Rosi Braidotti e la metamorfosi del postumano

Posted: Febbraio 18th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, post-filosofia, posthumanism | Commenti disabilitati su Rosi Braidotti e la metamorfosi del postumano

di Benedetto Vecchi

Cyborg

Contrappunti. La manipolazione del Dna, l’innesto di protesi meccaniche e il potenziamento delle facoltà cognitive sono fattori che hanno cancellato il confine tra natura e cultura. E che spingono a elaborare una etica pubblica del postumano

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LA CULTURA E IL POTERE

Posted: Febbraio 14th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su LA CULTURA E IL POTERE

di Stuart Hall e Miguel Mellino

cultural-studies

ebook: pdf


Riflessioni sul Manifesto per una Politica Accelerazionista

Posted: Febbraio 11th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, digital conflict, epistemes & società, Global, postcapitalismo cognitivo, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Riflessioni sul Manifesto per una Politica Accelerazionista

di TONI NEGRI

amore1

Il Manifesto per una Politica Accelerazionista (MPA) comincia con un’ampia constatazione della drammaticità della crisi attuale – cataclisma … ma anche negazione del futuro, imminente apocalisse. Non spaventatevi, qui non c’è davvero nulla di teologico-politico. Chiunque ne sia attratto non si metta a questa lettura. E non c’è neppure un altro dei scibolet attuali – meglio, è solo accennato: il collasso del sistema climatico del pianeta: importante, sì, ma del tutto subordinato alle politiche industriali e affrontabile solo sulla base della critica di queste.

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Generation M

Posted: Febbraio 10th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, arts, au-delà, bio, digital conflict, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | 7 Comments »

by Dimitris Papadopoulos

Matter, Makers, Microbiomes::Compost for Gaia

FUCK!

1. Language, information and the virtual space were distinctive features of the previous generation. Craft, matter and the fusion of the digital and the material are defining generation M, the first generation of the 21st century.

2. Generation M makes stuff. Not through mass production but by tweaking and expanding the capabilities of existing things and processes. The maker’s craft: tinkering, stretching, knitting, inventing, weaving, recombining.

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transindividuale

Posted: Febbraio 8th, 2014 | Author: | Filed under: epistemes & società, Marx oltre Marx, philosophia | Commenti disabilitati su transindividuale

di ETIENNE BALIBAR

BELLMER

È in uscita per Mimesis “Il Transindividuale. Soggetti, relazioni, mutazioni”, una raccolta di studi sulla questione del transindividuale curata da Etienne Balibar e Vittorio Morfino. Qui, per gentile concessione dei curatori, anticipiamo lo stesso saggio di Balibar, in cui il filosofo francese conduce un’analisi particolareggiata del significato filosofico della Sesta Tesi di Marx su Feuerbach.

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Giocare il gioco dell’Italian Theory?

Posted: Febbraio 8th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, BCE, comunismo, critica dell'economia politica, epistemes & società, Marx oltre Marx, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Giocare il gioco dell’Italian Theory?

di MARCO ASSENNATO

occupy Roma

Giocare il gioco dell’Italian Theory? Note sullo stato della filosofia italiana – 4

A fine gennaio si è tenuto a Parigi un convegno sull’Italian Theory, organizzato dall’Université Paris-Ouest Nanterre e dalla Sorbona1. L’asse del convegno, coordinato da Silvia Contarini, Davide Luglio e Federico Luisetti, era dubitativo: L’Italian Theory existe-t-elle? La domanda potrebbe essere ripensata così: esiste un capitolo specifico della storia del pensiero europeo, geograficamente e cronologicamente circoscritto e relativamente omogeneo dal punto di vista tematico, capace tuttavia di offrire una proposta teorica sulla quale incardinare un dibattito utile a sciogliere alcune questioni urgenti per la filosofia contemporanea? attorno a tale questione si è prodotto un fitto confronto tra Roberto Esposito, Toni Negri, Sandro Mezzadra e gli altri partecipanti all’incontro. Com’è facile intuire, la questione è sbilanciata su molteplici incognite, senza sciogliere le quali, tuttavia, nessuna “unità storiografica” può reggere alla verifica teorica.

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neomutualismo

Posted: Febbraio 7th, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, crisi sistemica, epistemes & società, vita quotidiana | Commenti disabilitati su neomutualismo

di VALERIO GUIZZARDI

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Nota introduttiva – “Neomutualismo”

Neomutualismo apparve, nella primavera del 1999, sulle pagine della rivista di movimento «Banlieues», testata senza fissa periodicità che si collocava nella galassia dell’autonomia diffusa italiana, sforzandosi di operare una ricognizione critica della prospettiva postoperaista. L’orizzonte era quello dei conflitti che attraversavano l’università e si riversavano nei territori della fabbrica diffusa e del terziario avanzato. Redatto in forma anonima ma in realtà realizzato da Valerio Guizzardi, uno dei redattori della rivista, lo scritto qui riproposto compone una storia disinvolta del movimento cooperativo italiano e delle pratiche di mutualismo a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo ventennio del Ventesimo secolo.

