Bruciare Debord? A partire da un libro di Anselm Jappe

Posted: Maggio 11th, 2013 | Author: | Filed under: Archivio, au-delà, Révolution, situationism, surrealism | Commenti disabilitati su Bruciare Debord? A partire da un libro di Anselm Jappe

di Alessandro Simoncini

Guy

Persistenze dello spettacolo nel nuovo ordine penitenziale. Una premessa

«Bisogna bruciare Debord?«. Si apre con questa domanda il Guy Debord di Anselm Jappe (Roma, Manifestolibri 2013 → QUI), assai opportunamente ristampato per i tipi della Manifestolibri e pubblicato in prima edizione italiana nel 1992 dalle Edizioni Tracce. Iniziava allora la litania della fine della storia: ogni alternativa alla società del capitale, della merce, del valore e del lavoro comandato doveva cessare di essere concepibile e, nelle intenzioni dei teorici del nuovo ordine, perfino desiderabile. Oltre venti anni dopo, la fine della storia non riesce ancora a finire. Anzi, nella temperie di una crisi acutissima ed ormai permanente – una crisi economica globale che si svolge nel contesto di una transizione geo-politica segnata dalla fine del “secolo americano” -, nuove sfibrate versioni della vecchia litania danno forma ad un discorso-zombie sulla “giustizia dei mercati” che si affatica a fornire una sempre più instabile parvenza di verità alla variante finanziarizzata e neoliberale dell’accumulazione capitalista. Fin dalla sua nascita e per tutti gli anni ’80, ’90 e ‘00, l’espansione finanziaria è stata supportata e riprodotta dalle forme di quell’ordine “spettacolare integrato”che Debord aveva posto al centro della sua radicale indagine nei Commentari sulla società dello spettacolo (1988).

[–>]


DIALETTICA DELLA DIALETTICA

Posted: Novembre 2nd, 2012 | Author: | Filed under: Archivio, au-delà, Révolution, surrealism | Commenti disabilitati su DIALETTICA DELLA DIALETTICA

di Gherasim Luca + Trost

Prefazione di Carmine Mangone

Il 10 marzo del 1994 viene ripescato nella Senna il corpo senza vita del
poeta di origini romene Gherasim Luca. In una lettera datata 9 febbraio,
giorno della sua sparizione, Luca se l’era presa con «questo mondo dove i
poeti non hanno più posto» [cit. in: ”La République Internationale des Lettres“, n.
2, avril 1994].
Luca è uno dei maggiori poeti, performer e sperimentatori della parola
che il Novecento abbia avuto. Purtroppo però il suo corpus poetico, sviluppatosi
fin dall’inizio in lingua francese, è sostanzialmente intraducibile.
Una sua eventuale versione in italiano perderebbe gran parte della
freschezza e della furiosa polisemia dell’originale e abbisognerebbe nondimeno
di un apparato di note piuttosto “invasivo”.

[–>]