Antropodecentramento e ibridazioni

Posted: Agosto 2nd, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, bio, epistemes & società | 1 Comment »

di Roberto Marchesini

posthuman

A partire dalla seconda metà del ’900 con l’avvento e la consacrazione della rivoluzione tecnoscientifica, l’identità umana non appare più come una fortezza monolitica ma emerge come il prodotto ibrido di continui processi rizomatici di scambio e di contaminazione con l’alterità.

Nella prospettiva post umanista l’atto culturale e tecnopoietico non e’ esonerativo di una carenza ne’ potenziativo di predicati inerenti bensì rappresenta un’ibridazione in grado di far emergere nuovi predicati e di iscrivere nell’uomo il bisogno dell’alterita. Il postumanismo pertanto si viene a delineare come una rivisitazione critica della tradizione umanistica classica nelle seguenti proposte: (1) l’uomo non rappresenta più un’entità autosufficiente e autarchica, ma si costruisce nella dialettica con l’alterità; (2) non vi è nessuna carenzialità ab origine nella natura umana ma questa viene esperita ex post nell’incontro con il referente non umano; (3) l’alterità assume così il ruolo di “epifania di cultura” capace di decentrare il nostro antropocentrismo costitutivo; (4) infine la filosofia postumanista chiede di guardare all’atto conoscitivo come coniugativo e non disgiuntivo.

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L’imperialismo globale e la grande crisi

Posted: Luglio 31st, 2013 | Author: | Filed under: 99%, crisi sistemica, critica dell'economia politica, Révolution | 7 Comments »

di Ernesto Screpanti

Animal Spirits

La globalizzazione sta realizzando una nuova forma di imperialismo nella quale il grande capitale multinazionale, attraverso il mercato, priva di sovranità e di autonomia politica le organizzazioni locali, i sindacati, i partiti e le istituzioni deliberative. La grande crisi del 2007-13 ha fatto esplodere le contraddizioni tra stato e capitale. Nello stesso tempo sta accelerando il processo di affermazione dell’imperialismo globale. Si configura come una crisi di transizione fra il sistema delle relazioni e dei pagamenti internazionali tardo-novecentesco e un nuovo sistema basato sul multilateralismo e un Super-Sovereign Currency Standard.

I really like this book. It’s well researched, well-argued, debunks a lot of popular positions and arguments that don’t hold water but mislead a lot of people, it offers a reasonable interpretation of some very difficult issues and makes a case for plausible understanding of what has been happening the last 20 or 30 years. All in all, a tremendous accomplishment.

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Negri Illustrated

Posted: Luglio 31st, 2013 | Author: | Filed under: 99%, Comix, comune, comunismo, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | 21 Comments »

Constituent Comics: Antonio Negri Illustrated

weather_underground

One of the first texts that introduced me to the Italian political traditions of Operaismo and Autonomia was Italy: Autonomia, Post-Political Politics published by semiotext(e). I found my copy at Moe’s books in Berkeley, and for years it was the pride of my little library. This was years before it was reprinted. I would show it to friends, and offer to make copies at work for whoever was interested, my personal act of auto-reduction and sabotage. I poured over the writings of Negri, Tronti, Bifo, and Virno, struggling to make sense of concepts that would change me over years to come. At the end of this book there is a comic by B. Madaudo Melville, detailing the kidnapping of Aldo Moro. This was immediately legible, brought to life in slashes of ink that immediately suggested a tumultuous time with thick strokes of ink.

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First contact. Nota breve su Jared Diamond

Posted: Luglio 28th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, Earth, epistemes & società | Commenti disabilitati su First contact. Nota breve su Jared Diamond

di Marco Dotti

selvaggi

Quando Michael Leahy arrangiò il grammofono su una stuoia, il «primo contatto» era già avvenuto, ma gli indigeni continuavano a fissare lui e gli altri membri della spedizione con un misto di stupore tragico e sospettosa attenzione. Un’allegra musichetta in voga in quegli anni, Looking on the Bright Side of Life, saturò l’aria già densa di umidità e catturò gli abitanti che si erano radunati attorno a quell’ispettore minerario improvvisatosi antropologo. Lo stupore di Leahy fu però grande, quando non li vide danzare come lui e il suo immaginario si sarebbero aspettati. Li fotografò, attese ancora, la musica continuava, ma niente: i “selvaggi” se ne stavano immobili. Solo dopo molte note iniziarono le danze, ma con cadenze quasi forzate e con quegli sguardi straniti che proprio le fotografie e i filmati girati da Leahy ci hanno consegnato. È celebre, su tutte, l’immagine scattata da Leahy di un guineano che piange, in preda al panico e al terrore, durante il «first contact» con l’uomo bianco.

