del concetto di finzione. Si continua a opporre la finzione, intesa come invenzione di situazioni immaginarie, alla solida realtà con la quale sono alle prese, con modalità differenti, coloro che lavorano la materia, coloro che intendono penetrare la struttura delle cose e coloro che agiscono per cambiare le situazioni. Eppure, lo sappiamo almeno fin da Aristotele, la finzione è ben di più dell’invenzione di esseri immaginari. È una struttura di razionalità. È una modalità di presentazione che rende cose, situazioni o eventi percepibili e intelligibili. È una modalità di connessione che costruisce forme di coesistenza, di successione e di concatenamento causale tra eventi e conferisce a tali forme la modalità del possibile, delle reale o del necessario. Una duplice operazione necessaria ovunque occorra produrre un certo senso della realtà. È necessaria lì dove si tratta di definire le condizioni, gli strumenti e gli effetti di un’azione, ovvero, in sostanza, il senso stesso di ciò che significa agire. È necessaria, poi, quando si intendono definire gli oggetti e il carattere di una conoscenza, ovvero il senso stesso di ciò che significa e di ciò che effettua l’azione di conoscere. L’azione politica che identifica delle situazioni e indica degli attori, che lega degli eventi e che da questo legame deduce dei possibili e degli impossibili, utilizza delle finzioni, esattamente come i romanzieri. E vale lo stesso per la scienza sociale, proprio quando ha la pretesa di mostrare la connessione razionale che lega degli eventi e delle situazioni all’insaputa stessa dei loro attori. Da qui ne deriva una conseguenza importante: i discorsi che riferiscono la finzione letteraria alla realtà politica e sociale, come l’effetto alla propria causa, sono di fatto dei discorsi che riferiscono una finzione a un’altra, una forma di razionalità causale a un’altra. Questo significa anche che le trasformazioni all’opera nella costruzione delle finzioni esplicitamente tali possono gettar luce su trasformazioni meno visibili, attinenti ai modi in cui costruiamo la razionalità della politica, della società e della storia.

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Biopower, psychopower and the logic of the scapegoat

Posted: Giugno 12th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, Deleuze, epistemes & società, post-filosofia, Révolution | 166 Comments »

by Bernard Stiegler

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The capture of attention by technological means is a global phenomenon (affecting all continents), a massive one (affecting all generations and all social strata) and totally new: the length of capture has now reached 6 hours a day in the USA, not to mention the phenomena of hyper-attention, to use the term of Katherine Hayles, which provoke a splitting of attention between several media simultaneously, and which motivate the Kaiser family foundation to modify its figures – increasing the average number of hours to 8 and a half per day for American adolescents.

Humanity has never experienced such a phenomenon of synchronised and hyper-realist collective hallucination, and the consequences of these facts on psychical and collective individuation are as yet hardly theorized, although they are beginning to enter as objects of the study of psychopathology, or investigations in the human sciences, for example the case of the syndrome of cognitive saturation. Nevertheless, the pathogenic factors caused by this actual situation remain most of the time analysed in “neurocentric” terms – as for the questions tied to attention deficit – when in fact their causality is massively sociotechnical and therefore economic-political, even though the neuropsychic “terrains” play their role.

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Agamben “inoperoso” ovvero l’equivoco dell’energeia

Posted: Giugno 8th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, bio, epistemes & società, Foucault, philosophia, post-filosofia | Commenti disabilitati su Agamben “inoperoso” ovvero l’equivoco dell’energeia

di Lorenzo Mainini

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Con L’uso dei corpi (2014) Giorgio Agamben riconosce una “conclusione” del suo percorso filosofico e apre alla stabilizzazione di quei concetti che hanno segnato da sempre il suo pensiero. Fra tutti l’inoperosità – quella permanenza in se stessi, quell’inattualità, che Agamben pensa come forma della “resistenza” a un potere che invece attualizza, mette in opera e attiva. Alcuni critici, nel discutere l’ultimo lavoro agambeniano, hanno avuto gioco facile nel confermare i rischi già rilevabili in corso d’opera. Negri, ad esempio, osservava che, alla lettura d’Agamben, s’avverte l’impressione di trovarsi al cospetto di “qualcuno che ha colto il problema e non vuole, meglio, non può più risolverlo”1.

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