Posted: Aprile 16th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, comune, digital conflict, epistemes & società, hacking, Marx oltre Marx, post-filosofia, postoperaismo, Révolution | 7 Comments »
by Unemployed Negativity
This is the longer version of an old conference paper . It never quite became publishable; it is left here to the gnawing criticism of digital mice.
Materialism has always been the bastard stepson of philosophy. Its very position is paradoxical, if not impossible. It must use concepts and arguments to conceptualize and argue against the primacy of concepts and argument. This perennial problem is even worse today. If Marx was in some sense the most sophisticated materialist philosopher, elevating the material beyond the brute materiality of the body, to locate the material in the reality of production and the conflicted terrain of social relations, then one could argue that even this version of materialism is in jeopardy today. The economy, the last instance of materialist philosophy after Marx, can no longer be identified with the machines and noise of the factory, it has become digital, immaterial. What then remains of materialism when the economy has become ideal, determined more and more by the idealist category par excellence, speculation, and even labor has been declared immaterial, intersecting with beliefs and desires? At least the beginning of a response can be found in the seemingly paradoxical concept of “real abstraction.” This term, introduced by Marx, takes on a central importance in the work of Alfred Sohn-Rethel, where it is no longer a methodological necessity, but the cornerstone of a philosophy that seeks to understand the material basis of abstraction itself.
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Di Matteo Pasquinelli e Wietske Maas vedi: MANIFESTO DEL CAPITALISMO URBANO
Posted: Aprile 14th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, comune, crisi sistemica, epistemes & società, Foucault, Marx oltre Marx, postcapitalismo cognitivo, postoperaismo | Commenti disabilitati su Forum su Lazzarato
Interventi di Federico Chicchi, Stefano Lucarelli e Sandro Mezzadra
Forum su Maurizio Lazzarato, Il governo dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista, DeriveApprodi, Roma 2013 (216 p.)
a cura di Emanuele Leonardi
Domanda: Ne Il governo dell’uomo indebitato (2013) – ma ancor più, in effetti, nel precedente La fabbrica dell’uomo indebitato (2012) – Maurizio Lazzarato lega l’emergere e il consolidarsi delle politiche di austerità al progressivo introiettamento di un senso di colpa legato al debito in quanto dispositivo autoritario di controllo. Prova dell’esistenza pervasiva del debito-colpa sarebbe, secondo il filosofo italiano, l’attuale onnipresenza di richiami all’auto-limitazione, alla cautela, alla circospezione dopo anni di “vita vissuta al di là delle proprie possibilità”. Ritiene che questa chiave di lettura possa risultare utile alla comprensione critica del presente – e alla sua trasformazione?
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Posted: Aprile 4th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, au-delà, bio, epistemes & società | Commenti disabilitati su Gilbert Simondon
di Andrea Bardin
“L’anthropologie ne peut être principe de l’étude de l’Homme; ce sont aucontraire les activités relationnelles humaines […] qui peuvent être prises pour principe d’une anthropologie à édifier”, G. Simondon, L’individuation, p. 297
Gilbert Simondon è uno dei riferimenti immancabili di Gilles Deleuze. La sua opera, oggetto di una recente riscoperta, è di respiro enciclopedico: potremmo dire che si tratta di un filosofo della scienza, ma forse è più corretto affermare che si tratta di un pensatore “classico” (nel senso in cui anche Deleuze si definiva tale) che ha voluto porre il problema filosofico per eccellenza – quello dell’essere–all’altezza delle acquisizioni della scienza contemporanea. La domanda chiave della filosofia – che cos’è l’essere? – può forse tradursi all’interno della concettualità di Simondon nella domanda -che cos’è un processo di individuazione? – apportando, di conseguenza, una radicale riforma del modo di concepire l’individualità a tutti i livelli: fisico, chimico, biologico, psichico e collettivo.
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Posted: Aprile 4th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, bio, comunismo, Global, Révolution, vita quotidiana | Commenti disabilitati su APPELLO PER LA LIBERAZIONE DEI CORPI E DEL DISSENSO POLITICO
Scritto da Gigi. Postato in Cartografia delle lotte nella crisi
Proponiamo all’attenzione di tutte/i questo appello firmato da alcuni intellettuali e attivisti europei e non solo per denunciare il clima di crescente intimidazione e repressione presente in Italia e in Europa.
Clamoroso è il caso della lotta in Val di Susa, dove attualmente quattro giovani sono sottoposti a un regime carcerario di isolamento, accusati di “terrorismo”, e 54 persone si trovano sotto processo per aver manifestato, in forme diverse, il loro dissenso contro il proseguo dei lavori per l’Alta Velocità a cui da venti anni si oppongono le comunità della zona. Non basta: altri episodi diffusi di repressione del dissenso e del diritto a manifestare ci allarmano grandemente.
