Linguaggio e immanenza. Kierkegaard e Deleuze sul “divenir-animale”

Posted: Aprile 19th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, bio, Deleuze, epistemes & società, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Linguaggio e immanenza. Kierkegaard e Deleuze sul “divenir-animale”

di FELICE CIMATTI
[dal n. 363/2014 di “aut aut”]

Quanto grande dev’essere la violenza da fare al pensiero per diventare capaci di pensare, la violenza di un movimento infinito che ci priva al tempo stesso del potere di dire Io?[1]

G. DeleuzeF. Guattari

estremo

1. “La nostra impresa più difficile”

Immanenza. È una nozione difficile da articolare, perché se per spiegare un concetto si ricorre a un altro concetto, al suo contrario o a uno simile, questo non si può fare per l’immanenza, che è un concetto limite, che assorbe in sé tutti gli altri, e li annulla. L’immanenza non è propriamente il contrario della trascendenza. È questa che ha bisogno dell’immanenza, come suo contrario, per precisare se stessa, per definirsi come l’ambito di ciò che non è immanente, non è mondano, non è terreno. L’immanenza è lo spazio che si apre quando tutti i dualismi sono stati superati, e non rimane che un unico ambito, quello appunto dell’immanenza. Uno spazio che proprio per questa ragione è impensabile e indicibile: “Il piano di immanenza non è un concetto, né pensato né pensabile”.[2] Non si può pensare, ché per pensarlo occorrerebbe essere al suo esterno, ossia nella trascendenza; per la stessa ragione non può dirsi, perché il linguaggio incarna l’essenza stessa di ogni dualismo, della cosa e del segno, del significato e del significante, del contenuto e dell’espressione. È difficile quindi pensare l’immanenza.

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In ricordo di Mauro Gobbini

Posted: Aprile 10th, 2015 | Author: | Filed under: Archivio, comunismo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su In ricordo di Mauro Gobbini

Mauro Gobbini ci ha lasciati per sempre. Pare che sia morto con lo stesso stile con cui ha vissuto, con la stessa discrezione: a casa, ha chiuso gli occhi e se n’è andato. È stato il più dolce, il più lieve dei nostri compagni, il più allegro nella sua insuperabile ironia. Per ricordarlo non abbiamo trovato di meglio che le sue stesse parole, l’intervista che rilasciò per il volume “Futuro anteriore”, a cura di Borio, Pozzi e Roggero (realizzata a Roma, 11 dicembre 2000). Dal punto di vista storico è la più precisa e lucida ricostruzione del lavoro fatto dal manipolo di “Classe Operaia” a Milano negli anni che hanno preceduto il ’68.
Sergio Bologna

Potere-operaio

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L’Essere in guerra con l’ente. Heidegger, la questione dei “Quaderni neri” e la cosiddetta “Italian Theory”

Posted: Aprile 9th, 2015 | Author: | Filed under: philosophia | Commenti disabilitati su L’Essere in guerra con l’ente. Heidegger, la questione dei “Quaderni neri” e la cosiddetta “Italian Theory”

di ROBERTA DE MONTICELLI

Perché la maggior parte della intelligentsia italiana di sinistra continua a considerare Heidegger come il principale crocevia per comprendere la modernità? La compromissione di Heidegger con il nazismo non affonda le radici nel suo pensiero filosofico? Perché il profondo antiliberalismo del pensiero heideggeriano continua ad affascinare i maggiori rappresentanti di ciò che è stato chiamato “Italian Theory”? La pubblicazione dei “Quaderni neri” e le più recenti ricerche a riguardo aiutano a rispondere a questi quesiti.

martin

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Gli spettri del capitale

Posted: Marzo 29th, 2015 | Author: | Filed under: arts, Deleuze, epistemes & società | Commenti disabilitati su Gli spettri del capitale

di Mario Pezzella

Questo numero prosegue la riflessione sul rapporto tra cinema e pensiero critico, iniziata nel 2008 con Il cinema non è il cinema[1]. I film –si diceva allora- non possono essere ridotti a esempi di sistemi filosofici (come se esistessero film heideggeriani, aristotelici e -perchè no- vattimiani o cacciariani). Il cinema è oggetto e soggetto di pensiero nella misura in cui contribuisce ad articolare lo spazio e il tempo della modernità, la partizione del sensibile, nella quale si cristallizzano le sue forme percettive. L’ordine simbolico in cui viviamo non è affatto neutro: è quello del capitale e del suo dominio. E’ un orizzonte di senso che nulla sembra trascendere; e pure è percorso da crepe e brecce che ne incrinano lo spazio.