La scelta di ospitare una lunga riflessione su forme organizzative considerate “riformiste” può apparire discutibile e perfino equivoca. Tanto più se riferita a certi cliché storiografici o al senso comune della sinistra rivoluzionaria e dei movimenti antagonisti. E perfino se rapportata alla linea del contenitore editoriale che la ospitava. O se paragonata agli esiti infami della cooperazione in Italia (mostrati con chiarezza dalle straordinarie lotte dei lavoratori della logistica).

Tuttavia, in quell’ultimo scorcio di Novecento, che Novecento non era già più, si ragionava su varie ipotesi di ricomposizione di quell’intellettualità di massa – «talvolta integrata in reti produttive avanzate, talatra precaria e “dai piedi scalzi”» – considerata da molti il «bandolo di tutte le matasse». Erano i tempi in cui andavano dispiegandosi pienamente gli effetti di un nuovo modello produttivo: il postfordismo o paradigma dell’accumulazione flessibile. Da più parti si riscontrava come l’agire comunicativo, i saperi e la conoscenza permeassero la produzione. Frammentato, inchiodato alla coincidenza di tempo di vita e tempo di lavoro, disperso e atomizzato, il lavoro intellettuale di massa veniva considerato il nuovo soggetto posto nel punto più avanzato dello sviluppo del capitale. Almeno così si diceva.

In quegli anni fu anche coniata la formula “impresa politica autonoma”, alludendo a un insieme di pratiche che andavano da un’interazione conflittuale col mercato a una fuoriuscita ingegnosa e intraprendente dai vincoli del lavoro subordinato, a forme di produzione autonoma di reddito. Era un’illusione, e nel volgere di pochi anni un cognitariato sempre più precario, o – meglio – un nuovo proletariato, si ritrovò ricacciato nella più classica delle contraddizioni: quella tra capitale e lavoro.

Alla fine dei Nineties, decennio dominato dall’euforia e da retoriche mobilitanti che scommettevano sugli infiniti margini d’innovazione da parte del capitale e sui conseguenti spazi di autonomia da costruire e organizzare, Neomutualismo tracciava uno spettro di riferimenti, diverso e parallelo, alludendo alle remote forme di mutualismo e cooperazione praticate da operai e braccianti. Ne richiamava lo specifico di classe, sottolineandone – al contempo – il carattere di resistenza e lo spirito antagonista: quanto più crescevano e si diffondevano le forme della cooperazione, tanto più dilagavano le lotte. Lo scritto, inoltre, tentava di delineare una temporalità complessa che legava bisogni impellenti e concretissime esigenze dell’oggi a un quadro di trasformazione della società. Last but not least: volgeva una certa pedanteria dell’indagine storiografica in virtù linguistica, rinunciando – ad esempio – all’impiego del sostantivo à la page “impresa”, pur aggettivato in modo alternativo, e risignificando allusivamente un lessico composto da parole come “leghe di resistenza”, “società di mutuo soccorso”, “cooperative di produzione, lavoro, consumo e abitazione”. C’era qualcosa di vagamente lungimirante in questo guardare indietro, e altrove. Non a caso, oltre lo spartiacque simbolico dell’anno 2000, di quelle imprese politiche autonome rimarranno solo macerie.

Di certo, il saggio risente del periodo in cui fu scritto. Il quadro in cui si sviluppano ricostruzione storica e ragionamento politico è quello della riappropriazione dei nessi amministrativi dal basso, opzione in voga negli anni Novanta che puntava sulla determinazione di un welfare municipale. E si percepisce con forza il richiamo all’esodo intraprendente, altra suggestione che – forse – non ha retto alla prova degli anni Zero, né saputo sciogliere l’intricato nodo del politico, e del potere.

Ad ogni modo, al pari del recente romanzo di Valerio Evangelisti Il sole dell’avvenire (leggi l’intervista), Neomutualismo offre importanti spunti di riflessione per ragionare sulle condizioni, sulle pratiche ricompositive, sulla resistenza quotidiana e sulle forme di lotta d’un proletariato senza diritti né fissa occupazione, che passa da un lavoro all’altro in una condizione di perenne intermittenza.

Sembrano gli echi di un passato lontanissimo. Oppure, ad ascoltare con attenzione, può assomigliare alla colonna sonora del presente.