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Dimenticare Las Vegas?

Posted: Luglio 27th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, arts, au-delà, epistemes & società, kunst, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Dimenticare Las Vegas?

di Andrea Bonavoglia
feng shui

Alba del postmodern

Nel 1972 Robert Venturi, architetto e docente americano di notorietà internazionale, pubblica insieme alla moglie Denise Scott Brown e al collega Steven Izenour un libro dal titolo sorprendente, “Learning from Las Vegas”. Nel 1974 il gruppo SITE progetta la facciata indeterminata, o meglio apparentemente crollata, dei magazzini BEST di Houston, primi di una celebre serie. Nel 1978 Charles Moore completa il progetto di Piazza d’Italia nel centro di New Orleans, da molti considerata il paradigma del nuovo stile. Nel 1980 la “Strada Novissima” della Biennale di Venezia porta le nuove scelte sulle prime pagine delle riviste e dei giornali, mentre il libro di Paolo Portoghesi “Dopo l’architettura moderna” ne pone una base teorica all’europea: il postmodern ormai è nato, ha ricevuto il suo nome e si sviluppa rapidamente. Oggi, 2013, la sua morte è già stata decretata diverse volte, ma è senza alcun dubbio una morte apparente.

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Per non essere io, fingerò… Su Nostra signora dei turchi di Carmelo Bene

Posted: Luglio 22nd, 2013 | Author: | Filed under: arts, au-delà | 3 Comments »

di Vincenzo Cuomo

carmelo

Dio Dio! È fatto di due nomi il nome di Dio!
Carmelo Bene

Diventare cretini(il lavoro sul personaggio)

«A volte, sospendeva la prova come un attore – ancora in testa la corona di spine – e ripensava a tutti i cretini del mondo. Avrebbero tutti volentieri barattato la propria idiozia con i laghi del suo fallimento»1, così scrive, ad un certo punto, il protagonista di Nostra Signora dei Turchi, commentando i suoi reiterati tentativi di “diventare cretino”. Siamo nella sua casa ad Otranto, una casa che si trasforma di continuo da camerino d’attore a palcoscenico, a retropalco.

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10 reasons communism will win

Posted: Luglio 15th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, comune, comunismo, Marx oltre Marx, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su 10 reasons communism will win

by libcom.org

marxisback3

The top ten reasons to be optimistic, politically, no matter how bad the situation seems at present.

As those of you who know me will know, I am a very pessimistic person, politically speaking. For the time being I think that we, meaning both the working class and those of us who are the minority of the class who want to create a free, communist society, are pretty much fucked.

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Philosophie du present

Posted: Luglio 6th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, au-delà, comunismo, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Philosophie du present

Nouvelle collection « Philosophie du présent » (2013)
by Clare O’Farrell

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En septembre 2013 paraîtront chez Vrin (Paris) les premiers deux volumes de la nouvelle collection « Philosophie du présent », dirigée par Jean-François Braunstein, Arnold I. Davidson et Daniele Lorenzini.

Le but de cette collection est de mettre au centre des interrogations philosophiques la question du présent, de notre présent, et de réactiver, à l’égard de cette question, une attitude à la fois théorique et pratique : le présent se configure bien sûr comme un donné, mais aussi et en même temps comme une tâche. En prenant toujours comme point de départ un problème actuel, les livres qui seront publiés dans « Philosophie du présent » montrent que chacun de ces problèmes renvoie inévitablement à une configuration historique, et que présent et histoire ne sont pas deux dimensions séparées de notre expérience. Si le présent est le lieu, le seul lieu possible de notre action et de notre activité créatrice, notre efficacité suppose de rendre visible ce que d’ordinaire nous ne voyons pas, non parce qu’il est caché, mais précisément parce qu’il est sous nos yeux. Dans la contingence de notre présent nous sommes appelés à dégager la possibilité d’introduire un écart pour mettre à l’épreuve les limites qui nous sont constamment imposées. Notre rapport au présent prend ainsi la forme d’une attitude critique.