folla

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Michel Foucault e la critica dell’ideologia nei Corsi al Collège de France

Posted: Marzo 19th, 2015 | Author: | Filed under: bio, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | Commenti disabilitati su Michel Foucault e la critica dell’ideologia nei Corsi al Collège de France

di ORAZIO IRRERA*.

Nella lezione del 30 gennaio del suo Corso del 1980 al Collège de France Del governo dei viventi, Foucault ribadisce il suo rifiuto di analizzare «il pensiero, il comportamento e il sapere degli uomini» nei termini di un’analisi ideologica, aggiungendo che, praticamente ogni anno, durante ogni suo corso, egli è ritornato su questa esigenza di smarcarsi da una prospettiva segnata dall’ideologia, operando ogni volta un piccolo spostamento per conferire così alla sua critica nuove forme di intelligibilità1.

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L’Italian Theory e le sue differenze

Posted: Marzo 15th, 2015 | Author: | Filed under: au-delà, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, post-filosofia | Commenti disabilitati su L’Italian Theory e le sue differenze

di Judith Revel

Pubblichiamo qui un estratto da uno dei saggi contenuti in Differenze italiane (a cura di Dario Gentili ed Elettra Stimilli, DeriveApprodi, 2015) in libreria da mercoledì 18 marzo. Il volume rappresenta una prima panoramica sul dibattito internazionale emerso dalla proposta di pensare una Italian Theory come orizzonte entro cui riflettere su autori e categorie che caratterizzano il pensiero filosofico e politico italiano.

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Dal punto di vista meramente storico e culturale, esiste nel dopoguerra una doppia caratteristica del paesaggio filosofico-politico italiano. La prima è legata all’assoluto predominio del pensiero tedesco (in filosofia come nelle scienze umane e sociali), che funge per cosi dire da «matrice» – sia modello che materia prima – per la produzione intellettuale italiana. La tradizione tedesca – i suoi autori, i suoi approcci, ma anche una certa tradizione di pratica dei testi, che impone la lettura filologica al centro dell’esercizio del pensiero – è stata, ed è tuttora, molto più importante in Italia che in contesti in cui la distanza era maggiore (e in generale legata alla semplice non–conoscenza della lingua: si sa, ad esempio, quanto i francesi siano stati riluttanti all’apprendimento delle lingue straniere, e quanto questo abbia contribuito alla loro dipendenza dalle imprese di traduzione dei testi tedeschi novecenteschi – traduzioni spesso molto tardive, e ancora piu spesso discutibili).

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Materiali viventi nella catena del valore

Posted: Marzo 9th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, bio, donnewomenfemmes, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | 8 Comments »

di Cristina Morini

Recensione al libro di Melinda Cooper e Catherine Waldby, “Biolavoro globale. Corpi e nuova manodopera”, DeriveApprodi, Roma, 2015. Si tratta della versione integrale dell’articolo pubblicato su Il Manifesto, 7 marzo 2015.

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In questi anni, gli studi femministi sulle biotecnologie hanno fornito molte suggestioni etiche e politiche, mettendo in luce i nessi possibili tra un pensiero di genere, le tecnologie riproduttive, i suoi usi e abusi, e la questione dello statuto dell’umano e della vita stessa. Tuttavia, «pochi hanno indagato i meccanismi materiali che iscrivono la biologia in vivo dei corpi umani nei processi del lavoro post fordista sia attraverso la produzione di dati sperimentali che il trasferimento dei tessuti. Forme di lavoro che, a nostro parere, stanno diventando sempre più centrali per il processo di valorizzazione economica post fordista». Con tale dichiarazione densa di sostanza si apre un libro che farà molto parlare di sé, Biolavoro globale. Corpi e nuova manodopera (DeriveApprodi, euro 18): corpi al lavoro dentro le catene globali che forniscono “materiali in vivo” per un’economia oggi fondata sulla vita.