PS: Lo scritto contiene un apparato di note piuttosto importante che contengono non solo gli opportuni riferimenti alle fonti bibliografiche ma anche, e soprattutto, approfondimenti alle argomentazioni proposte. Ciò consente al lettore, volendo, due modi di lettura: o più velocemente del testo per una prima valutazione narrativa per poi passare alle note con calma, oppure tutto insieme per una lettura più complessa e ragionata.

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SAGGI DI BUDDHISMO ZEN

Posted: Febbraio 5th, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, au-delà, zen | Commenti disabilitati su SAGGI DI BUDDHISMO ZEN

di D. T. Suzuki

zen1

vol. 1

vol. 2

vol. 3


Il lavoro dell’astrazione. Sette tesi provvisorie su marxismo e accelerazionismo

Posted: Febbraio 2nd, 2014 | Author: | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su Il lavoro dell’astrazione. Sette tesi provvisorie su marxismo e accelerazionismo

di Matteo Pasquinelli

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1. Il capitalismo è un oggetto di elevata astrazione, il comune è una forza di ancor più grande astrazione.

La nozione di lavoro astratto di Marx identificò per la prima volta il motore centrale del capitalismo, ovvero la trasformazione del lavoro in equivalente generale. In seguito, Sonh-Rethel (1970) individuò la stretta relazione che passa storicamente tra astrazione del linguaggio, astrazione della merce e astrazione del denaro. Nella cosiddetta ‘introduzione’ ai Grundrisse (scritta nel 1857) Marx chiarisce l’astrazione come metodologia di analisi che emergerà solo dieci anni più tardi nella pagine del Capitale (1867). Come ricordano in molti (Ilyenkov 1960), in Marx il concreto è un risultato, è un prodotto del processo di astrazione: la realtà capitalistica, così come quella rivoluzionaria, è una invenzione. “Il concreto è concreto perché è sintesi di molte determinazioni, quindi unità del molteplice. Per questo nel pensiero esso si presenta come processo di sintesi, come risultato e non come punto di partenza, sebbene esso sia il punto di partenza effettivo e perciò anche il punto di partenza dell’intuizione e della rappresentazione” (Marx 1857: 101). L’astrazione è sia la tendenza del capitale, sia il metodo del Marxismo. L’operaismo viene quindi a strappare l’astrazione dal doppiopetto del capitale per ricucirla addosso alla tuta del proletario: astrazione è sia il movimento del capitale, sia il movimento della resistenza ad esso.

Negri (1979: 66) muove l’astrazione al centro del metodo della tendenza antagonista come processo di conoscenza collettiva: “il processo dell’astrazione determinata è tutto dentro l’illuminazione collettiva, proletaria, è quindi un elemento di critica e una forma di lotta”. In qualche modo, l’idea del comune nasce come progetto epistemico.

Marx, Karl (1857). Grundrisse der Kritik der politischen Ökonomie. Moscow: Verlag für fremdsprachige Literatur, 1939. Traduzione: Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica. Torino: Einaudi, 1976.

Ilyenkov, E. Vassilievich (1960). La dialettica dell’astratto e del concreto nel Capitale di Marx. Milano : Feltrinelli, 1961.

Sohn-Rethel, Alfred (1970). Geistige und körperliche Arbeit. Frankfurt (Main): Suhrkamp. Traduzione: Lavoro intellettuale e lavoro manuale. Milano, Feltrinelli, 1977.

Negri, Antonio (1979). Marx oltre Marx: Quaderno di lavoro sui Grundrisse. Milano: Feltrinelli.

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La condizione postumana

Posted: Febbraio 2nd, 2014 | Author: | Filed under: anthropos, epistemes & società, post-filosofia, postgender, posthumanism | Commenti disabilitati su La condizione postumana

di Rosi Braidotti

rosi

Non tutti noi possiamo soste nere, con un alto grado di si curezza, che siamo sempre stati umani, o che non siamo null’altro all’infuori di questo. Alcuni di noi non sono considerati completamente umani ora, figuriamoci nelle precedenti epoche della storia occidentale sociale, politica e scientifica.

Non se per «umano» intendiamo quella creatura che ci è diventata tanto familiare a partire dall’illuminismo e dalla sua eredità: il soggetto cartesiano del cogito, la kantiana comunità di esseri razionali o, in termini più sociologici, il soggetto-cittadino, titolare di diritti, proprietario, ecc. E tuttavia questo termine gode di ampio consenso e conserva la rassicurante familiarità del luogo comune. Affermiamo il nostro attaccamento alla specie come se fosse un dato di fatto, un presupposto. Fino al punto di costruire attorno all’umano la nozione fondamentale di diritto. Ma stanno davvero così le cose?

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