Promotori di tale iniziativa sono gli iscritti alla lista Effimera, variegata realtà di ricerca e di pensiero internazionale, nata dopo l’esperienza di UniNomade 2.0. Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore la libertà di espressione e di critica di appoggiare questa presa di parola che ha lo scopo di ribadire il diritto all’autodeterminazione dei corpi e dei territori al di fuori delle imposizioni e delle logiche del capitalismo finanziario contemporaneo.
Per firmare: appello.contro.repressione@gmail.com
Segue l’appello in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo con l’elenco dei primi firmatari.
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Foucault, in una lezione tenuta nel 1978 al Collège de France, scrive che oggi l’arte del governare “ha per bersaglio la popolazione, per forma principale di sapere l’economia politica, per strumenti tecnici essenziali
i dispositivi di sicurezza”. Se questo è il piano dentro il quale ci muoviamo, oggi stiamo assistendo ad un salto di qualità dei dispositivi di sicurezza. Osserviamo una complessiva e sottile involuzione autoritaria della società italiana ed europea, dove il conflitto viene patologizzato e interiorizzato e vige la repressione di ogni politica affermativa e di ogni pratica di autonoma gestione di corpi, relazioni, territori. In particolare, ci allarma e ci preoccupa il clima di controllo di un neocapitalismo particolarmente violento nei confronti degli attivisti del movimento No Tav in Val di Susa. Quattro giovani, Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò, sono da dicembre in carcere accusati di terrorismo. Altri 54 attivisti No Tav sono sotto processo per i fatti relativi alle manifestazioni del 27/6 e del 3/7/2011, attualmente in corso presso la IV Sezione del Tribunale di Torino, in condizioni in cui, come denunciato pubblicamente dagli avvocati della difesa, si consta “l’oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa”.
Anche in altre città italiane (Bologna, Milano, Padova, Roma, Treviso, Napoli) negli ultimi mesi sono state emesse ordinanze di “divieto di dimora”, “arresti domiciliari”, “obblighi di firma” destinati a coloro che, più di altri, hanno manifestato dissenso politico.
Noi vediamo nell’esplicarsi di tali durezze fuori misura, il volto di un potere che ha cambiato natura: lontano e dittatoriale, repressivo e dunque “esterno” rispetto alle culture, ai corpi, ai volti, ma contemporaneamente vicino e “intimo”, capace di effettuare un’integrale cattura dell’anima, reclamando di volerla orientare attraverso dispositivi ambientali ed economici che favoriscono l’adesione alla “norma” oppure, viceversa, pronto a espellere, imprigionare, scartare qualsiasi elemento che alla “norma” non voglia adeguarsi.
Un’intera valle e tutta la sua popolazione da quasi venti anni resistono al destino stabilito dalle logiche dello sfruttamento intensivo neoliberista, sordo a ogni desiderio, insensibile ai bisogni della vita e al rispetto dell’ambiente, interessato solo alla razionalizzazione capitalistica dell’esistenza, al calcolo di investimenti in grandi opere inutili ed irragionevoli che debbono essere il più possibile soltanto una fonte di denaro. Di fronte alla fermezza con cui la decisione unilaterale sulla sorte della Val di Susa viene da decenni presentata come una funzione che sottomette tutti i comportamenti agli interessi economici, le comunità hanno messo in gioco i propri corpi, diventando un modello di testarda resistenza alle ragioni del capitalismo-finanziario per il Paese nella sua interezza e anche oltre i confini nazionali. Siamo in presenza di regole oscene che autorizzano a imprigionare quattro ragazzi poiché “l’azione terroristica è idonea ad arrecare danno d’immagine all’Italia” e, aspetto particolarmente significativo, siamo di fronte alla pubblica rivendicazione del lato indecente di questa repressione, con la complicità dei principali media e di buona parte del milieu intellettuale italiano (con poche, ma significative, eccezioni).
Per queste ragioni noi firmando chiediamo l’immediata liberazione degli attivisti imprigionati dietro accuse strumentali e gigantesche. Pensiamo che la moltitudine che si solleva in Val di Susa trasgredisca solo la logica imperante del “capitale umano”. Questi giovani mettono in gioco le proprie vite, rifiutando l’idea della libertà come libera accettazione di una scelta obbligata; hanno sottratto la propria libertà al calcolo, per affidarla alla manifestazione di un’idea.