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Il vero e il crudele. Riflessioni sulla Grecia

Posted: Marzo 7th, 2015 | Author: | Filed under: 99%, BCE, crisi sistemica, Global | Commenti disabilitati su Il vero e il crudele. Riflessioni sulla Grecia

di Francesca Coin

“Où s’adresser pour réclamer justice,
si c’est l’iniquité des puissants qui nous tue!…
On peut faire ce que précisément Créuse fait,
fait tout au long de la pièce
…c’est la parrhesia”
M. Foucault

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1. L’Europa

E’ stato proprio Varoufakis lo scorso novembre in un seminario sull’estetica della moneta tenuto a Berkeley a ricordare come la signora Thatcher fosse contrarissima all’euro. Proprio io, diceva, che sono stato a duecento manifestazioni contro di lei. Proprio io, mi trovo ora a citare la Thatcher. Era stata accolta con scetticismo, l’opposizione intransigente della Thatcher. Allora, solo lei si era opposta all’integrazione monetaria, ma la sua opposizione le era costata cara: prima le dimissioni del Ministro degli Esteri Geoffrey Howe, e poi le proprie nel novembre del 1990. Venticinque anni dopo le sue posizioni tornano ad essere oggetto di discussione, ironicamente da parte di quegli stessi critici della scuola neo-liberale a cui lei si ispirava per difendere la necessità di mantenere disperso il potere e decentralizzate le decisioni senza cedere la sovranità a “un super-stato […] che esercita un nuovo dominio da Bruxelles”.

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La vita agra(tis)

Posted: Febbraio 19th, 2015 | Author: | Filed under: 99%, bio, comunismo, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution | Commenti disabilitati su La vita agra(tis)

di Roberto Ciccarelli e Giuseppe Allegri

BELLMER

In collaborazione con I RACCONTI DEL LAVORO INVISIBILE: l’odissea del lavoro oggi. Precario, a tempo indeterminato, free lance, autogestito, autoprodotto. Ricattabile, flessibile, sfruttato.

A volte semplicemente gratuito. Imprigionato nel caporalato, mascherato, interinale. Confuso con i tempi di vita, isolato e sempre meno sindacalizzato. Il lavoro è cambiato per tutti. E cerca un nuovo futuro dov’è protagonista il quinto stato.

Il lavoro non è finito. È diventato infinitamente più povero. Si sopravvive con l’odiosa sensazione di essere al lavoro per altri, raramente per sé, mentre il reddito è inconsistente e aleatorio. La vita è messa al lavoro: gratuitamente. C’è tuttavia un aspetto che passa inosservato: anche quando si è inoccupati o disoccupati, oggi si produce ricchezza.

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Mircea Eliade tra scienza delle religioni e ideologia “guardista”

Posted: Febbraio 9th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, philosophia | Commenti disabilitati su Mircea Eliade tra scienza delle religioni e ideologia “guardista”

di Alfonso M. Di Nola

L’aspra e pesante polemica intorno al fascismo, al filonazismo, all’antisemitismo dello storico delle religioni e romanziere Mircea Eliade e al suo diretto e responsabile coinvolgimento nelle posizioni reazionarie della Guardia di Ferro rumena, è indubbiamente conclusa.

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La denunzia dei precedenti ideologici del personaggio – precedenti che appartengono non già a giovanili smarrimenti, ma a consapevoli scelte compiute in piena maturità, intorno ai trenta anni – fu dallo scrivente fatta nel 1977 in un breve saggio pubblicato sulla “Rassegna mensile di Israel” (Mircea Eliade e l’antisemitismo, gennaio-febbraio 1977, pp. 12-15). In quel saggio, avvalendomi di mie personali informazioni e dei risultati di una tesi di laurea con me discussa da Gennaro Evangelista su Ideologia e falsa coscienza di M. Eliade presso l’Università di Siena, mi riferivo ad una precisa fonte rumena pubblicata in Israele (“Toladot. Buletinul Institutului Dr. J. Niemirower”, contenente un Dosarul Mircea Eliade, “dossier su M.E.”).

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