L’ultimo lampo del Novecento. Appunti di lettura intorno a «Dello spirito libero» di Mario Tronti

Posted: Ottobre 6th, 2015 | Author: | Filed under: comunismo, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, postoperaismo | Commenti disabilitati su L’ultimo lampo del Novecento. Appunti di lettura intorno a «Dello spirito libero» di Mario Tronti

di Damiano Palano

Il recente volume di Mario Tronti, Dello spirito libero. Frammenti di vita e di pensiero (il Saggiatore, Milano, 2015), può essere considerato l’autobiografia teorica di un «politico pensante». Partendo da quei «frammenti», questo articolo si propone rileggere le tappe che, nell’arco di quasi sessant’anni, hanno scandito l’itinerario teorico di Tronti. Perché forse solo oggi se ne possono cogliere fino in fondo le linee di continuità, i salti, le innovazioni.

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Nel cuore di tenebra

Già dalla fine degli anni Sessanta, dopo la conclusione delle riprese di C’era una volta il West, Sergio Leone iniziò a progettare un film sull’assedio di Leningrado. La pellicola avrebbe dovuto ispirarsi a The 900 Days. The Siege of Leningrad, un libro in cui il giornalista Harrison E. Salisbury ricostruiva la vittoriosa resistenza dell’Armata Rossa e dell’intera città dinanzi all’offensiva tedesca, durata dal giugno 1941 fino al gennaio 1943. Più volte accantonata, l’idea non fu però mai abbandonata da Leone, che tornò a elaborarla dopo aver girato C’era una volta America. Di quel progetto ambizioso rimangono solo alcune cartelle dattiloscritte, da cui è possibile ricostruire solo molto vagamente la direzione che Leone avrebbe imboccato per trasferire sul grande schermo la cronaca di Salisbury.

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Pensare la crisi con J. Derrida

Posted: Settembre 24th, 2015 | Author: | Filed under: au-delà, BCE, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su Pensare la crisi con J. Derrida

di RICCARDO ANTONIUCCI

Il valore politico del pensiero di Derrida sta nella decostruzione della sovranità e nell’elaborazione di una pratica di giustizia che sia incondizionale. La responsabilità come vero antidoto alla violenza

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Cronicizzazione della crisi e trasformazioni della governance europea

Posted: Settembre 22nd, 2015 | Author: | Filed under: BCE, crisi sistemica, critica dell'economia politica | Commenti disabilitati su Cronicizzazione della crisi e trasformazioni della governance europea

di Christian Marazzi

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Ho come l’impressione che siamo entrati in una seconda crisi della regione Europa e sento la necessità di adottare un approccio indiziario per osservare la direzione che possiamo o dobbiamo intraprendere, allo stesso modo di come il cacciatore osserva la piuma d’uccello sul cespuglio per capire da che parte andare. Ad agosto mi sembra sia successo qualcosa che abbia a che fare con la fine di un ciclo: mi sembra che la crisi cinese dichiari la fine di quella forma che il capitalismo ha assunto negli ultimi trent’anni e che è stata definita impero, dove la colonizzazione della concorrenza, del mercato e della finanziarizzazione ha dispiegato dei confini senza un oltre, senza un fuori. Il lavoro di Michael Hardt e Toni Negri ha sottolineato la materializzazione di questa ragione imperiale che la crisi cinese sembra segni la fine dei suoi equilibri geopolitici, economici e finanziari.

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Egemonia: Gramsci, Togliatti, Laclau

Posted: Settembre 17th, 2015 | Author: | Filed under: Archivio, comunismo, epistemes & società, Marx oltre Marx | Commenti disabilitati su Egemonia: Gramsci, Togliatti, Laclau

di TONI NEGRI

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(la conferenza che pubblichiamo è stata tenuta alla Maison de l’Amerique Latine, a Parigi, il 27 maggio 2015)

Il discorso di Laclau rappresenta per me una variante neo-kantiana di quello che si potrebbe definire socialismo post-sovietico. Già ai tempi della Seconda Internazionale il neo-kantismo funzionò come approccio critico nei confronti del marxismo: il marxismo non fu considerato come il nemico, ma quell’approccio critico aveva tentato di assoggettarlo e, in certo modo, di neutralizzarlo. L’attacco fu portato contro il realismo politico e l’ontologia della lotta di classe. La mediazione epistemologica consistette, allora, a questo uso e a questo abuso del trascendentalismo kantiano. Mutatis mutandis, tale mi sembra anche, se ci si pone in epoca post-sovietica, la linea di pensiero di Laclau, considerata nel suo movimento. Sia chiaro – qui non si discute di revisionismo in generale, talora utile, talora indigesto. Si discute dello sforzo teorico e politico di Laclau in età post-sovietica a confronto con la contemporaneità.