Non c’è politica che non cominci da lampi come questi, vogliamo ricordarlo. Essi sono i lampi dell’intelligenza e del coraggio imprendibile dell’umanità, gli unici capaci di far tremare la presunta solidità del biopotere contemporaneo. Noi dunque pensiamo che l’avvenire della politica stia nella fedeltà a questi lampi cui chiunque può partecipare, purché sia disposto a mettere davvero in gioco se stesso.
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Posted: Aprile 2nd, 2014 | Author: agaragar | Filed under: anthropos, philosophia | Commenti disabilitati su Umberto Galimberti
di CARLO CROSATO
Come interpretare una condizione d’essere in cui prevalgono le estasi temporali del passato e del presente e manca il pensiero del futuro? Come concepire il lavoro della consulenza filosofica o il sempre più difficile rapporto fra generazioni? Questi sono solo alcuni dei temi percorsi da Umberto Galimberti in questa intervista, in cui vengono anche toccati i temi più tradizionali della sua riflessione.
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Posted: Aprile 1st, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, BCE, crisi sistemica, critica dell'economia politica, epistemes & società, postcapitalismo cognitivo | Commenti disabilitati su Les entreprises ne créent pas l’emploi
par Frédéric Lordon
Il faut avoir sérieusement forcé sur les boissons fermentées, et se trouver victime de leur propension à faire paraître toutes les routes sinueuses, pour voir, comme s’y emploie le commentariat quasi-unanime, un tournant néolibéral dans les annonces récentes de François Hollande [1]. Sans porter trop hauts les standards de la sobriété, la vérité appelle plutôt une de ces formulations dont Jean-Pierre Raffarin nous avait enchantés en son temps : la route est droite et la pente est forte — mais très descendante (et les freins viennent de lâcher).
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Posted: Marzo 31st, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, au-delà, bio, comune, comunismo, epistemes & società, post-filosofia, postcapitalismo cognitivo, Révolution | Commenti disabilitati su Per una teoria del potere destituente
di Giorgio Agamben
Conferenza pubblica (Atene, 16 novembre 2013), trascrizione a cura di ΧΡΟΝΟΣ
Traduzione di Giacomo Mercuriali
Una riflessione sul destino della democrazia oggi qui ad Atene in qualche modo è inquietante, poiché obbliga a pensare alla fine della democrazia nel luogo stesso in cui questa è nata. In effetti, l’ipotesi che vorrei proporre è che il paradigma governamentale predominante oggi in Europa non solo non sia democratico, ma che non possa nemmeno essere considerato politico. Tenterò allora di mostrare che la società europea non è più una società politica: è qualcosa di totalmente nuovo, qualcosa per cui ci manca una terminologia appropriata e dovremo quindi inventare una nuova strategia.
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Posted: Marzo 31st, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, anthropos, arts, au-delà, Black Power, donnewomenfemmes, epistemes & società, postgender, posthumanism | Commenti disabilitati su bell hooks
<< Scritto da Stephanie Troutman per thefeministwire.com
Nel 2011, la leggendaria Dott. bell hooks, femminista, studiosa, critica culturale e prolifica scrittrice di colore, ha cominciato ad accostarsi a social network e blog, spingendo il suo lavoro ancora più oltre le mura dell’accademia. Twitta (a tratti) e ha scritto su blog e su diversi siti web selezionati. Più recentemente ha scelto Twitter per lanciare la sua campagna “Be Bossy” (Sii autoritaria, NdT) in risposta al decreto di Sheryl Sandberg** “Ban Bossy” (Stop all’autoritarismo, NdT). Questa è la seconda volta che contesta la Sandberg (la prima è stata in Settembre quando ha acconsentito che il suo articolo “Scavare a fondo: Oltre Lean In” fosse pubblicato in esclusiva da The Feminist Wire.
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Posted: Marzo 30th, 2014 | Author: agaragar | Filed under: 99%, crisi sistemica, epistemes & società | Commenti disabilitati su L’Europa che vogliamo
di Slavoj Zizek
Molti, a sinistra, hanno reagito alle proteste popolari in Ucraina con il solito paternalismo razzista verso i poveri ucraini: che illusi, ancora idealizzano l’Europa.
Le elezioni europee hanno come sfondo gli avvenimenti in Ucraina. Infatti le proteste che hanno rovesciato Yanukovich e la sua gang sono state innescate dalla decisione del governo di Kiev di privilegiare i buoni rapporti con la Russia rispetto all’integrazione con l’Unione europea. Molti, a sinistra, hanno reagito alle proteste popolari con il solito paternalismo razzista verso i poveri ucraini: che illusi, ancora idealizzano l’Europa; non si rendono conto che l’Europa è in declino, e che entrare nella Ue farà solo dell’Ucraina una colonia economica dell’Europa occidentale.
E che presto o tardi si ritroveranno nella posizione della Grecia…
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