ONE BIG UNION
Posted: Maggio 16th, 2012 | Author: agaragar | Filed under: arts, Révolution | Commenti disabilitati su ONE BIG UNIONSu “One Big Union” di Valerio Evangelisti
di Daniele Barbieri
E’ «una specie di fantasma», un «uomo ombra» che «acquista vita concreta solo quando si finge qualcun altro» Robert William Coates, detto Bob. Ne è consapevole e – verso la fine della sua “carriera” – alla domanda «Ma tu chi sei?» risponde la verità: «Non sono nessuno».
Una vita da spia, da infiltrato, da provocatore con occasionali ruoli di picchiatore e sparatore o di capo delle squadracce anti-rossi. Inizia a 14 anni (nel 1877) facendosi reclutare per dare una lezione ai sovversivi della Comune di Saint Louis, «una massa di miserabili», e finisce – da assassino e torturatore – nel 1919. Eppure il Coates, quasi inventato da Valerio Evangelisti, è figlio di un operaio irlandese immigrato negli Usa. Si vende ai padroni certo, tradendo quelli come lui (“la sua classe” avrebbero detto socialisti e anarchici) ma quel che più colpisce è la sua convinzione di essere dalla parte del giusto, un «soldato dell’esercito del bene»: gli operai sono fannulloni anzi «sfaticati di professione, senzadio, sovversivi, accattoni nati» (come scrive la sorella di Coates, giornalista filo-padroni); se si vietasse il lavoro minorile sarebbe una tragedia nazionale; bisogna «attenersi all’ordine cristiano del mondo, al rispetto della proprietà privata» se occorre ingannando e violando le leggi; per la «feccia», la «mandria umana» (cinesi, slavi, negracci, ungheresi, scandinavi, tedeschi e «dagos» cioè italiani, una razza dannata) ci vogliono «legnate» o peggio; se in acciaieria «muore in media un operaio al mese e moltissimi restano feriti» (o si ammalano) è una ineluttabile fatalità; e se i padroni vogliono licenziare, abbassare i salari, fare trattenute per le parrocchie, pagare in buoni da spendere solamente nei loro spacci, vietare le rappresentanze dei lavoratori… sono nel loro pieno diritto. Verità ripetute da «autorità, Chiese, i giornali più diffusi, gli intellettuali illustri, i politici migliori» spiega Coates a Sam Dreyer, una specie di gorilla che risponde: «Tanto meglio, picchierò con più convinzione».