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The post-humanist project: inheritances and future duties

Posted: Settembre 15th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, epistemes & società, posthumanism | 106 Comments »

by Roberto Marchesini

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The post-humanistic philosophy represents a paradigmatic event in the Western culture, since it is able to change deeply the way to consider human ontology and, broadly, the human relationships with non-human alterities. In doing so, the post-humanistic philosophy introduces a hybrid conception of identity (relational ontology) instead of the traditional autarchic and self-poietic conception, typical of the humanistic thought (reflexive ontology) as we can see, for example, in Descartes. This shift determines the overcoming of several dichotomies still in force, as nature/culture, human/non-human, conscious/unconscious. This revolution has been launched, since the second half of 19th century, by the work of some authors who put into question the ground of humanistic thought. Among them, we should quote first Charles Darwin, not only for having mined the disjunctive conceptions of Essentialism, but also for highlighting the “bottom-up cause” in the evolution, which widens the status of artefact to the human identity. Then we must remember Freud who, through an initial and coherent wording of the concept of “unconscious”, showed the inconsistency of the rational domain over the individual behaviour, transforming the identity into a field where different forces operate from the outside. A substantial contribution was given by the phenomenology – from Bretano to Merleau-Ponty – regarding the “principle of intentionality” that is the external reference that lies at the base of being. Lastly, we cannot ignore Nietzsche, who remarked the Dionysian coordinate of fluidity of the human being, based on an on-going overcoming. This paper aims to show the conceptual shifts brought by these authors and therefore the debts and the roots of post-humanistic philosophy. Moreover, the paper shows the changes and the cultural storm occurred in the 21st century, which has influenced art, literature, ethic, aesthetic, anthropology and techno-science: a deep metamorphosis which cannot be reduced or trivialized to a futuristic kaleidoscope with morpho-poietic outcomes on the human being.

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La Primavera di Atene

Posted: Settembre 14th, 2015 | Author: | Filed under: au-delà, BCE, bio, crisi sistemica, critica dell'economia politica | Commenti disabilitati su La Primavera di Atene

di Yanis Varoufakis

[Abbiamo tradotto integralmente il discorso di Yanis Varoufakis alla Festa della Rosa di Frangy-en-Bresse. E ve lo presentiamo diviso nelle sue varie parti.

E’ un documento straordinario per comprendere il colpo di Stato antidemocratico che l’Eurogruppo ha perpetrato nei confronti della Grecia, la condizione di protettorato politico ed economico in cui versa la Grecia oggi e colpirà chiunque si opporrà ai diktat relativi all’austerità dei Signori dell’Euro. E’ una guerra contro la democrazia. E la stiamo perdendo]

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Un medium pronto a tutto

Posted: Settembre 13th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Un medium pronto a tutto

di Francesco Antonelli

Codici aperti
« La razionalità digitale» del filosofo Byung Chul Han e un’inchiesta sull’uso di Internet come strumento politico aiutano a demistificare l’idea che il web sia il protopito di una forma inedita di democrazia diretta.

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Il rap­porto tra Rete e demo­cra­zia è uno dei feno­meni più stu­diati dalle scienze sociali con­tem­po­ra­nee. Que­sto accade per­ché, sin dal loro appa­rire, que­sti mezzi di comu­ni­ca­zione si carat­te­riz­zano per l’interattività e la pos­si­bi­lità data agli utenti di comu­ni­care senza i tra­di­zio­nali fil­tri alla cir­co­la­zione di opi­nioni e con­te­nuti del pas­sato (mass media, par­titi e intel­let­tuali). Se nell’Ottocento il fan­ta­sma che «s’aggira per l’Europa» era stato il comu­ni­smo, il Nove­cento ha nutrito le pro­prie classi diri­genti del culto della delega e del rifiuto della par­te­ci­pa­zione diretta al governo della cosa pub­blica, sino ad arri­vare ad un punto, alla fine del XX secolo, nel quale il nuovo fan­ta­sma che «s’aggira» è rap­pre­sen­tato dalle ondate di desta­bi­liz­za­zione e di rias­se­sta­mento delle post-democrazie con­tem­po­ra­nee favo­rite dall’ascesa delle tec­no­lo­gie digitali.

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il biopotere che scorre su Amazon

Posted: Settembre 8th, 2015 | Author: | Filed under: 99%, bio, crisi sistemica, critica dell'economia politica, digital conflict, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su il biopotere che scorre su Amazon

di Benedetto Vecchi

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Non è mai troppo tardi. E’ la frase più facile da usare per quanto è accaduto dopo la pubblicazione di un reportage del quotidiano statunitense New York Times sulle condizione dei lavoratori del più grande shopping mall telematico presente in Rete. In un articolo Amazon viene passata al setaccio a partire dalle regole alle quali i lavoratori devono attenersi. Il giornalista ha raccolto i racconti, le invettive, le analisi di dipendenti e ex-dipendenti dove il giudizio più benevolo verso lo store digitale è: una caserma. Ma è il decalogo delle regole – doveri e obblighi, più che altro, visto che di diritti non ce ne è traccia alcuna – che tutti devono seguire che ha fatto gridare allo scandalo. Dal divieto di parlare di come e di cosa accade negli enormi capannoni di Amazon, all’invito-obbligo a esprimere giudizi sul comportamento di altri lavoratori e di capi e capetti, non c’è nulla che viene omesso dal giornalista. Neppure il costante controllo al quale è sottoposto il singolo, usando i badge e un geolocalizzatore che segnala posizione e tempo di percorrenza per trovare la merce da impacchettare, viene dimenticato. Grande rilevo viene dato alla divisione tra i buoni (gli iperproduttivi) e cattivi (fanno ciò che devono senza dannarsi l’anima) lavoratori. Altrettanta enfasi è dedicata alla disponibilità “h24, sette giorni su sette” che i lavoratori devono garantire.