Cette collection est vouée à accueillir une série d’ouvrages qui, implicitement ou explicitement, et dans des domaines différents, témoignent de cette attitude fondamentale, dans la conviction que, pour utiliser les mots de Foucault, faire du travail en philosophie signifie toujours introduire une différence significative dans le champ du savoir, en ouvrant ainsi l’accès à une autre figure de la vérité, et peut-être aussi à une autre manière de penser et de vivre.

La collection « Philosophie du présent » accueillera en outre la série « Foucault inédit », publiée sous la direction de Jean-François Braunstein, Arnold I. Davidson, Henri-Paul Fruchaud et Daniele Lorenzini, dont le but est d’établir l’édition critique d’une série de conférences et d’interviews de Michel Foucault qui demeurent encore inédites en français, ou inédites tout court. Le premier volume, à paraître en septembre 2013, recueillera les conférences données par Foucault à Dartmouth College en novembre 1980 sur « L’origine de l’herméneutique de soi », avec les variantes de la version prononcée par Foucault le mois précédent à Berkeley, ainsi que deux autres interventions inédites, contemporaines de ces conférences.


Robert Castel

Posted: Luglio 5th, 2013 | Author: | Filed under: 99%, au-delà, comune, critica dell'economia politica, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Robert Castel

La fragile società del non lavoro

di Benedetto Vecchi

Dall’ordine psichiatrico alla questione sociale

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Docente e ricercatore all’«École des hautes études en sciences sociales», Robert Castel non ha mai nascosto il suo interesse per gli aspetti più problematici del «vivere in società». Dopo una breve collaborazione con Pierre Bourdieu, ha concentrato la sua attenzione alla psichiatria, alla fabbrica e alle istituzione del welfare state. La sua griglia teorica trova poche eco nelle scienze sociali francesi. Anzi si può tranquillamente dire che è stato più studiato fuori dai confini nazionali che in Francia (i suoi scritti sono stati molto discussi in Germania e in Americalatina). In Italia sono stati tradotti: «Lo psicanalismo» (Einaudi), «L’ordine psichiatrico. L’epoca d’oro dell’alienismo» (Feltrinelli), «L’insicurezza sociale. Che significa essere protetti?» (Einaudi), «Le metamorfosi della questione sociale. Una cronaca del salariato» (Sellino), «La discriminazione negativa» (Quodlibet) e questo libro-intervista «Proprietà privata, proprietà sociale e proprietà di sé» può essere considerato il testamento dello studioso recentemente scomparso. Ha inoltre il pregio di presentare una lucida analisi della crisi sociale provocata dal neoliberismo e di proporre il reddito di cittadinanza come proposta per salvaguardare lo spirito del welfare state.

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Startup, classe creativa e capitalismo delle “relazioni”

Posted: Luglio 4th, 2013 | Author: | Filed under: anthropos, comune, comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Startup, classe creativa e capitalismo delle “relazioni”

Note per una discussione

a cura di KAINOS

livello 57

Le riflessioni che seguono sono relative alla lettura di due libri sulle nuove “forme del lavoro” e sul “capitalismo digitale”. Il primo di questi libri, il più importante, serio e stimolante, è quello di Carlo Formenti, intitolato Felici e sfruttati. Il capitalismo digitale e l’eclissi del lavoro1. Il secondo, molto meno stimolante, ma a suo modo utile come “oggetto” teorico su cui riflettere, è il libro a più (troppe) mani, curato da Gianni Vattimo, Pasquale Davide de Palma e Giuseppe Iannantuono, dal titolo Il lavoro perduto e ritrovato2.

La discussione di tali libri mi ha dato l’opportunità di rileggere l’importante saggio di Jean-Luc Nancy, La création du monde ou la mondialisation3, pubblicato in Francia nel 2002. Tale rilettura mi ha portato a porre in questione l’ideologia della creatività che è il presupposto (in parte non ancora indagato) sia delle teorie neo-liberiste relative alla “classe creativa” (Florida4) sia delle teorie che (apparentemente) si oppongono alle attuali forme del capitalismo tecno-globalizzato.

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