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Passioni ludiche senza desiderio

Posted: Agosto 26th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società, post-filosofia | Commenti disabilitati su Passioni ludiche senza desiderio

di Jean Baudrillard

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È quello che dice il Dia­rio del sedut­tore: nella sedu­zione non c’è nes­sun sog­getto padrone di una stra­te­gia, e quando que­sta si dispiega nella piena con­sa­pe­vo­lezza dei mezzi pos­se­duti, è ancora sot­to­messa a una regola del gioco che le è supe­riore. Dram­ma­tur­gia rituale al di là della legge, la sedu­zione è un gioco e un destino che con­duce ine­lut­ta­bil­mente i pro­ta­go­ni­sti verso la pro­pria fine, senza che la regola sia infranta, poi­ché è lei che li lega. E l’obbligo fon­da­men­tale è che il gioco con­ti­nui, sia pure a costo di morire. Una spe­cie di pas­sione lega dun­que i gio­ca­tori alla regola che li lega, e senza la quale non sarebbe pos­si­bile giocare.

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Modernità e finzioni del tempo

Posted: Giugno 29th, 2015 | Author: | Filed under: anthropos, post-filosofia | Commenti disabilitati su Modernità e finzioni del tempo

di JACQUES RANCIÈRE

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Pubblichiamo il testo della conferenza che Jacques Rancière, uno dei più importanti filosofi francesi contemporanei, terrà a Firenze oggi (29 giugno) nella Sala Altana di Palazzo Strozzi alle ore 17:00. La conferenza, promossa dall’Institut Français Italia, in collaborazione con la Scuola Normale di Pisa, il Gabinetto Vieusseux e il Gruppo Quinto Alto, si svolge nell’ambito della rassegna di presentazioni e seminari «Prospettive critiche». Jacques Rancière ne discuterà con i Proff. Mario Citroni e Paolo Godani. Ringraziamo la casa editrice DeriveApprodi per l’aiuto nella realizzazione di questa pubblicazione.

Per delucidare questo titolo partirò da una definizione molto generale: chiamo finzioni del tempo i modi di strutturazione dei rapporti di temporalità e le forme di razionalità della catena temporale che strutturano le nostre percezioni della politica e della storia, come della letteratura e dell’arte. Una definizione che implica a sua volta la ridefinizione del concetto di finzione. Si continua a opporre la finzione, intesa come invenzione di situazioni immaginarie, alla solida realtà con la quale sono alle prese, con modalità differenti, coloro che lavorano la materia, coloro che intendono penetrare la struttura delle cose e coloro che agiscono per cambiare le situazioni. Eppure, lo sappiamo almeno fin da Aristotele, la finzione è ben di più dell’invenzione di esseri immaginari. È una struttura di razionalità. È una modalità di presentazione che rende cose, situazioni o eventi percepibili e intelligibili. È una modalità di connessione che costruisce forme di coesistenza, di successione e di concatenamento causale tra eventi e conferisce a tali forme la modalità del possibile, delle reale o del necessario. Una duplice operazione necessaria ovunque occorra produrre un certo senso della realtà. È necessaria lì dove si tratta di definire le condizioni, gli strumenti e gli effetti di un’azione, ovvero, in sostanza, il senso stesso di ciò che significa agire. È necessaria, poi, quando si intendono definire gli oggetti e il carattere di una conoscenza, ovvero il senso stesso di ciò che significa e di ciò che effettua l’azione di conoscere. L’azione politica che identifica delle situazioni e indica degli attori, che lega degli eventi e che da questo legame deduce dei possibili e degli impossibili, utilizza delle finzioni, esattamente come i romanzieri. E vale lo stesso per la scienza sociale, proprio quando ha la pretesa di mostrare la connessione razionale che lega degli eventi e delle situazioni all’insaputa stessa dei loro attori. Da qui ne deriva una conseguenza importante: i discorsi che riferiscono la finzione letteraria alla realtà politica e sociale, come l’effetto alla propria causa, sono di fatto dei discorsi che riferiscono una finzione a un’altra, una forma di razionalità causale a un’altra. Questo significa anche che le trasformazioni all’opera nella costruzione delle finzioni esplicitamente tali possono gettar luce su trasformazioni meno visibili, attinenti ai modi in cui costruiamo la razionalità della politica, della società e della storia.

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